Padre, soldato, figlio: recensione del documentario Netflix
Dieci anni nella realizzazione, il documentario originale Netflix Padre, Soldato, Figlio è un viaggio indimenticabile nella vita di un veterano di guerra in bilico fra sogni infranti e speranze da ripristinare.
Padre, soldato, figlio è un documentario del 2020, diretto da Leslye Davis e Catrin Einhorn. Disponibile su Netflix dal 17 Luglio, è la storia di Brian Eisch, un sergente di prima classe rimasto ferito gravemente durante il nono anno di occupazione delle terre afghane. Un evento tragico che ha permanentemente condizionato la crescita dei suoi due figli Isaac e Joey, in un cammino impervio e ricolmo di rabbia nel periodo di riabilitazione. Uno spaccato ultra realistico di una parentesi americana oscura, dove bisogna stringere i denti per sperare in giorni migliori. La guerra, nel documentario Netflix, viene vista come incognita costante che si contorce su sé stessa, fino a stravolgere l’assetto morale e psicologico di cadetti e veterani in conflitto col mondo esterno.
Padre, soldato, figlio: una realizzazione di tutto rispetto, davvero pregevole nel suo essere diretta e minimalista
La direzione gioca un ruolo di assoluto rilievo in Padre, soldato, figlio: in questa produzione Netflix, viene espresso un metodo e un rigore registico ragguardevoli, senza calcoli al millimetro o una ricerca del sentimento umano da spettacolarizzare. Ci si avvicina al materiale con tatto e rinnovata empatia, compiendo piccoli e delicati passi in un contesto familiare disfatto dalla radice. Un soldato che ha versato lacrime, sudore e sangue per un paese che lo ha logorato, costringendolo a convivere con una ferita che gli è costato un arto. Da questa svolta inaspettata, la storia va dipanandosi in un saliscendi di emozioni sincere e vibranti.
La convivenza con i suoi figli, l’arrivo di una nuova compagna pronta a supportare Brian, il carico di responsabilità da lui sostenuto anche se non può camminare correttamente: molti sono i tasselli che compongono uno spaccato di vita crudo ma fortemente attuale. Il titolo Netflix ci consegna un percorso intriso di sacrifici e perdite, di cadute rovinose e calibrate prese di coscienza, con un apporto registico seriamente concentrato sulla gamma emotiva sprigionata da individui che si aggrappano alla speranza di andare avanti, senza più soffrire di fronte a traumi devastanti per la psiche della famiglia.
Padre, soldato, figlio: una guerra che deve essere compiuta, ma a che scopo?
Da una realizzazione certosina e ricolma di passaggi importanti per la formazione dei profili presentati, Padre, soldato, figlio contiene una solida critica rivolta al riassestamento delle forze militari all’estero. Operazioni condotte per rafforzare gli equilibri del mondo, eppure ci sono delle crepe nel quotidiano e nella sfera privata che non vengono documentate. Soldati inclini all’autodistruzione, quando si pensava ci fosse un traguardo nella conduzione di missioni ai limiti dell’estremo. La produzione Netflix si spinge oltre, anche in termini di quantità di materiale a disposizione, per farci sentire il peso degli anni che avanzano senza raggiungere un compromesso fra condotta morale stabile e disciplina impartita sul fronte.
Vi sono delle discrepanze che hanno bisogno di essere filmate, con dovizia nei particolari ed espressioni struggenti che non vengono ritratte per il gusto di colpire lo spettatore, ma per immergerci in una realtà umana perfettamente comprensibile. La forza interiore è difficile da far emergere, quando si combatte contro la depressione e la morte anche fuori dal campo di battaglia. La coppia di registe Leslye Davis e Catrin Einhorn ha veramente a cuore questa storia dove vi sono raffigurati combattenti nati, uomini e ragazzi in grado di incassare colpi sempre più potenti e senza soccombere. Padre, soldato, figlio , lo suggerisce anche il titolo stesso, contiene un arco narrativo estremamente elaborato con una ricca trasformazione di tutti i membri della famiglia Eisch, dai segni della guerra portati avanti a fatica fino ad una terribile scomparsa che avrebbe potuto mettere in ginocchio l’intero nucleo, ma così non è stato e hanno continuato a correre verso uno spiraglio di luce edificante per lo spirito e la mente.