Malibu Rescue – Una nuova onda: recensione del film Netflix
Tornano le (dis)avventure balneari degli aspiranti giovani bagnini californiani nel sequel della teen-comedy firmata da Savage Steve Holland. Dal 4 agosto su Netflix.
Per quest’anno non cambiare, stessa spiaggia stesso mare, che nel caso di Malibu Rescue – Una nuova onda sono le acque e le distese sabbiose della celeberrima Zuma Beach, nel cuore della California. Qui, a un anno di distanza dall’omonima serie tv e dal primo capitolo cinematografico, ritroveremo Tyler Gossard (Ricardo Hurtado) e i suoi inseparabili compagni di (dis)avventure della Torretta 2 (Gina, Dylan, Lizzie ed Eric) prendere il posto del pluridecorato team titolare a stelle e strisce nel torneo internazionale di Beachmaster, laddove sono chiamati a difendere il titolo dall’agguerrita rivale di sempre, la squadra australiana. Ovviamente l’impresa sarà ardua per un gruppo normalmente deriso che cerca nell’estenuante corsa a ostacoli l’occasione giusta di riscatto. Insomma, gli ultimi saranno i primi come è solito propinarci il saggio di turno e la morale di molte narrazioni analoghe. Ce la faranno a fare gruppo e a tenere alto l’onore del Paese che sono stati chiamati in zona Cesarini a difendere, portando a casa la vittoria nella competizione? Alla visione l’ardua sentenza.
Malibu Rescue – Una nuova onda: il film Netflix è una rivisitazione semi-demenziale di Baywatch
Quello che possiamo dirvi è che la morale a buon mercato e il finale consolatorio sono lì pronti a impossessarsi dello schermo, per cui non aspettatevi nulla di particolarmente esaltante da una teen-comedy semi-demenziale che prende l’immaginario di Baywatch, rielaborandolo in chiave junior, per poi mescolarlo con lo humour very easy di Scuola di polizia. Fusione, questa, che speriamo riesca a rispecchiare in pieno lo spirito e il tipo di intrattenimento offerto dalla pellicola scritta e diretta da Savage Steve Holland, il cui operato è disponibile dal 4 agosto su Netflix. Lo humour proposto lascia a desiderare e quelle poche volte che regala sorrisi lo fa in maniera piuttosto timida, proponendo allo spettatore delle gag che hanno il sapore fastidioso e inconfondibile del già visto. Per non parlare di quelle cadute di stile che sfociano persino nella comicità più pecoreccia quando gli sceneggiatori e il regista stesso si lasciano andare a momenti in cui si raschia il fondo del barile, come nel caso delle flatulenze collettive nei bagni chimici del campus dopo l’indigestione dell’insalata di pollo avariata.
Malibu Rescue – Una nuova onda: un divertissement senza grosse pretese con un epilogo movimentato
C’è da registrare un leggero passo in avanti rispetto alla pochezza offerta dal capitolo iniziale, anch’esso presente nel catalogo della piattaforma, ma poca cosa e comunque non abbastanza per strappare una sufficienza in pagella. Ciò che vi aspetta in Malibu Rescue – Una nuova onda è una successione di scene dal livello medio-basso che sommate, per fortuna, non superano i 70 minuti. La dote della sintesi di una trama ridotta al minimo indispensabile e un epilogo sulle quattro ruote che apre una finestra action futile ma quantomeno movimentata (l’inseguimento del container e la liberazioni del malcapitati rimasti intrappolati al suo interno), sono per quanto ci riguarda le uniche note positive di un’operazione adatta a chi vuole mettere in stand-by il cervello e guardare in compagnia, comodamente seduto sul divano di casa con l’aria condizionata al massimo, un divertissement senza grosse pretese. Per cui mettetevi l’anima in pace e accontentatevi di quel poco di efficace che la pellicola è in grado di offrire. Del resto, chi si accontenta gode, anche se qui si gode davvero poco e male.