Pinocchio: in mostra a Prato i costumi per il film di Matteo Garrone
In occasione del Prato Film Festival 2020, abbiamo visitato per voi la mostra temporanea al Museo del Tessuto dedicata agli abiti di scena del Pinocchio di Matteo Garrone, realizzati dal pluripremiato costume designer Massimo Cantini Parrini. C’è tempo fino al 25 ottobre.
Inaugurata lo scorso 20 dicembre al Museo del Tessuto di Prato, con una media di 3000 visitatori al mese prima che le note e nefaste cronache pandemiche costringessero la location designata ad accoglierla a chiudere momentaneamente in attesa della ripresa, la mostra dedicata ai costumi del Pinocchio di Matteo Garrone ha potuto riaprire i battenti. Prolungata sino al 25 ottobre, l’esposizione temporanea degli abiti di scena creati da Massimo Cantini Parrini per l’adattamento del cineasta romano della celebre fiaba di Collodi, è tornata così a fare sognare i piccoli e grandi appassionati della Settima Arte e dell’intramontabile romanzo dello scrittore fiorentino. E tra questi non poteva di certo mancare Cinematographe, che l’ha visitata per voi in occasione dell’evento organizzato nell’ambito dell’ottava edizione del Prato Film Festival (4 – 8 agosto) e del premio che la kermesse fondata e diretta da Romeo Conte ha conferito al pluridecorato costume designer toscano.
Pinocchio: un percorso espositivo contenente trenta costumi, articolato in due macro-sezioni
Ed eccoci qui al piano superiore del museo pratese di via Puccetti, il più grande centro culturale d’Italia dedicato alla valorizzazione dell’arte e della produzione tessile antica e contemporanea, per condurvi per mano alla scoperta di alcune delle meraviglie dell’ultimo straordinario lavoro di Parrini, con il quale si è aggiudicato il Nastro d’Argento e il David di Donatello di categoria. Proprio l’ambita statuetta, la quarta della sua carriera, custodita in una bacheca di vetro accoglie il visitatore di turno all’ingresso di un percorso espositivo contenente 30 costumi (25 dei quali realizzati dalla Sartoria Tirelli, 5 dalla Sartoria Costumi d’Arte Peruzzi, 2 da Cospazio 26, mentre le parrucche da Rocchetti e Rocchetti) e articolato in due macro-sezioni.
La prima stanza è dedicata al costumista, alle sue fonti d’ispirazione e al processo creativo
La prima stanza della mostra dedicata ai costumi di Pinocchio è dedicata al costumista, alle sue fonti d’ispirazione ed al suo lavoro creativo attraverso video, campionature di tessuti, capi d’abbigliamento storici del XVIII e XIX secolo provenienti dalla sua straordinaria collezione personale, utilizzati come fonti di ispirazione diretta per la creazione degli abiti del film. Non è un caso, infatti, che nell’ambiente sia conosciuto come “L’archeologo della moda”, soprannome che gli è stato attribuito per la smisurata passione nello scovare abiti d’epoca in ogni dove, che sono entrati a fare parte di una galleria che ad oggi conta più di 4.000 pezzi, dal 1630 al 1990, tutti originali e di stilisti iconici.
Il visitatore è accolto da una parete con i bozzetti dei costumi del film
Quelli esposti nella prima delle due sale sono dunque una minuscola parte di una collezione sterminata che farebbe gola a chiunque e della quale abbiamo potuto ammirare un piccolo assaggio. Entrati nello spazio sono la prima cosa che salta all’occhio, con il chiaro scopo del curatore di consegnare al pubblico le chiavi d’accesso al genio di Parrini e alle recenti creazioni per l’ultima fatica dietro la macchina da presa di Garrone. Alla destra, invece, è posizionato un gigantesco video-wall che per estensione arriva a occupare l’intera parete e sul quale scorrono frammenti di interviste e immagini di backstage. Mentre alle spalle un’altra parete accoglie tutti i bozzetti disegnati a mano da Parrini, con al centro ovviamente quello del famoso burattino di legno, interpretato dal giovane talentuoso Federico Ielapi, anch’esso presente all’evento.
Nella seconda sala esposti oltre trenta costumi dei principali personaggi della pellicola
Si passa poi alla seconda sala, vero e proprio cuore pulsante di una mostra che regala emozioni a non finire a quei fortunati che decideranno di visitarla. Questa prevede l’esposizione di oltre trenta costumi dei principali personaggi di Pinocchio, accompagnati da immagini tratte dal film stesso e da alcuni, simbolici oggetti di scena. A sua volta, lo spazio è diviso in due parti da un telone semi-trasparente con impressi alcuni fotogrammi del film. Luci soffuse e fari puntati vanno a illuminare le pedane sopra le quali sono posizionati i manichini con relativi costumi. Nel primo dei due spazi non può non rubare lo sguardo la pedana che ospita il costume di Mangiafuoco e dei burattini del suo circo itinerante. Nella stessa stanza trovano tra gli altri spazio anche quelli del Grillo parlante, Geppetto, mastro Ciliegia, Il gatto e la volpe, Lucignolo e del giudice Gorilla. Guardarli da vicino e osservarne i dettagli, fa rivivere nella mente un immaginario fortissimo e ormai intramontabile.
Il costume di Pinocchio e il suo famoso abecedario sono il fulcro della mostra
E chiudiamo in bellezza la visita con il pezzo forte della mostra, ossia l’abito di Pinocchio, posto al centro dell’ultima stanza insieme al famoso abecedario, a sua volta posizionato in una teca ai piedi del manichino. La retina dello spettatore viene completamente rapito da un costume di scena di grande pregio, che commuove e al contempo strappa un sorriso a chiunque se lo trovi davanti. Impossibile non lasciarsi andare a questo mix di emozioni. Tutto intorno a Pinocchio, una schiera di altri personaggi iconici della fiaba, in primis la Fata Turchina, qui rappresentata da bambina e da adulta, e la simpaticissima e imponente Lumaca.
A questo punto, se siete di passaggio a Prato, vi invitiamo caldamente a fare tappa al Museo del Tessuto, per vedere e apprezzare con i vostri occhi quello che abbiamo provato a descrivervi a parole. Il tutto nella speranza di avervi fatto venire un po’ di acquolina in bocca. E per farlo avete tempo sino al prossimo 25 ottobre. Cosa aspettate?