Non solo Onward: i migliori film sul rapporto tra fratelli (e sorelle)
Da Piccole Donne a Onward, ecco i film con fratelli (o sorelle) protagonisti che hanno segnato la storia del cinema toccando cult d'ogni genere.
Nel film della Pixar Onward – Oltre la magia, i due fratelli elfi Ian e Barley attraversano un mondo magico per ricondurre in vita il padre, venuto a mancare poco prima della nascita di Ian. L’avventura che li vede protagonisti è un racconto sul potere della famiglia, e in particolare del rapporto tra fratelli. Ogni insidia del loro percorso li interrogherà come inseparabile duo, spingendoli a risolvere assieme le difficoltà che incontreranno. Nella maniera tipicamente tenera e avvincente dello Studio d’Animazione Disney, Onward riporta in sala un tema che sprona a riabbracciare i fratelli di vita. Congiunti o meno. La novità è tutta nei modi, perché numerosi film con fratelli protagonisti hanno attraversato la storia del cinema toccando cult d’ogni genere, e flettendosi a seconda dei tempi. Ecco alcuni imperdibili esempi.
Il treno per Darjeeling (2007), di Wes Anderson
Tre fratelli, interpretati da Owen Wilson, Adrien Brody e Jason Shwartzmann, attraversano l’india per ritrovare il loro rapporto. Dopo un anno di lontananza, la morte del padre li obbliga a fare il punto sulla loro vita. Nello sguardo del regista di The Grand Budapest Hotel, i fratelli si colorano di pastello e parlano in maniera assurda. Una tragicommedia che trasporta il rapporto tra fratelli in uno spazio, fisico e mentale, inaspettato. Il treno che li accompagna si muove nella geografia della loro vita riassumendo dinamiche familiari. Forti (e deboli) dei propri caratteri, Peter, Francis e Jack si scontrano in preparazione alla figura materna che dovranno affrontare. La famiglia è, per natura andersoniana, disfunzionale, ma per questo viva e foriera di spunti narrativi in cui ritrovarsi.
Buon compleanno Mr. Grape (1993), di Lass Hallström
Agli albori degli anni ’90, Johnny Depp e Leonardo DiCaprio hanno interpretato due ottimi fratelli in un piccolo film divenuto cult. Buon compleanno Mr. Grape racconta di Gilbert Grape (Johnny Depp), fratello maggior di Arnie (Leonardo DiCaprio). Il primo bada al secondo dopo che il padre è venuto a mancare e la madre è caduta in depressione. DiCaprio inoltre soffre di un ritardo mentale, e solo grazie al fratello riesce a condurre una vita normale. Gilbert però si innamora della nuova ragazza giunta a Endora, nello Iowa. I dubbi sulla vita da condurre, se vicino al fratello o lontano dalla città, lo interrogano sul senso della famiglia e il valore della fratellanza. L’amore fraterno è qui devoto, anche nei momenti di massima frustrazione. “Esserci” diventa l’imperativo di una relazione familiare, nonché punto di partenza e di arrivo di una commedia dai buoni(issimi) sentimenti.
American History X (1998), di Tony Kaye
Il film di Tony Kaye parla di razzismo e odio, ma anche della fragilità psicologica che può sorgere tra due fratelli. Derek (Edward Norton) e Danny (Edward Furlong) vivono infatti una relazione drammatica. Danny, il più piccolo, trascorre il tempo in cui il fratello è in prigione maturando un fascino tossico nei confronti delle sue ideologie naziste. I problemi sorgono quando Derek esce di prigione e racconta di essere cambiato. Le idee che avevano permesso a Danny di avvicinare il fratello in sua assenza, diventano ragione di scontro al suo ritorno. Sulle fratellanze tossiche, Tony Kaye propone inoltre una seconda, ma non secondaria, riflessione. Il piccolo Danny prende parte alla “fratellanza ariana”. Il termine acquista dunque un’inflessione terribile e il rapporto tra pari, in famiglia o con gli amici, si svela nella sua pericolosità.
Thor
Dal Thor di Kenneth Branagh, datato 2011, al più recente Avengers: Infinity War, il rapporto tra il dio del tuono e il fratello Loki ha conquistato lo schermo e gli spettatori. Se infatti i film di Thor hanno meno fan di altri standalone, il duo Loki-Thor ha avuto una rilevanza predominante nelle prime tre fasi del Marvel Cinematic Universe. L’odio-amore con cui hanno attraversato ben sei film si è imposto come esempio di rapporto fraterno complicato ma indissolubile. Nel primo della serie abbiamo avuto modo di vederli bambini, impegnati nell’ascolto devoto del padre Odino. Il flashback è utile a collocare nell’infanzia, e nella famiglia, le divergenze tra Loki e Thor. Lungo le vicende che li vedono protagonisti avranno però modo di riavvicinarsi, passando, in maniera simbolicamente pertinente, da fratelli a nemici, e infine alleati.
Frozen (2013), di Chris Buck e Jennifer Lee
Esiste un libro, pubblicato dopo il successo del primo Frozen, dal titolo significativo: Anna&Elsa – Sisterhood is the strongest magic. Il racconto esplicita il rapporto tra le due sorelle, sciorinando ciò che nel film è il tema portante, sostitutivo di un amore eteronormato tipico del genere. Le due sorelle hanno infatti segnato un punto di rottura nei classici Disney. L’amore tra le due le salva di continuo, senza impedire un’evoluzione singola dei personaggi. Sia nel primo che nel secondo film, Anna ed Elsa hanno modo di scoprirsi in piena autonomia, per poi ritrovarsi rivelando all’altra le conquiste fatte. In tal senso, Anna ed Elsa sono, con tutti gli errori necessari per il proseguimento delle avventure, un esempio sano di rapporto in famiglia. Anche in questo caso, in assenza di genitori le due sono chiamate a svolgere il ruolo di sorelle e genitori, senza però che l’età definisca invalicabili gerarchie.
Piccole Donne
Ogni versione cinematografica del romanzo di Louisa May Alcott tratta, secondo varie declinazioni, il rapporto vivace di quattro sorelle. Meg, Jo, Beth e Amy sono riscoperte, tanto nella versione di George Cukor, datata 1933, con Katharine Hepburn nel ruolo di Jo, quanto nella recente revisione di Greta Gerwig, coi propri pregi e difetti. L’analisi della sorellanza è in ogni caso un rapporto su due gradi: l’insieme e il particolare. Il gruppo delle quattro intervalla ogni singola sorella. A seconda dell’adattamento veniamo invitati a scoprire più un aspetto o l’altro, venendo in qualunque accolti nelle dinamiche interne alle quattro sorelle. I numerosi adattamenti permettono uno squarcio sull’idea di sorellanza dei diversi registi e dei vari anni in cui lavorano. Per quanto infatti gli anni della storia non varino, tenendo l’atmosfera della Guerra di Secessione come punto di riferimento, i valori di cui sono caricate le sorelle rispecchiano gli anni in cui vengono riproposte.
The Blues Brothers (1980), di John Landis
L’intramontabile duo in missione “per conto di Dio”. I Blues Brothers rappresentano l’aspetto conciliatorio del rapporto tra fratelli. Certo, hanno i loro momenti difficili. Come all’inizio, quando Jake (John Belushi) torna dalla galera e scopre che il fratello Elwood (Dan Aykroyd) ha messo in seria difficoltà il loro business. Ma il folle piano che ideano per sistemare tutto chiede di riappacificare le divergenze e agire assieme. Tra un pezzo indimenticabile e l’altro, i Blues Brothers riescono anche a salvare la casa d’infanzia, e con essa i loro ricordi.
Il ladro di orchidee (2002), di Spike Jonze
Nicolas Cage è il fratello di…Nicolas Cage. Surreale? Un film scritto da Charlie Kaufman e diretto da Spike Jonze non può essere altrimenti. Il ladro di Orchidee, in originale Adaptation, è un racconto semi-autobiografico sul rapporto di gelosia e ammirazione tra Charlie Kaufman e il fratello Donald. I due sono interpretati allo stesso momento da Cage, sul quale grava il peso di due personalità opposte e sovrapponibili. La sceneggiatura è davvero articolata, ma il film riesce proporre una visione del rapporto tra fratelli che occupa lo spazio della mente ancor prima dei sentimenti.