Bif&st 2016 – Vieni a vivere a Napoli!: recensione
Vieni a vivere a Napoli! è l’anteprima che ha concluso la quarta giornata del Bif&st 2016 nella splendida cornice del Teatro Petruzzelli nel cuore pulsante di Bari. Il film, composto da tre racconti, è diretto da altrettanti registi che portano la firma di Francesco Prisco, Guido Lombardi e Edoardo De Angelis chiamati a raccontare la loro Napoli.
I tre episodi intitolati Nino e Yoyo, Luba e Magnifico Shock raccontano tre diverse facce di Napoli, ma soprattutto, tre diverse nuance degli abitanti di questa grande città sempre più crogiolo di variopinte sfumature etniche.
La prima storia, diretta da Guido Lombardi, ha come protagonista un burbero portiere di un grande condominio, Nino, interpretato da Gianfelice Imparato. Annoiato dal suo lavoro, vive con sua sorella Anna, donna che per arrotondare si prende cura del piccolo Chang quando la madre del bambino è impegnata col suo lavoro. Nino, che vive di pregiudizi nei confronti dei cinesi, sempre più onnipresenti, non vede di buon occhio il ragazzino. Quando poi Anna è chiamata ad allontanarsi da casa per una settimana, Nino sarà costretto a prendersi cura di Chang, soprannominato ironicamente Yoyo, ritrovando poi un risvolto inaspettato alla non voluta condizione.
Questo primo breve racconto ha una forte carica espressiva e comica, pregna di teatro partenopeo. La presenza di certi elementi, pure leggermente stereotipati, non soffrono di una scrittura scherzosa mantenuta costante da un ritmo spassoso.
Il secondo episodio vede protagonista Luba, una donna ucraina che, lasciato il suo Paese dove era una star televisiva, è finita a fare la badante ad un anziano signore napoletano. Vessata dai suoi datori di lavoro, viene licenziata per un misero errore e si ritrova di notte per le strade di Napoli in cerca di una sistemazione. Diretto da Francesco Prisco, Luba, è certamente differente da Nino e Yoyo, narrando una Napoli notturna e le peripezie di una donna spaesata e sola. Meno lieve nella sua parte comica, il cavallo di battaglia di questa storia è certamente l’interpretazione della sua protagonista, Valentina Lapushova. L’attrice, alla sua prima esperienza nel Cinema, dà una perfetta caratterizzazione al suo personaggio e con un lavoro gentile, timido e pacato, mette in scena una donna smarrita ma al tempo stesso coraggiosa e desiderosa di un piccolo riscatto personale.
Il terzo ed ultimo corto, diretto da Edoardo de Angelis porta il titolo di Magnifico Shock e racconta la paradossale giornata che catapulta il giovane Amila, barista del centro città, nell’auto che accompagna la promessa della musica napoletana, Miriam, in lungo e largo tra interviste in radio, comparse a Comunioni e Matrimoni.
Meno convincente dei tre racconti, Magnifico Shock descrive anche con un pizzico di sarcasmo la Napoli estrosa e bizzarra fatta di fasti ed esagerazioni.
Vieni a vivere a Napoli! è uno sfaccettato dipinto che racconta volti e personalità. La città che fa da sfondo al film è teatro di mille personaggi diversi ed unici. L’architettura, questa volta messa da parte, ma certamente viva nello spirito – e i problemi della città per una volta accantonati – pone il passo all’anima vera di Napoli: i suoi abitanti, napoletani madrepatria e napoletani trapiantati.