Cobra Kai – Stagione 2: recensione della serie Netflix
La recensione della seconda stagione della serie tratta dalla trilogia di Karata Kid. Finale spettacolare, grandi ritorni e new entry, per una season che diverte ma non conquista come la precedente. Dal 28 agosto su Netflix.
La stagione inaugurale ci aveva lasciato con l’acquolina in bocca e tanta curiosità. La vittoria al torneo di All Valley del nuovo Cobra Kai, risorto dalle ceneri sotto la guida del più volte campione Johnny Lawrence (William Zabka), a sua volta sconfitto ai punti trent’anni prima dal suo acerrimo nemico Daniel LaRusso (Ralph Macchio) su quello stesso tatami, aveva di fatto pareggiato i conti. Poi in zona Cesarini, quando tutto sembrava volgere al termine, gli autori della serie hanno piazzato e innescato sulla timeline una potentissima “carica esplosiva”, destinata a implodere nel prologo del pilot di questa seconda stagione. Si tratta del ritorno atteso quanto scontato di John Kreese (Martin Kove), ossia di colui che aveva fondato il temuto dojo e stabilito le sue dure regole d’ingaggio, nel frattempo caduto in disgrazia e tornato chissà da dove per riprendere ciò che un tempo era suo.
Cobra Kai – Stagione 2: new entry e vecchie conoscenze animano le vicende del sequel della serie tratta da Karate Kid
Un’ottima premessa per riaprire le ostilità e dare un nuovo decisivo slancio alla serie, approdata dal 28 agosto su Netflix che, dopo averne acquisiti i diritti, ha subito messo in cantiere una terza stagione in arrivo nel 2021. Un appuntamento che si preannuncia altrettanto esplosivo se si pensa a quanto visto nel decimo e conclusivo episodio della stagione numero 2. Qui il team di autori e i registi di turno Jon Hurwitz e Hayden Schlossberg hanno dato il meglio di sé, portando sullo schermo un epilogo adrenalinico e una bella sorpresa finale, anch’essa prevedibile ma che tardava ad arrivare. La mega super rissa nei corridoi del liceo il primo giorno di scuola tra i membri del Cobra Kai e del Miyagi-Do, con tanto di piano sequenza tra un combattimento e l’altro, consegna finalmente allo spettatore quelle sequenze marziali che nel corso della stagione si contano invece sulle dita di una mano (il tutti contro tutti e l’allenamento nella cella frigorifera, in scena rispettivamente nel quinto e sesto episodio). Scontro, questo, che avrà anche delle drammatiche conseguenze, con il grave ferimento di Miguel (Xolo Maridueña), che ora rischia la vita su un letto d’ospedale e del quale conosceremo le sorti nella nuova stagione.
La seconda stagione di Cobra Kai non entusiasma come la precedente, ma coinvolge in uno spettacolare finale
E dulcis in fundo arriva la sorpresa della quale vi abbiamo parlato, con il nome di Ali Mills apparire sul display del cellulare di Johnny. Del resto il personaggio interpretato da Elisabeth Shue è e resta un caposaldo di Karate Kid, di conseguenza non poteva mancare all’appello in Cobra Kai. In fondo è lei la “causa” scatenante della contesa amorosa tra Lawrence e LaRusso, prima ancora di quella agonistica nel campo delle arti marziali. Insomma, c’è da attendersi nuovi ritorni di fiamma che metteranno a dura prova le attuali relazioni sentimentali dei due rivali. Nel frattempo inganniamo l’attesa con una seconda stagione che non ha entusiasmato come la precedente, forse perché il gioco di rimandi e l’effetto nostalgia hanno in parte esaurito la loro carica di partenza. Anche questa season si presenta come un fan service a tutti gli effetti e in quanto tale offre al pubblico, in particolare agli inguaribili nostalgici della matrice originale, ossia la trilogia di Karate Kid, un susseguirsi di citazioni, personaggi storici (persino una reunion dei vecchi allievi del Cobra Kai, tra cui Bobby Brown), battute, oggetti (il tamburello di Karate Kid II – La storia continua…), flashback e déjà-vu. Il tutto ovviamente proiettato in un presente che guarda costantemente agli eventi narrati nei primi capitoli della saga, nello specifico a The Karate Kid – Per vincere domani, con riferimenti continui e sequenze estrapolate che creano cortocircuiti spazio-temporali tra ciò che è e ciò che è stato.
Bullismo, legami e redenzione sono i temi portanti di Cobra Kai – Stagione 2
I temi al centro delle serie restano gli stessi anche in questi dieci episodi e alimentano costantemente la scrittura: bullismo, rispetto, legami e redenzione. Su e intorno ad essi Cobra Kai costruisce le dinamiche narrative e le emozioni, consegnando al pubblico un prodotto di puro intrattenimento, nel quale lo humour va di pari passo con il “valzer” amoroso che coinvolge le vecchie e le nuove generazioni.