Dune (2020): analisi e significato del primo trailer
Dopo il rilascio del teaser ecco il ricco trailer dell'attesissimo Dune di Denis Villeneuve, in uscita il 18 dicembre 2020. Analizziamolo più da vicino.
Come promesso dal teaser, a 24 ore di distanza è stato rilasciato il primo trailer dell’attesissimo Dune di Denis Villeneuve, che dopo Blade Runner 2049 torna al cinema con il “facile” compito di riproporre un adattamento cinematografico della saga sci-fi letteraria creata da Frank Herbert (suo desiderio adolescenziale, pare). Un’impresa etichettata come maledetta nel corso del tempo a causa del destino a cui è andata incontro la versione di Jodorowsky (se volete approfondire l’argomento c’è un bellissimo documentario del 2013 al riguardo) e al fallimento del tentativo di David Lynch uscito nelle sale nel 1984. E a dir la verità anche la produzione di questo nuovo film non è proceduta molto spedita prima dell’arrivo del regista canadese.
Ad ogni modo. Il trailer è veramente molto ricco e generoso di anticipazioni per quanto riguarda trama, atmosfere, toni e scenografie. In più svela praticamente tutti i personaggi annunciati (e non sono pochi), con tanto di schieramenti.
Dune (2020): mondi, storie e personaggi del film
Ma prima: Dune di Villeneuve è prodotto da Warner Bros. e Legendary Pictures ed uscirà nelle sale il 18 dicembre 2020. Si tratterà del primo di due capitoli, che nei piani della produzione adatteranno il romanzo. La sceneggiatura è stata scritta dal regista insieme a Eric Roth e Jon Spaihts, la fotografia è di Greig Fraser (premio Oscar per Lion) e la colonna sonora è curata da Hans Zimmer. Nel ricchissimo cast troviamo Timothée Chalamet, Rebecca Ferguson , Dave Bautista, Stellan Skarsgård, Charlotte Rampling, Oscar Isaac, Zendaya, Javier Bardem, Josh Brolin e Jason Momoa.
Dune: trailer e sinossi del film
Dune racconta di Paul, della casa Atreides, giovane erede del Duca Leto, e della sua missione sull’inospitale pianeta Arrakis, dove si troverà suo malgrado al centro di una guerra per il controllo della più grande fonte di potere dell’universo. Solo se riuscirà ad esprimere e controllare il suo potenziale nascosto potrà sopravvivere e creare una nuova casa per la sua famiglia.
Paul (Timothée Chalamet)
Il trailer di Dune è montato seguendo la conversazione tra Paul Atreides (Chalamet) e la Reverenda Madre Mohiam (Rampling), di cui vediamo qualche “doloroso” frammento.
Il ragazzo racconta delle sue visioni riguardo il prossimo futuro, tra le quali spicca la disfatta della sua casata e il suo incontro con una misteriosa ragazza (la Chani di Zendaya) nel mezzo del deserto. Mentre la donna, dopo aver messo alla prova le sue abilità, conferma al giovane la fine degli Atreides e gli annuncia il suo destino, di cui pare che Paul cominci a rendersi man mano conto con lo scorrere delle immagini.
Un modo ingegnoso di costruire il trailer perché, mixando dimensione onirica a realtà, si permette di mostrare allo spettatore tante cose e allo stesso tempo continuare a mescolare le carte, togliendo tutte le coordinate temporali a ciò che si vede su schermo. Anche se, ad uno sguardo più accurato, quasi tutto si può ricostruire.
Il trailer di Dune inizia e finisce con Paul Atreides, confermando come il film di Villeneuve si concentri esclusivamente sulle origini dell’eroe Paul. Un racconto di formazione in senso stretto, composto dalla visione classica della nascita del prescelto, risorto dalle ceneri della sua famiglia con il compito di superare se stesso (“al di là della paura il destino ti attende“) da coniugare con temi di attualità come la guerra santa e la persecuzione di un popolo per lo sfruttamento delle sue risorse, forse lasciati più sullo sfondo. Ecco, a proposito di questo, nulla si è detto della Spezia (a parole, sia chiaro, perché gli occhi blu intenso vengono mostrati più di una volta), né della Gilda dei Mercanti o dell’Imperatore.
Dune (2020): la trappola
Oltre alla figura di Paul, il trailer di Dune si lascia andare anche sulla casata degli Atreides, di cui ci vengono mostrati il pianeta e la casa reale, il loro attaccamento agli antenati, la loro poca ambizione al comando e, ovviamente, i vari esponenti, grondanti regalità al momento del loro arrivo su Arrakis.
Nello specifico, ci vengono introdotti il duca Leto (Isaac), la sua amante Lady Jessica (Ferguson) e i due mentori di Paul, il maestro d’armi Gurney Halleck (Brolin) e il condottiero Duncan Idaho (Momoa). Il primo è l’insegnante del ragazzo e le immagini con loro due intenti ad allenarsi ci permettono di osservare la tecnologia usata in combattimento dalla casata Atreides, mentre il secondo è uno dei suoi amici più affezionati, nonché un guerriero letale, esponente dello stile di combattimento peculiare dei soldati del Duca. In queste scene possiamo notare la presenza di rilevatori blu e rossi, segnali di ferita mortale o meno, nonché la nuova versione delle barriere.
Nonostante la ferocia e la bravura in combattimento di Idaho, il trionfale sbarco sul pianeta deserto degli Atreides si trasforma presto nella loro tomba di fuoco, come testimoniano le spettacolari immagini della battaglia con un misterioso esercito nemico, capeggiato, pare, da un omone con la faccia di Stellan Skarsgård. Non ci viene detto dal trailer, ma sappiamo che quello è il barone Harkonnen, uno degli antagonisti principali di Dune, ritratto anche mentre è intento a farsi un bagno ristoratore. Oltre a lui ci viene mostrato anche uno dei suoi luogotenenti principali, Rabban la Bestia, interpretato da Dave Bautista, guarda un po’. Un accenno veloce ad ognuno di loro, il giusto per farci scorgere il design più serioso e con meno capelli rossi con cui sono stati concepiti. Come un accenno veloce è quello che ci viene concesso per osservare la versione al femminile del dottor Liet-Kynes, interpretata da Sharon Duncan-Brewster, e il nuovo dr. Wellington Yueh con il volto del taiwanese Chang Cheng.
Chiudiamo nel deserto. È giorno quando incontriamo una tribù di indigeni dotata di tute distillanti, tra i cui membri possiamo scorgere brevemente Javier Bardem, che sappiamo interpretare Stilgar, il capo, e di cui pare faccia parte anche la ragazza che Paul vede sin dall’inizio del trailer. È notte quando facciamo la conoscenza della nuova versione dei vermoni, uno dei simboli di Dune.
Deakins, Fraser e… i Pink Floyd nella colonna sonora di Dune
Note tecniche. Lasciato da parte il due volte premio Oscar (l’ultima con 1917) Roger Deakins, suo direttore della fotografia in Blade Runner 2049, Prisoners e Sicario, Villeneuve è affiancato in Dune da Greig Fraser, che, tra l’altro, ha lavorato in Rogue One: A Star Wars Story e a tre episodi della serie The Mandalorian. E visto che nulla è casuale, ci sono delle cose in comune che si possono trovare nelle immagini delle due pellicole: l’idea pare infatti quella di riproporre un taglio da concept sci-fi commerciale contemporaneo, appunto quasi uno Star Wars più serioso. Anche se, parlando esclusivamente di fotografia, nel trailer si notano delle vette nei toni caldi che ricordano un po’ le ultime collaborazioni tra Deakins e il regista canadese.
Film Star Wars: in che ordine vederli?
Il nuovo lavoro di Fraser in generale sembra cercare di puntare su un’atmosfera cupa (forse si è allenato per The Batman) ed emotivamente fredda, giocando più o meno con lo stesso contrasto e lavorando con una palette di colori molto povera. Ad ogni modo, una visione che fa scopa con lo stile minimalista della scenografia, riscontrabile soprattutto nella composizione molto asciutta degli interni, simile a quella di alcuni luoghi visti in Blade Runner; con la sobrietà dei costumi e con il design essenziale delle navicelle spaziali.
Bella la scelta di usare Eclipse. I Pink Floyd dovevano essere parte della colonna sonora del Dune ideato da Jodorosky.