The Crown – stagione 4: spiegazione del finale della serie TV
I dieci episodi della stagione 4 di The Crown raccontano gli anni '80 con tre protagoniste: Diana, Elisabetta e Margaret Thatcher.
La stagione 4 di The Crown termina con l’amaro in bocca. Mentre la Regina Elisabetta (Olivia Colman) scompare sempre più profondamente nella corona, gli altri protagonisti della stagione – Carlo (Josh O’Connor), Diana (Emma Corrin) e Margaret Thatcher (Gillian Anderson) – si ritrovano a fare i conti con un destino funesto da una parte e lo scontento popolare dall’altra.
La serie giunta alla quarta stagione non accenna a perdere colpi e rimane uno dei prodotti più interessanti del panorama seriale (non solo di Netflix, ma in generale). La storia procede per raccontare gli anni ’80 e si dedica alle grandi figure femminili protagoniste del decennio: la regina, la Thatcher e Diana. Tre esempi molto diversi, tre donne forti e fragili, tre icone. Ma non solo: The Crown 4 affronta l’imbarazzante parentesi della guerra delle Falkland del 1982, parla col tono giusto dell’IRA (affiancando il funerale di Lord Louis Mountbatten alle parole dei rivoluzionari irlandesi e alla sofferenza provocata dall’Imperialismo inglese) e racconta a coloro che non la conoscevano la storia di Michael Fagan (Tom Brooke), l’uomo che per due volte fece irruzione a Buckingham Palace per chiacchierare con la regina.
La serie mostra anche le visioni contrastanti di Thatcher ed Elisabetta sull’apartheid in Sud Africa e dedica i suoi momenti finali alla caduta della Lady di ferro nel 1990. Entriamo sempre più profondamente nella vita della famiglia reale conoscendo da vicino i due figli minori Andrea (Tom Byrne) ed Edoardo (Angus Imirie) e scandalizzandoci per quella tristissima parentesi riguardante le cugine di Elisabetta e Margaret istituzionalizzate e dimenticate dalla propria famiglia.
The Crown 4: la storia di Carlo e Diana
I momenti più interessanti della stagione – per forza di cose – riguardano però Carlo e Diana. I dieci episodi partono dal loro incontro alla fine degli anni ’70, seguono il fidanzamento lampo e il matrimonio “da favola” del 1981 (con quell’abito che ci viene mostrato di sfuggita perché tanto lo conosciamo tutti a memoria). Raccontano anche, però, la rapida distruzione del loro rapporto, la gelosia, l’infedeltà e la generale incopatibilità della coppia. Carlo continua la sua storia d’amore con Camilla Parker-Bowles (Emerald Fennell) nonostante la nascita del primogenito William nel 1982 e di Harry nell’84. L’amore lascia presto spazio al risentimento e, entro la fine del decennio, entrambi non vogliono altro che la separazione.
Il dramma culmina nel 1989 quando Diana si trova da sola a New York e nel 1990 durante una festa natalizia degli Windsor a Balmoral. Nell’episodio 9, intitolato “La valanga“, Carlo trova il coraggio di rivelare ai suoi genitori la volontà di porre fine al matrimonio, ma Diana si dice convinta di voler continuare. Invece di imitare lo sforzo della moglie, però, Carlo si allontana ancora di più e la serie prende una posizione disegnando Carlo nei panni del cattivo della situazione: il ragazzo vittima delle circostanze e della propria famiglia, lascia spazio a un uomo freddo, egoista e calcolatore; un vero e proprio villain. Come conseguenza della forzata solitudine Diana lo tradisce con il Maggiore James Hewitt, tradimento che viene riferito a Carlo dagli agenti di sicurezza.
Intanto il tour di Diana negli States è un trionfo e il carisma della moglie ferisce Carlo più di una coltellata; Camilla realizza che il pubblico non la amerà mai quanto ama Diana e ha ragione. Il risultato è che tutte le parti coinvolte sono infelici, inscatolate in ruoli che non gli appartengono più e che, forse, non gli sono mai appartenuti. The Crown usa le parole di disgusto di Carlo nei confronti del comportamento di Diana a New York per rappresentare il generale sentimento della Famiglia reale sul suo “teatrino egoista” quando abbraccia dei bambini malati di AIDS. Anche nella realtà gli Windsor disapprovano la volontà di Diana nel scegliere così pubblicamente di sostenere cause che la corona considerava “controverse”.
Nei momenti finali ci troviamo alla festa di natale del 1990. Sia Carlo che Diana hanno tentato di parlare con la regina, ma nessuno ha avuto successo: il loro matrimonio deve continuare per il bene della Corona. I loro desideri, però, rimangono chiari: Carlo vuole Camilla e Diana vuole la libertà, non solo dal matrimonio, ma anche dalla Famiglia Reale. Quest’ultima viene incalzata da Filippo, il quale le fa capire che il suo allontanamento non converebbe a nessuno, soprattutto a lei. Diana vive le parole del Principe come una minaccia e noi non possiamo fare a meno di pensare che la serie prenderà una posizione ambigua nella morte della donna.
The Crown: l’ascesa e la disfatta di Margaret Thatcher
Margaret Thatcher è stata Primo ministro per 11 anni e non c’è dubbio che dopo di lei il Regno Unito sia un Paese molto diverso. Il suo mandato termina nel 1990 quando la donna si trova costretta a dare le dimissioni dopo che il suo partito le si rivolta contro. Durante una delle loro ultime udienze, la Iron Lady chiede alla Regina di intervenire sciogliendo il Parlamento, ma Elisabetta la dissuade. Alla fine la Thatcher si dimette lasciando il posto a John Major e ponendo fine a una decade unica per l’Inghilterra e per il mondo occidentale; una decade governata da due donne molto potenti, ma molto diverse.
Il contrasto tra le due donne è chiaro fin dall’inizio, sebbene sia cristallino anche il mutuo rispetto che l’una prova nei confronti dell’altra. La severità della Thatcher plasma senza dubbio l’Inghilterra e il risultato viene aspramente criticato dalla serie che racconta un Paese sommerso dalla disoccupazione e da conflitti interni irrisolvibili. Nel 1986 Thatcher e Regina si scontrano sulla posizione che il Paese dovrebbe avere nei confronti dell’apartheid sudafricano (la storia dimostra come poi l’intervento inglese sia stato fondamentale nello smantellamento di quel sistema razzista) e il loro confronto è tanto duro da dimostrare una cosa sorprendente: se messa a confronto con la Lady di ferro, la Regina ha visioni modernissime. Il risultato di questo scontro è la diffusione su carta stampata dello scontento della Regina riguardo il governo Thatcher; diffusione che rappresenta una violazione esplicita di una regola fondamentale: il monarca non dovrebbe esprimere apertamente le proprie opinioni politiche.
Alla fine, però, la Regina riconosce il servizio fornito alla Gran Bretagna di Margaret Thatcher, presentandole una medaglia al merito e sigillando un rapporto conflittuale, certamente, ma pregno di considerazione reciproca.