Quibi: la piattaforma chiude ufficialmente dopo soli 8 mesi
La piattaforma streaming per cellulari Quibi è ufficialmente morta, con l'app non più utilizzabile da martedì 1 dicembre.
La piattaforma streaming di Jeffrey Katzenberg e dell’ex CEO di eBay Meg Whitman, Quibi, è stata ufficialmente chiusa segnando la fine della sua breve vita
Jeffrey Katzenberg, che ha diretto la Disney dal 1984 al 1994 e ha anche co-fondato la Dreamworks Pictures, e Whitman hanno lanciato l’app nell’aprile 2020, proprio all’inizio della pandemia di coronavirus. Caratterizzata da contenuti “mordi e fuggi”, da cui il nome Quibi (quick bites), il servizio di streaming sembra aver sofferto fin da giorno del suo lancio, gravato da problemi economici legati alle tasse di licenza sui contenuti.
Non solo era disponibile solo su un’app per telefono, limitando le opzioni di visualizzazione, ma gli show e i film realizzati per il servizio soffrivano di mancanza di qualità. Dallo strano film di Sophie Turner Survive, che è stato suddiviso in 12 episodi, o capitoli, non più lunghi di 10 minuti ciascuno, al reboot di Punk’d con Chance the Rapper, la programmazione di Quibi non è riuscita a sintonizzarsi con il pubblico in modo significativo. Kaztenberg e Whitman sono stati costretti ad annunciare la chiusura del servizio in ottobre dopo che il numero di abbonati non era cresciuto costantemente come atteso.
Ora, secondo Variety, Quibi è ufficialmente morta, con l’app non più utilizzabile da martedì 1 dicembre. Mentre il sito web e l’app dell’azienda sono ancora attivi e funzionanti, i contenuti stessi non sono disponibili. L’app è ancora scaricabile tramite l’App Store sui dispositivi Apple e tramite Google Play Store per i dispositivi Android, ma quando viene richiesto di accedere, gli utenti visualizzano un messaggio di errore e non sono in grado di riprodurre in streaming alcun contenuto. Il servizio di streaming, che è stato lanciato con grande clamore, è quindi morto meno di otto mesi dopo il lancio.
Sebbene non ci sia stato alcun annuncio ufficiale oggi, da parte di Quibi, la data di chiusura è collegata a una dichiarazione precedente in cui si affermava che il servizio sarebbe andato offline da dicembre. Non è sicuro a questo punto se Katzenberg e Whitman siano riusciti a vendere uno qualsiasi dei contenuti che erano disponibili su Quibi, ma non c’è motivo di credere che anche se lo faranno, saranno in grado di recuperare l’enorme costo iniziale dei contenuti (oltre 1 miliardo di dollari). C’è anche la questione della causa che Quibi deve affrontare da parte di Eko, che sostiene che la loro tecnologia è stata rubata dall’app.
Lo spettacolare fallimento di Quibi è notevole non solo per la rapidità con cui è successo, con l’app che non è durata nemmeno un anno, ma anche perché è un segnale di avvertimento per gli streamer. Mentre colossi del calibro di Netflix, Amazon e Disney stanno andando abbastanza bene, Quibi può essere un ammonimento per altre società che cercano di farsi strada nel mercato dello streaming. La fine dell’app dimostra che non tutti i servizi di streaming possono prosperare e le new entry del mercato dovranno lavorare sodo per assicurarsi di accaparrarsi una fetta di pubblico in uno spazio di contenuti sempre più saturo.