Enola Holmes: come è finita la faida legale tra Netflix e la Conan Doyle Estate?
Sembra essersi conclusa la faida legale tra Netflix e la Conan Doyle Estate, nata per violazione del copyright e del marchio da parte del film Enola Holmes.
Ecco come si è conclusa la causa legale tra Netflix e la Conan Doyle Estate, in seguito all’uscita del film Enola Holmes
Pochi mesi fa, prima dell’uscita di Enola Holmes su Netflix, abbiamo riportato che lo streamer era stato citato in giudizio dalla Conan Doyle Estate (il creatore del personaggio di Sherlock Holmes). La denuncia riguardava Netflix, Legendary Pictures, Penguin Random House e altri, tra cui l’autrice Nancy Springer, la cui serie di libri costituisce la base del nuovo film interpretato da Millie Bobby Brown e da Henry Cavill. La causa era stata intentata per violazione del copyright e del marchio.
Da giugno, quando risale la notizia, non c’è stato più nessun aggiornamento sulla faccenda. Fino ad ora. THR riporta che tutte le parti coinvolte hanno presentato istanza per l’archiviazione della causa poiché l’hanno risolta in via extragiudiziale. Il nocciolo della causa era: nonostante Sherlock Holmes come personaggio abbia più di 130 anni e, la maggior parte delle storie, siano di pubblico dominio (il che significa che chiunque sarebbe libero di creare opere basate sul personaggio), non tutte le storie con il personaggio creato da Conan Doyle sono in realtà di pubblico dominio. Come ha rivelato la denuncia, cinquanta delle sessanta storie o opere scritte dall’autore con protagonista Sherlock Holmes sono di dominio pubblico, ma dieci di esse (raccolte in The Case-Book of Sherlock Holmes e pubblicate dal 1921 al 1927), sono solo parzialmente di pubblico dominio. Queste storie sono lentamente entrate nel pubblico dominio dal 2016, ma alcune sono ancora protette da copyright.
Nel 2014 la Conan Doyle Estate ha perso la maggior parte del suo dominio su Sherlock Holmes quando è stato stabilito che tutte le storie scritte sull’iconico detective prima del 1923 erano di dominio pubblico. Nell’ultima causa la Doyle Estate sostiene che la differenza tra le storie di dominio pubblico e quelle coperte da copyright sono le emozioni. “Dopo le storie che sono ora di dominio pubblico e prima delle storie protette da copyright, è avvenuta la Grande Guerra”, si legge nella denuncia. “Nella prima guerra mondiale Conan Doyle perse il figlio maggiore, Arthur Alleyne Kingsley. Quattro mesi dopo perse suo fratello, il generale di brigata Innes Doyle. Quando Conan Doyle tornò su Holmes nelle storie coperte da copyright tra il 1923 e il 1927, ma non bastava più la sua mente analitica e razionale, Holmes doveva essere umano. Il personaggio doveva sviluppare la connessione umana e l’empatia”.
E così Sherlock “è diventato più caloroso”, continua la denuncia, ponendo la questione che lo sviluppo dei sentimenti sia qualcosa che può essere protetto dal diritto d’autore e che la presunta rappresentazione di Sherlock in Enola Holmes sia in qualche modo “fuorviante”. Questa non è la prima volta che la Doyle Estate ha tentato di sfruttare le ultime storie rimaste. Nel 2015 hanno fatto causa al film Mr. Holmes – Il mistero del caso irrisolto, una causa che è stata successivamente risolta.