La grande rabbia: recensione del film di Claudio Fragasso

Roma, 2014. La periferia di Tor Vergata è in rivolta, alcuni cittadini arrabbiati occupano il quartiere per chiedere un intervento da parte del Comune e dello Stato, mentre i poliziotti sono tra le prime file in tenuta antisommossa. Fatti realmente accaduti, che, con immagini originali e interviste agli abitanti del quartiere, scandiscono, come una colonna sonora, il ritmo de La grande rabbia, film documentario diretto da Claudio Fragasso.
In questo sfondo, i protagonisti sono Matteo, Benny e una forte amicizia che li lega. Matteo vive con il fratello poliziotto, il padre pensionato e si rifiuta di seguire le loro orme. Benny è di colore, con un forte accento romano ed è appena uscito di prigione avendo scontato la pena per incontri clandestini. Nel suo primo giorno di libertà, in palestra, incontra Matteo e lo ingaggia come manager per un incontro di fighting clandestino serale, quell’incontro che se vinto, cambierà le loro vite per sempre grazie a 50.000 euro in contanti.

La grande rabbia

Alla fine di queste 24 ore in cui si svolge la storia, le loro vite cambieranno, anzi verranno stravolte, non solo per quell’incontro di combattimento, ma per tanti altri incontri. Incontri con persone, con realtà diverse e talvolta molto difficili.

Claudio Fragasso racconta la Roma de La Grande Rabbia, quella che percorre il tessuto socio culturale di una grande città, fatta di quotidianità e difficoltà.

I due protagonisti attraversano la città, passando dalle vie centrali, ai campi abitati dagli zingari, alla periferia di Tor Vergata. Lo spettatore li segue in questo viaggio a piedi e di corsa, ascolta i loro discorsi, le loro speranze di vivere una vita migliore, in una città che si presenta come molto difficile, grande e composta da tante diverse realtà.
Una città lontana dalle bellezze artistiche del centro storico, dalle macchine fotografiche dei turisti, dalle uscite notturne e dal divertimento sfrenato. La città di questo film è quella delle periferie, dei loro abitanti, della rabbia di chi cerca risposte nei confronti dello Stato e che nel frattempo affronta la realtà quotidiana, cercando dei colpevoli, che talvolta colpevoli non sono.

La grande rabbia

La grande rabbia , alternando immagini originali a fantasia narrativa, racconta tante diverse realtà senza giudicarle. Incastrandole tra di loro come i pezzi di un puzzle e,di conseguenza, facendole diventare parte di una visione d’insieme. La visione di una città, di un Paese, che sta affrontando da anni non solo una forte crisi economica, ma anche un mutamento culturale profondo.
Un cambiamento socio culturale di questa portata può spaventare e cogliere impreparati, soprattutto chi vive davvero quotidianamente il tessuto cittadino.
Matteo e Benny, all’inizio sembrano slegati da questa realtà, con i loro problemi, i loro combattimenti e la loro voglia di cambiare, ma poi girando per Roma si ritrovano inevitabilmente inseriti in questo circuito e ne diventano narratori.
Claudio Fragasso e Rossella Drudi, hanno realizzato questo film con l’autofinanziamento, riducendo i costi e i tempi di realizzazione, credendo fortemente in questa narrazione.
La grande rabbia è un film realizzato tra il 2014 e il 2015, in cui i suoi ideatori hanno investito energie e sacrifici per raccontare una storia tra finzione e realtà, che emoziona, con personaggi veri e con accadimenti che ci riportano con un balzo nella vita vera. Quella delle periferie, della quotidianità, delle difficoltà economiche e sociali, quella vita che cerca un lieto fine, ma non è detto che lo trovi.
La grande rabbia vi aspetta al cinema a partire dal 28 aprile.

REGIA - 3.5
SCENEGGIATURA - 3
FOTOGRAFIA - 3.5
RECITAZIONE - 3
SONORO - 3.5
EMOZIONE - 3.5

3.3