Red Dot: la spiegazione del finale del film Netflix
Cosa succede alla fine di Red Dot, il thriller scandinavo dalle venature horror targato Netflix? ALLERTA SPOILER!
Gettare fumo negli occhi, depistare, portare chi hai di fronte a pensare una cosa piuttosto che un’altra. Un po’ come in una mano di poker in cui il giocatore di turno cerca di tenere nascosto sino all’ultimo il punto o il bluff, magari rilanciando nella speranza che l’avversario abbandoni la partita. È quello che ha tentato di fare, a nostro avviso riuscendoci, Alain Darborg nella sua opera seconda Red Dot, rilasciata su Netflix lo scorso 11 febbraio dove è andata a collocarsi subito nella Top Ten dei titoli più visti. Con la complicità del compagno di scrittura Per Dickson, il cineasta svedese ha mescolato continuamente le carte in tavola, facendo molta attenzione a non rivelare l’esistenza di un vero e proprio asso nella manica, un twist che a una ventina di minuti circa dall’epilogo entra letteralmente a gamba tesa sul disegno narrativo e drammaturgico consolidatosi nella mente dello spettatore, stravolgendolo.
Red Dot cambia pelle rivelando la sua vera natura thriller
Indipendentemente dall’analisi critica e dal livello di gradimento raggiunto in termini di audience, c’è da riconoscere alla scrittura e alla sua trasposizione la capacità di aver abilmente tratto in inganno lo spettatore. Per farlo ha giocato con un ventaglio di generi, passando dal dramma sentimentale all’horror nelle sue diverse declinazioni e al survivor-movie in terre ostili, fino a rivelare la sua vera natura, quella del thriller, la stessa che in maniera assolutamente embrionale si era timidamente affacciata sullo schermo nel corso della timeline. In quella che calcisticamente parlando chiamano Zona Cesarini, il regista scandinavo piazza il colpo ad effetto che cambia volto al film, arrivando persino a mettere in discussione i personaggi e le rispettive posizioni nello scacchiere del bene e del male.
In Red Dot una coppia in crisi finisce nel mirino degli omicida di turno
Fino a quel momento si prefigurava l’ennesima minestra riscaldata, con la coppia di turno finita nelle mani, in questo caso nel mirino (il red dot del titolo), di un gruppo di omicida. Con la speranza di mettersi una crisi matrimoniale alle spalle e con la prospettiva di diventare da lì a qualche mese genitori, Nadja e David (interpretati da Nanna Blondell e Anastasios Soulis) vanno a trascorrere un weekend romantico nel nord della Svezia. Un’escursione in tenda si trasforma in una spietata caccia all’uomo e in una lotta per la sopravvivenza, dove loro sono le prede e due teste calde della zona i presunti carnefici. Strada facendo questa tesi verrà completamente smontata, mostrando la totale estraneità ai fatti di quelli che si pensavano essere i cattivoni.
Chi si nasconde dietro il mirino del cecchino che vuole uccidere i due protagonisti? La spiegazione di Red Dot
Dal passato dei protagonisti emerge infatti una verità che hanno provato a tenere sepolta, un classico “so cosa hai fatto” che vede spalancare le ante di quell’armadio dove avevano provato a nascondere i loro scheletri. Ed ecco prendere forma e sostanza una reazione di causa ed effetto che richiama il delitto con tanto di castigo. Del resto si sa il passato prima o poi torna a bussare alla porta e lo fa sotto forma di vendetta, quella di un padre che ha visto morire sotto i propri occhi l’amato figlio. Una vendetta consumata letteralmente a freddo e nel freddo di distese di ghiaccio e rocce. A compierla un uomo che da qualche anno a questa parte era entrato nella vita della coppia sotto le mentite spoglie di un gentile vicino di casa. Lui è Tomas (Thomas Hanzon), il padre di un adolescente che Nadja e David non avevano soccorso dopo averlo accidentalmente investito con l’auto. Il ragazzo stava recuperando il drone precipitato su una strada e David al volante non era riuscito ad evitarlo. Presa dal panico la coppia decide di fuggire, lasciando morire il ragazzo. Il tutto immortalato dalla telecamera presente sul drone che ha continuato a registrare. Ed è dalla registrazione che Tomas scoprirà i responsabili della morte del figlio.
La vendetta è un piatto che si serve freddo!
Insomma anche il più pulito c’ha la rogna. La coppia protagonista si è macchiata di una colpa, una colpa che un padre non ha nessuna intenzione di perdonare. Motivo per cui inizia a stare incollato ai suoi vicini, architettando nei minimi dettagli un piano per farsi giustizia da solo. È lui il cecchino che gli dà la caccia nell’ombra, ammazzandogli brutalmente il cane sino a palesarsi in un epilogo dove con un colpo in piena fronte toglierà la vita a Nadja. E quando la morte sembra destinata a raggiungere anche David, a quel punto Tomas e la moglie, che nel frattempo è entrata in scena, decidono di lasciarlo vivere per fargli provare il loro stesso dolore.