Quando Carlo Verdone fece infuriare Lucio Dalla per Borotalco [VIDEO]
Lucio Dalla avrebbe voluto vedere il film prima che uscisse nelle sale ma la cosa non fu possibile e questo lo fece arrabbiare molto.
Carlo Verdone ha ricordato quando, all’epoca dell’uscita di Borotalco, fece infuriare Lucio Dalla, che curò la colonna sonora del film
Era il 1 marzo 2012 quando Lucio Dalla ci lasciava e da quel momento nella musica italiana è rimasto un vuoto incolmabile. Lo dimostrano i tanti messaggi d’affetto che da questa mattina, in occasione dell’anniversario della sua morte, affollano i social, scritti da gente comune ma anche da personaggi noti che nel corso della loro vita hanno avuto la fortuna di condividere il palco con il cantautore bolognese o anche solo di condividere con lui momenti che porteranno per sempre nel cuore. In questo gruppo di persone c’è anche Carlo Verdone che proprio pochi mesi fa aveva raccontato anche un simpatico aneddoto di quando con Dalla lavorò a Borotalco, uno dei suoi film più amati.
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La scorsa estate, infatti, in occasione della serata di gala di Fabula, il regista romano ha infatti ricordato la volta in cui fece addirittura infuriare Lucio Dalla, che aveva curato la colonna sonora del film insieme agli Stadio. Di seguito, le sue parole che raccontano nel dettaglio quanto accadde all’epoca:
Quando stavo girando Borotalco, Dalla mi aveva visto in televisione ed era rimasto molto colpito da quello che facevo, allora ci pensò e mi propose qualche sua canzone, insieme agli Stadio. Però voleva che gli garantissi che fosse un bel film. Io credo di averlo fatto molto bene, perché ho dipinto un periodo storico molto importante, quello degli inizi degli anni ’80, con un film pieno di battute e di entusiasmo. Quando il film fu terminato, Dalla mi disse che gliel’avrei dovuto far vedere prima, perché lui ci teneva a capire se togliere il nome o metterlo piccolo piccolo, nel caso non fosse un capolavoro. Il produttore invece, prima di farglielo vedere, pubblicò i cartelloni del film, facendo stampare a caratteri cubitali il nome del cantautore bolognese, mentre il mio era piccolissimo. Mi ricordo ancora adesso la sfuriata che mi fece al telefono Dalla quando vide i cartelloni. Mi aveva detto che avrebbe visto il film e se non gli fosse piaciuto, mi avrebbe fatto causa. Mi lasciò con un patema d’animo. Andai all’anteprima del film col mio sceneggiatore a Roma, cercavamo in tutti i modi di capire quanta gente si presentasse allo spettacolo delle 22:40 e i commenti della gente che aveva visto lo spettacolo prima. Il produttore Cecchi Gori, che era in cassa con la cassiera, col suo sigaro in bocca disse: ‘l’è partito che è belloccio’. Lui era un cinico avaro di commenti, quando diceva così, voleva dire che era un film strepitoso! Il giorno dopo, Lucio Dalla mi richiamò e, con tutto un altro tono, mi chiese scusa, ringraziandomi anzi per il grande omaggio che gli feci nel film. Ho così almeno la soddisfazione di averlo fatto arrabbiare una volta, ma averlo reso felice subito dopo!”.