Gabriele Muccino: “Riaprire i cinema? Stamo boni, prima vaccini!”
Ecco che cosa ha detto il regista che già si era espresso tempo fa tuonando contro i no-vax.
Gabriele Muccino torna a parlare di pandemia e di virus, come anche di riapertura delle sale cinematografiche
Secondo Gabriele Muccino infatti, bisogna prima di tutto aspettare che si sia fatta una vaccinazione di massa anti-Covid e poi, solo poi, si potrà pensare alla riapertura della sale cinematografiche. Ecco le sue parole, come riportate da AdnKronos:
Riaprire i cinema? Stamo boni, prima di riaprire le sale e i teatri risolviamo questo problema in maniera definitiva e drastica. Bisogna uscire il prima possibile da questa situazione, meglio andare in zona rossa per un mese e vaccinare tutti, fermare le bocce e fare un altro sacrificio di 3 o 4 mesi al massimo per lasciarci tutto alle spalle e tornare a vivere come prima. I bambini sono costretti a seguire le lezioni da remoto a causa delle varianti che stanno colpendo anche i più piccoli. Se i vaccini arrivano, come ci ha detto Draghi, usciremo da questo tunnel e potremo tornare tutti al cinema lasciandoci questo incubo alle spalle. Inutile pensare di fare aperture a macchia di leopardo. E’ la mobilità delle persone che crea questo disastro soprattutto a causa di queste varianti. Aspettiamo! E’ l’unica strada che abbiamo per uscire da questa pandemia sennò rischiamo un’altra ondata anche questa estate. Con queste misure così restrittive molti esercenti non avrebbero aperto comunque. Bisogna rassegnarsi e aspettare di vaccinare tutta la popolazione prima di riaprire i cinema.
Queste invece sono state le parole di Gabriele Muccino tempo fa, quando si parlava di no-vax:
Trovo il pensiero no vax desolante, pericolosissimo, obsoleto, quasi paleolitico. La mia opinione è l’opinione di chi conosce minimamente la storia dell’umanità. I vaccini hanno salvato miliardi di persone e continuano a farlo. Essere no vax vuol dire rigettare l’idea che la scienza faccia il lavoro che ha fatto sempre e che ha decretato successi infiniti, dallo sconfiggere la tubercolosi all’allunaggio dell’uomo.
Non capisco come si possa parlare di terre piatte o di pericolosità di vaccini quando noi siamo stati tutti vaccinati. Quando ero bambino – racconta – sono stato vaccinato e ho un piccolo cerchietto sul braccio sinistro, mentre mia madre ne aveva due perché al suo tempo bisognava fare due richiami. La generazione successiva alla mia, invece, non ha dovuto fare l’antivaiolo perché il vaiolo è stato sconfitto.
Per questo dico che parlare di no vax oggi è desolante ed è anche speculare ad una grossolana ignoranza diffusa su tutte le coordinate geografiche dove le persone preferiscono rifiutare l’elaborazione di un pensiero piuttosto che conoscere ciò che è nella storia dell’uomo. Senza contare che una volta messe al sicuro le persone nel giro di pochi mesi riaprirà ogni attività, riaprirà il mondo.
Come c’è stato il boom economico dopo la seconda guerra mondiale perché la gente si è tirata su le maniche e ce l’ha messa tutta, così ora possiamo guardare avanti solo con il vaccino che rende possibile costruire il futuro. Senza saremo vinti e plausibilmente decimati se il virus continua a mutare rendendoci ancora più vulnerabili. Ecco perché non capisco e non accetto il ragionamento così obsoleto e quasi paleolitico dei no vax.