Finalmente sposi: recensione del film con gli Arteteca

La recensione di Finalmente sposi, il film diretto da Lello Arena con protagonista il duo comico degli Arteteca.

I due protagonisti di Finalmente sposi, commedia italiana diretta da Lello Arena, sono Monica Lima e Enzo Iuppariello, meglio conosciuti al pubblico come il duo comico degli Arteteca. Coppia fissa nel lavoro e nella vita, i due attori napoletani sono arrivati alla notorietà grazie al programma di successo Made in Sud, ideato da Nando Mormone e Paolo Mariconda, andato in onda su Rai2, a cui hanno partecipato fin dalla prima stagione per un totale di dieci stagioni Rai (ma il numero complessivo di stagioni in cui è stato messo in onda il programma è 14, se si considerano anche le precedenti edizioni Comedy Central e MTV).  Finalmente sposi è il sequel del loro primo film, Vita, cuore, battito, diretto da Sergio Colabona e uscito nel 2016.

Finalmente sposi: la trama

Finalmente sposi, Cinematographe.it

Dopo una breve apparizione in un reality show, che regala a Monica e Enzo, fidanzatissimi, un briciolo di notorietà, la coppia torna alla vita normale di tutti i giorni. In una delle scene iniziali, li vediamo seduti a pranzo in un pub di Napoli. Mentre Enzo si volta insistentemente verso lo schermo a guardare la partita di calcio Napoli-Milan, Monica è impegnata anima e corpo a spronarlo verso il matrimonio, costringendolo a porle la fatidica domanda, “Sono tredici anni che stiamo insieme!… Hai due opzioni: o mi sposi o mi sposi!”. Finalmente, decidono “insieme” di convogliare a nozze, e di organizzare un matrimonio in pompa magna, dandone l’annuncio ufficiale ai genitori di lei (Salvatore Misticone e Rosaria D’Urso) e alla mamma di lui (Nunzia Schiano).

Monica fa la parrucchiera e porta una frangia techno-kitsch color arcobaleno fluo, mentre Enzo allena una squadra di calcetto giovanile e fa il cassiere nel supermercato di un centro commerciale. Dopo l’annuncio di licenziamento da parte del direttore, che investe entrambi i protagonisti, Enzo prega Gesù che la sposa non si presenti in chiesa; ma questo matrimonio s’ha da fare, costi quel che costi, e viene celebrato con tanto di shatush arcobaleno in testa e Ave Maria eseguita in stile neomelodico napoletano (che è una delle migliori trovate del film).

Dopo gli sfarzosi festeggiamenti i due fingono di partire in viaggio di nozze a Miami; infatti per sbarcare il lunario e ripagare i debiti della cerimonia nuziale sono costretti a prendere un pullman che li porterà in Germania, a Wolfsburg, ospiti nella bella dimora di un cugino napoletano – che li aiuterà a trovare un modesto lavoro – sposato con una donna tedesca, Brigitte (Marit Nissen), autoritaria fredda e inospitale. Il primo figlio di Brigitte, Ottone, rinforza, per aspetto e presenza scenica, la comicità delle gag che si susseguiranno dal loro arrivo nella casa.

Un film che vuole anche raccontare le difficoltà degli emigrati che cercano accoglienza e lavoro in un Paese straniero

Finalmente sposi, Cinematographe.it

Gli sketch comici, alla Made in Sud, con varie storpiature linguistiche (a dire il vero, poco divertenti) e alcune, poche, battute cult (“Se Maometto non va alla montagna…. È perché je piace o mar!“) riescono a malapena a limitare i danni di una sceneggiatura ridotta ai minimi storici. A sanare il film saranno i momenti più intimi, in cui la scrittura restituirà allo spettatore messaggi positivi sul valore dell’integrazione, grazie anche all’ausilio di alcuni personaggi secondari (come i vicini di casa siriani) che serviranno come monito contro ogni forma di pregiudizio razziale e geografico, e contro ogni forma di disparità, con un finale a sorpresa. Il film vuole anche raccontare le difficoltà degli emigrati, di qualsiasi provenienza, razza o religione, che cercano accoglienza e lavoro in un paese straniero.
Il film non brilla, ma Lello Arena resta comunque nei nostri cuori.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 2
Recitazione - 2
Sonoro - 2
Emozione - 2

2