I Mitchell contro le macchine: la colonna sonora del film d’animazione Netflix
Dalle composizioni orchestrali di Mark Mothersbaugh al rock alternative di gruppi contemporanei, fino alle sonorità liriche e oniriche dei Sigus Ross. La colonna sonora de I Michell contro le macchine rispecchia in modo originale il carattere e il punto di vista speciale della protagonista Katie.
Ha conquistato tutti per la sua straordinaria carica creativa, per il suo ritmo ipercinetico e per la complessità illustrativa nell’aver conciliato così armoniosamente il mondo tecnologico con quello umano. I Mitchell contro le macchine è stata la vera sorpresa animata di Netflix, raccontandoci attraverso lo speciale punto di vista della protagonista-cinefila Katie, il ritratto di una famiglia imperfetta e fuori dagli schemi ritrovatasi, suo malgrado, a salvare l’umanità durante un’apocalisse androide. Il merito del successo del film di Mike Rianda e Jeff Rowe si deve in gran parte alla scelta di utilizzare un doppio registro comunicativo andando da quello più organico e artigianale del disegno a mano per veicolare l’autentica umanità della famiglia Mitchell, a quello aperto alle possibilità del digitale per potenziare la freddezza delle macchine.
La carica dirompente e stralunata del film si traduce anche nella varietà della colonna sonora originale composta appositamente da Mark Mothersbaugh, frontman dei Devo, musicista e prolifico compositore anche per Wes Anderson; alternando melodie armoniose nel sottolineare passaggi emotivi strettamente legati ai personaggi, e sonorità più techno create dal sintetizzatore per inscenare i rumori robotici. Ma è attraverso il lavoro del supervisor Kier Lehman che I Mitchell contro le macchine sprigiona tutto il suo estro e i suoni orchestrali degli strumenti musicali lasciano spesso spazio a canzoni rock e pop di artisti più o meno contemporanei, puntellando qua e là nella storia momenti spassosi o decisamente più tensivi. Vediamo insieme alcuni dei brani inseriti nella colonna sonora del film Netflix che vale la pena riascoltare.
Every day’s The Weekend di Alex Lahey apre la soundtrack de I Mitchell contro le macchine
Il brano rock alternative della cantante australiana Alex Lahey, classe ’92, contenuto nell’album del 2017 I Love You Like a Brother, accompagna le primissime note del film nella sequenza in flashforward dei Mitchell in macchina nel momento dell’attacco da parte dei robot. Le note della chitarra elettrica della Lahey si mescolano alla voce di Katie che, giocando con autoironia sull’impavidità e l’audacia della sua famiglia, ci mostra come in realtà siano goffi e divertenti, ribaltando la prevedibilità degli eroi animati visti da sempre come coraggiosi e intrepidi. Non è un caso, allora, che la prima traccia della colonna sonora del film sia di una giovane cantante rock indipendente: se I Mitchell contro le macchine è anche il film girato e montato da Katie, la scelta musicale deve rispecchiare l’indole anticonformista della sua protagonista.
I Want More, Bangs
Se il basso rockettaro della cantautrice Alex Lahey vi sembra poco, ecco che il ritmo esplode a tutto volume nel brano I Want More del gruppo punk rock di Washington Bangs. La canzone del trio americano underground formatosi tra i banchi di scuola, ci viene fatta ascoltare per pochissimi secondi nel montaggio di presentazione di Katie in cui la vediamo scatenarsi liberamente in camera dopo aver raccontato il suo sogno di diventare una film-maker e sul suo amore sfrenato per il cinema. Ovviamente, da appassionata della settima arte, la stanza, lo zaino e i vestiti di Katie sono disseminati di riferimenti cinematografici: indossa calzini con fantasia Shining e una spilla del Dottor Stranamore.
(Nothing But) Flowers, Talking Heads
Saliti sulla vecchia Chevrolet Celebrity e diretti verso la scuola di Cinema in California, il viaggio in macchina dei Mitchell ha in sottofondo un brando datato 1988 interpretato da una delle band più rappresentative della New Wave americana. La voce di David Byrne dei Talking Heads accarezza un testo di denuncia ‘al contrario’ sull’industrializzazione e del consumismo commerciale a discapito della natura, raccontando, tramite paradossi e antifrasi, un mondo al rovescio, in cui la natura torna a riprendersi i suoi spazi, una volta invasi dai palazzi e dalle lamiere, portando però paura e smarrimento in coloro che la abitano. (Nothing But) Flowers racconta in modo lungimirante della nostra assuefazione alla tecnologia e di una sorta di vena malinconia della sua ipotetica perdita, centrando perfettamente la poetica e il messaggio finale del film.
Hoppípolla, Sigus Ross
Impiegato per la prima volta nella serie televisiva Planet Earth della BBC nel 2006, il brano dream pop composto dal gruppo musicale islandese Sigur Rós mette alla prova la nostra capacità di trattenere la commozione. Usata spesso nei montaggi televisivi e sportivi, la canzone sembra disegnare un ipotetico arco in crescendo tensivo ma estremamente emozionale che, nel film di Mike Rianda e Jeff Rowe, pare davvero perfetto nel chiudere, non solo il film stesso, ma anche il capitolo adolescenziale di Katie. Sconfitte le macchine e giunti finalmente al college, Katie saluta la sua famiglia in un finale/climax agrodolce e nostalgico che ricorda quello di LadyBird di Greta Gerwig: la protagonista, consapevole del distacco e della futura mancanza, abbraccia per l’ultima volta la famiglia ed entra nell’edificio per scrivere le nuove pagine della sua vita.
Live Your Life, T.I ft.Rihanna
Le inconfondibili note del brano dance balcanico Dragostea Din Tei che aprono il remix di T.I ft. Rihanna Live Your Life, sono quelle che nel film ascoltiamo più frequentemente accompagnando diversi momenti chiave dell’intero racconto. Live Your Life è dunque il brano simbolico del rapporto fra Katie e il papà Rick: la cantavano spensierati e complici anni prima che la loro relazione s’incrinasse, mentre oggi aiuta a conciliare le divergenze e darsi forza per combattere insieme, come solo una famiglia sa fare, i robot androidi e difettosi dell’evoluzione PAL. Il brano hip hop del 2008, dedicato ai soldati americani in missione in Iraq, sembra parlare a Katie e a tutti gli adolescenti fuori dagli schermi, incitando a vivere la vita a modo proprio nonostante le critiche, e nonostante gli haters:
You’re gonna be a shining star, fancy clothes, fancy cars.
And then you’ll see, you’re gonna go far.
Cause everyone knows, who you are-are.
So live your life,
Instead of chasing that paper.
Just live your life (Oh!),
Ain’t got no time for no haters.