L’avete riconosciuto? Da grande è diventato uno degli attori italiani più sexy ma ama vivere nell’anonimato
Il piccolo schermo lo ha elevato a sex symbol!
Nell’apice della sua carriera veniva considerato un sex symbol a tutti gli effetti. Ma il diretto interessato ha sempre rifiutato certe etichette perché – parole sue – il piccolo schermo dà una percezione distorta. Prima di alcuni programmi televisivi non se lo filava nessuno, poi ha cominciato ad essere guardato, ha aggiunto negli studi di Vieni da Me, la trasmissione condotta da Caterina Balivo in passato. A ogni modo, Daniele Pecci mica si lamenta, anzi predilige l’anonimato: per strada non lo riconoscono, neppure quando esce insieme alla sua compagna e gli va sta così.
Daniele Pecci: chi è e perché è tanto amato
Daniele Pecci nasce il 23 maggio del 1970 a Roma e fin dai inizio anni Novanta si dedica completamente al teatro, ricoprendo pure la carica di regista. Nella televisione italiana muove i primi passi attraverso ruoli secondari in pellicole quali Deserto di fuoco (1997) di Enzo Castellani e Da cosa nasce cosa (1998) di Alberto Manni.
Entra nel cast de Il bello delle donne (2002-2003), ma il successo Daniele Pecci lo conosce davvero grazie alla fiction Orgoglio (2004-2006), che ne lancerà la carriera su livelli fin lì mai sfiorati. Lo vediamo immediatamente in due fiction a sfondo religioso, ovvero San Pietro di Giulio Base e Giovanni Paolo II di John Kent Harrison, entrambe uscite nel 2005.
Un anno più tardi è protagonista de I figli strappati, una miniserie in due atti girati da Massimo Spano. Seguono Eravamo solo mille (2007) di Stefano Reali e L’ultimo padrino (2008) di Marco Risi. E, ancora, è scritturato nella fiction Crimini Bianchi (2008-2009) e nel lungometraggio Tutta la verità (2009) di Cinzia TH Torrini.
Il lavoro più importante di Daniele Pecci, o quantomeno maggiormente impresso nei ricordi, è Mine vaganti (2010) di Ferzan Ozpetek, dove interpreta un omosessuale. Nel mentre appare in The Tourist con Johnny Depp e Angelina Jolie e in Manuale d’amore 3 di Giovanni Veronesi.