Chi è questa bambina? Sarà per sempre identificata come principessa ma alcolismo e depressione la portarono a una morte prematura

Aveva l'eleganza di una principessa...

Da piccola, quando era (quasi) una ragazza come tante, dimostrò  talento per la pittura. Eppure, per lei c’è sempre stata solo e soltanto la recitazione. Troppo forte l’influenza di mamma Magda e di papà Wolf, entrambi attori. In particolare, la figura materna, con cui visse dopo il divorzio dei genitori, influenzò Romy Schneider nelle scelte artistiche. Ma conosciamola meglio.

Romy Schneider: una vita segnata da drammi

Romy Schneider - cinematographe.it

Romy Schneider nasce il 23 settembre 1938 a Vienna. Per la prima volta appare su schermo all’età di 15 anni nella pellicola Fiori di lillà (1953) di Hans Deppe. Una importante vetrina è rappresentata dal successivo lungometraggio, L’amore di una grande regina (1954) di Ernst Marischka.

Vette di popolarità le raggiunge grazie alla trilogia di Sissi (1955-1957), basati sulle vicende dell’imperatrice d’Austria Elisabetta. Per via della freschezza e dell’ingenuità infusa nel personaggio riceve molti consensi. Così sarà perennemente identificata dal grande pubblico, che ne ignora le future performance.

Seguono o si inframmezzano film dello stesso canone, dove Romy Schneider veste immancabilmente i panni della fanciulla pura, onesta e allegra. Già verso la conclusione degli anni ’50 inizia a manifestare una certa insofferenza nei confronti dei ruoli leggeri.

Rifiuta di girare un quarto atto su Sissi. E più tardi confiderà al compagno di set Karlheinz Böhm (che porta in scena la figura di Francesco Giuseppe), di vergognarsi profondamente dei lavori risalenti a quel periodo. In un’intervista pubblicata in Italia su la Repubblica, Böhm dichiarerà di ritenere che tale insoddisfazione di fondo abbia avuto un peso nell’ultimo periodo della sua vita, segnata da depressione e alcolismo.

Boccaccio '70

Tomàs Miliàn e Romy Schneider in una sequenza de Il lavoro.

La fragilità psicologica di Romy Schneider è compromessa da due eventi drammatici: il suicidio del primo marito Harry Meyen e la morte, in fatali circostanze, del figlio quattordicenne David. Scritturata in produzioni americane, francesi e italiane, il film Fantasma d’amore (1981) cela segni premonitori del tragico epilogo della Schneider. Il 29 maggio 1982 un arresto cardiaco non le lascia scampo a Parigi. Aveva appena 43 anni.

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