Le molte vite di Lino Banfi: tutti i segreti dell’attore pugliese in un libro
In occasione dell'85° compleanno dell'attore pugliese esce un libro scritto la Alfredo Baldi con l'amichevole partecipazione di Lino Banfi.
Il 9 luglio 2021 Lino Banfi compie 85 anni: un traguardo importante per l’attore pugliese, onorato con l’uscita di un volume scritto da Alfredo Baldi (marito di Milena Vukotic) con l’amichevole partecipazione dello stesso attore, dal titolo Le molte vite di Lino Banfi, in uscita con Edizioni Sabinae.
“La storia di questo libro è nata sette anni fa”, ha dichiarato l’autore in conferenza stampa, presentando altresì l’opera come un album di ricordi attraverso una serie di aneddoti rivelati dallo stesso Banfi nel corso degli anni.
Lino Banfi, all’anagrafe Pasquale Zagaria, è Cavaliere di Gran Croce, Ambasciatore Unicef e membro UNESCO e, ultimo ma non in ordine di importanza, un grande attore comico e drammatico (anche se lui umilmente ama definirsi “discreto attore”), è ritenuto uno degli attori più bravi e rappresentativi della commedia sexy degli anni ’70 e ’80. In quegli anni, i giornalisti andavano al cinema di nascosto a vedere i suoi film.
Lino Banfi: la vita e i successi dell’attore raccontati per la prima volta in un libro
Lino Banfi nasce ad Andria il 9 luglio 1936, ma viene iscritto all’anagrafe soltanto l’11, da Riccardo Zagaria e Nunzia Colia; all’età di tre anni la famiglia si trasferì nel vicino paese Canosa di Puglia, dove Banfi visse fino alla maggior età. La sua famiglia, profondamente cattolica, lo spinse a provare l’esperienza del seminario ma lui si sentiva già portato per fare spettacolo, tanto che esordì come cantante nelle feste musicali di paese. Fu proprio il Vescovo a suggerirgli di intraprendere la carriera di attore comico, poiché durante le recite parrocchiali in cui interpretava Giuda, San Giovanni e San Pietro, ridevano tutti.
Intuì presto che il suo destino era quello di intraprendere la carriera artistica, contro il volere dei genitori, i quali ritenevano che questo non fosse un vero e proprio lavoro. Gli inizi furono molto difficili, Banfi attraversò periodi di serie difficoltà economiche. Il 24 dicembre 1954 fu soccorso da un posteggiatore abusivo napoletano di nome Ciro che lo portò a casa sua per sfamarlo, pagandogli anche un biglietto per Milano, dove a causa delle ristrettezze economiche fu costretto a dormire in edifici in costruzione, o nelle stazioni dei treni. Nel 1955 arrivò addirittura a fingersi malato per essere operato alle tonsille, solo per poter dormire al caldo all’interno dell’ospedale. “Quando racconto questi episodi, sento ancora il dolore e il disagio di quei momenti”, ha dichiarato Banfi in conferenza stampa.
Sempre nel 1954, tenta l’avventura nel teatro di varietà di Milano dopo essere entrato nella compagnia di Arturo Vetrani, dando così inizio alla sua carriera e portando in scena elementi tipici del suo paese con detti e modi di dire, cosa che continuerà a fare anche in seguito, incentrando la sua comicità sul suo dialetto e sulla parlata buffa e originale. “Ho voluto mischiare il linguaggio con dei vezzi, e inventare un nuovo registro comico, Iva Zaniccoli e Pippo Baudolo furono tra i primi a farne le spese!”, il talento comico, la “pugliesità” e la risata malandrina hanno fatto il resto.
Inizialmente, nell’avanspettacolo, debuttò con lo pseudonimo Lino Zaga; fu spinto poi a modificarlo dal grande Totò che, a suo giudizio, riteneva che nel mondo dello spettacolo portasse fortuna accorciare i nomi, ma portasse invece sfortuna fare lo stesso con i cognomi. Totò aveva deciso di incontrarlo perché gli era stato descritto come un “comichetto fine, che non si perde nei congiuntivi e nei condizionali”.
In modo del tutto casuale, fu poi il suo impresario, insegnante elementare e marito di Maresa Horn, a scegliere il cognome d’arte, prendendo il primo nominativo dal registro di classe dei suoi alunni.
Lino Banfi e l’inizio del successo con i film
Saranno 15 anni di faticoso avanspettacolo, ma allietati dal matrimonio e dalla nascita di due figli. Poi alcuni anni di più redditizio cabaret. La svolta arrivò con il cinema quando iniziò ad interpretare ruoli sempre più gratificanti e da protagonista. L’attore ama ricordare la sua esperienza con Dino Risi, Il commissario Lo Gatto (1986), girato a Favignana nel mese di luglio, film a cui è intimamente legato insieme a Vieni avanti cretino (1982) di cui è anche sceneggiatore – oggi considerato un cult.
Ma Lino Banfi è grato anche della sua esperienza televisiva, che lo ha consacrato come attore a tutto tondo, in grado di regalare ogni registro e ogni sfumatura recitativa. Nel 1998 entra nel cast della fiction Un medico in famiglia, in cui interpreta il ruolo di Libero Martini, nonno Libero, un personaggio completamente diverso da quelli interpretati negli anni settanta e ottanta; questa serie ottiene ottimi ascolti sin dalla prima stagione, arrivando a superare i 10.000.000 di telespettatori.
Lino Banfi è profondamente amato dal pubblico, e sembra non essersi fermato mai: l’attore vanta una gloriosa carriera nel cinema nel teatro e nella TV, che dura ancora oggi.