Christina Applegate e quel difetto genetico che le ha provocato il cancro: gli interventi subiti sono stati molto invasivi. Ecco perché

L'attrice Christina Applegate ha racconta la sua battaglia contro il cancro al senso e le invasive operazioni subite in seguito.

Christina Applegate, attrice statunitense ex membro delle Pussycat Dolls dal 1993 fino al 2000, interprete di …non dite a mamma che la babysitter è morta!, Mars Attacks!, La cosa più dolce…, Una hostess tra le nuvole, Come ti rovino le vacanze, Bad Moms – Matte molto cattive, Bad Moms 2 – Mamme ancora più cattive e delle serie tv Sposati… con figli, Samantha chi? e Amiche per la morte – Dead to Me, ha parlato della sua battaglia contro il cancro al seno iniziata nel 2008.

Le dichiarazioni di Christina Applegate sul cancro al seno diagnosticato nel 2008

amiche per la morte cinematographe

Linda Cardellini e Christina Applegate sul set di Dead to Me

Dalla diagnosi, risalente appunto al 2008, Chirstina Applegate ha raccontato che, dopo aver subito una doppia mastectomia, ha cambiato interamente il suo stile di vita, a cominciare dall’alimentazione, oltre ad aver fondato la Righ Action for Womer che aiuto le donne a rischio di cancro al seno a pagare gli screening e i test MRI. La Applegate ha inoltre rivelato anche altre invasive operazioni che ha dovuto subire per evitare un’ulteriore diagnosi di cancro. “Mia cugina è morta di cancro alle ovaie nel 2008“, ha dichiarato durante un’intervista di Today.com: “è così che ho preso il controllo di tutto e due settimane fa mi sono state rimosse le ovaie e le tube uterine“.

La Applegate ha un difetto genetico ereditario che spesso determina il cancro al seno, anche sua madre Nancy Priddy è sopravvissuta a un’operazione di cancro al seno. “Le probabilità che mia figlia sia positiva al BRCA e possa quindi sviluppare il cancro sono molto alte“, ha continuato durante l’intervista parlando della piccola Sadie che ha 6 anni. “Sto attenta alla sua alimentazione, che è la prima cosa importante e sto facendo tutto il possibile sapendo che tra 20 anni dovrà iniziare a fare i test. Speriamo che per allora ci saranno progressi“.

 

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