Luca: spiegazione e analisi del film Disney Pixar
Luca, il film Disney Pixar diretto da Enrico Casarosa, è un inno all'amicizia e alla diversità.
Con Luca la Disney Pixar punta sulla leggerezza dell’estate, sulla libertà che solo una vera amicizia sa donare, sulla bellezza delle Cinque Terre, sulle canzoni e i simboli dell’Italia (quella degli anni ’60, ma anche di oggi). Punta, come fa spesso, sulla diversità (che è un valore aggiunto!), sull’importanza di trascinarsi fuori dalla propria comfort zone, sulla curiosità di capire, di andare oltre la superficie.
Il regista Enrico Casarosa (già autore del cortometraggio La luna, candidato all’Oscar), nel raccontare la storia di Luca Paguro, una creatura marina che vive insieme alla sua famiglia nelle profondità del mar ligure, ci spinge insieme a lui a superare il fatidico pelo d’acqua che lo separa dalla terraferma, quel confine così labile, fragile, tanto trasparente da essere quasi invisibile. Eppure, nonostante sembri lieve come un velo di seta, quel confine posto a congiunzione tra i due mondi appare graficamente greve, come se fosse gomma o colla, come se fosse una membrana inespugnabile. È interessante notare come quel limite fisico diventi facilmente oltrepassabile solo col consolidarsi dell’amicizia tra Luca e Alberto e con l’acquisizione di una maggiore consapevolezza di sé.
In quell’istmo impercettibile all’occhio umano, composto da acqua, terra e aria, la Disney edifica una storia di formazione improntata innanzitutto sull’importanza della diversità: una cruna dalla quale passa il filo della razza, del carattere e di tutte le sfumature insite in ogni essere vivente, spesso paragonabili a scogli nelle relazioni con gli altri, altre volte per fortuna tollerate e, infine, persino apprezzate.
In questo nuovo film Pixar è fortissimo il richiamo ad altri capolavori della casa di Topolino – da La Sirenetta a Alla ricerca di Nemo, passando inevitabilmente per Monsters, Inc. – per via degli argomenti trattati e della rappresentazione grafica adoperata ed è indubbio che l’esplorazione del contatto con un mondo diverso dal nostro sia lo snodo principale della trama.
Cosa si nasconde dietro la trasformazione fisica in Luca? Da mostri a umani il passo è breve!
Luca infatti è tenuto sotto controllo da genitori iperprotettivi, terrorizzati alla sola idea che il loro pargoletto si avvicini agli umani, esseri spaventosi pronti a ucciderli. Ma, nonostante questi avvertimenti, ci sono diversi dettagli che scatenano in lui la voglia di avventurarsi in superficie, non per ultimo l’incontro casuale con Alberto: un ragazzino che vive su un’isola. Anche lui, proprio come Luca, è un mostro marino, ma sa bene come confondersi tra la gente.
A proposito dell’evoluzione corporea alla quale i due protagonisti sono perennemente sottoposti, è interessante notare come, a differenza di un cartone animato Disney per certi versi molto simile (parliamo del già citato La Sirenetta), in questo film d’animazione l’attenzione non si sposta sul “come diventare umani”: l’autore provvede ad aggirare l’ostacolo dando per scontato che ogni mostro marino, una volta fuoriuscito dall’acqua, acquista fattezze umane, sembrando così irriconoscibile e uniformandosi agli abitanti della Terra (in questo caso l’isola di Portorosso). Una magia che ricorda un noto manga: Ranma ½, scritto e disegnato da Rumiko Takahashi. Proprio come in questo caso, la trasformazione repentina e talvolta improvvisa dei protagonisti dà il via a una serie di sketch e situazioni talvolta scomode. Ma, certamente, la chiave di volta insita in Luca è del tutto diversa e, visto che si parla di passaggio dal corpo maschile a quello femminile, è bene ricordare l’osservazione fatta dalla comunità LGBTQ, che aveva visto in questa storia un “messaggio” loro riservato, cosa smentita dal regista stesso durante la conferenza stampa.
L’amore come libertà e l’importanza dello studio in Luca, il nuovo film Pixar
Tornando a noi, questa trasformazione del corpo è, oltre a un interessante gioco di colore, una chiave di lettura su ciò che siamo: Uno, nessuno, centomila, direbbe Luigi Pirandello e anche ai nostri giorni non sbaglierebbe, poiché quel cambio di pelle altro non è, in Luca, se non un palesarsi di ciò che si tenta di mettere in pratica a contatto con esseri differenti. Si tende a camuffarsi, anche solo apparentemente, a essere “come loro”, idolatrandone pensieri, costumi, abitudini e modi di dire. Ma quel mettersi veramente nei panni dell’altro è anche empatia: Luca si avventura in un mondo estraneo e diverso dal suo con la naturale paura di chi non ne conosce bene le regole, ma anche con la sana curiosità di strappare il bello e assimilarlo, con l’apertura mentale di andare oltre ciò che sono le sue conoscenze. Ad esempio, la scena in cui apprende che ciò che vede in cielo non sono pesciolini (come gli aveva detto Alberto) ma stelle, rappresenta per il giovane una scoperta senza precedenti in grado di suscitare in lui la sete di conoscenza e la voglia di studiare, di saperne di più.
Leggi anche Luca: la colonna sonora del film Disney è una lettera d’amore all’Italia
L’importanza dell’istruzione è un altro messaggio fondamentale in Luca, specie se paragonato (complice l’inserimento del brano di Edoardo Bennato, Il gatto e la volpe) alla fiaba di Pinocchio, trasposta dalla Disney nel 1940. Sulle note di Bennato e sullo sfondo di immagini in cui il famigerato burattino di legno è in compagnia di Lucifero, il film Disney Pixar effettua un sottile ma fondamentale cambio di rotta, ponendo contemporaneamente l’accento sulle buone e sincere amicizie. Mentre nella fiaba di Collodi, infatti, il protagonista si lascia influenzare dal suo amico andando nel paese dei balocchi, in Luca il protagonista segue il suo istinto di andare a scuola e, al temine della pellicola, è proprio il suo amico Alberto a fare il sacrificio più grande e a regalargli questa gioia. Convincendo i genitori di Luca e accettando di separarsi dal suo migliore amico, Alberto ci insegna e ci ricorda che amare è incoraggiare gli altri a essere felici e a sapere scegliere e seguire la propria strada, anche quando questa è lontana e diversa dalla propria.
In Luca la vera vittoria non è la Vespa, ma l’abbattimento dei pregiudizi
La pellicola animata è dunque un inno all’amicizia che nasce tra due coetanei in una delle fasi più spensierate dell’esistenza, ovvero quella che precede di poco l’adolescenza, quella lontana dai batticuore e dalle altalene dell’animo, quella in cui ogni essere inizia a definirsi come uomo e donna, a conoscersi e ad accettarsi. E l’amicizia autentica è il tassello fondamentale che spinge il trio composto da Giulia, Luca e Alberto ad affrontare il loro piccolo mondo ostile. Il pretesto è di fatto una competizione ciclistica: scenario ideale per innescare i meccanismi del lavoro di squadra, della rivalità, della sportività e per sottolineare il valore stesso della vittoria, affidata simbolicamente a una Vespa. Eppure chi ha visto il film avrà notato che la famosa due ruote passa nettamente in secondo piano davanti alla vera vittoria che il trio ottiene, cioè l’accettazione dei mostri marini e lo sradicamento dell’appellativo di “mostri”, lo sfaldamento di un’idea di ostilità di cui l’intera isola è permeata e che decade dinnanzi allo sguardo di Luca e Albero e al coraggio di Giulia, la quale senza remore difende a spada tratta i suoi nuovi amici.
I bambini, come spesso la letteratura e il cinema ci insegnano, sanno essere saggi maestri di vita e Luca non è da meno sotto questo punto di vista, seppur non tarda a farci notare l’elasticità degli adulti nell’accogliere il cambiamento e nell’ascoltare i più piccoli. Così il papà di Giulia, vecchio lupo di mare, non tarda a dare man forte alla figlia e alle due creature, rivalutando repentinamente la sua opinione e insegnando l’importanza di ascoltare le giovani generazioni, assecondando il cambiamento in atto.
Tuttavia il cambiamento più rilevante è quello che avviene dentro il cuore del protagonista. Luca infatti fa fatica ad accettarsi e a farsi accettare, arrivando persino ad andare contro il suo amico pur di non rivelare il suo segreto, salvo poi pentirsene. È solo nella scena finale, quando lascia che l’acqua piovana muti il suo aspetto, che appuriamo la sua libertà verso i pregiudizi che lui stesso aveva maturato circa la visione che gli altri avrebbero potuto avere nei suoi riguardi.
In ultima analisi, vale la pena fare un piccolo focus sulla voce della coscienza, quel “Silenzio Bruno!” che nella pellicola torna sovente come la voce di un grillo parlante. A differenza della simpatica spalla del già citato Pinocchio, però, in questo caso la voce non è da ascoltare ma da zittire, mutare obbligatoriamente poiché non consiglia ma mette ansia e paura, blocca i protagonisti privandoli del brivido di nuove esperienze. Quel “Bruno” che ascoltano solo loro è dunque la rappresentazione dei limiti che tutti noi ci imponiamo.
Luca è disponibile dal 18 giugno 2021, esclusivamente su Disney+.