Giorgio Faletti e le sue ultime parole: “dovevo morire 12 anni fa, sono l’uomo più fortunato del mondo”

In un'intervista a Vanity Fair, la moglie di Giorgio Faletti ha raccontato che l'uomo ha risciato di porire dodici anni prima della sua morte

Dopo un mese dalla morte del cantautore Giorgio Faletti avvenuta nel 2014, la moglie Roberta ha rilasciato un’intervista a Vanity Fair, in cui ha ripercorso insieme i quattordici anni che i due hanno trascorso insieme. In particolare, la donna ha rivelato che Faletti sarebbe dovuto morire dodici anni prima dell’avvenuta morte. Un giorno del 2002, infatti, fu trovato disteso in camera sua per via dell’ictus che lo aveva colpito, così come ha raccontato la moglie: “per fortuna ebbi la lucidità di descrivere bene i sintomi al pronto soccorso. Poco dopo dovetti prendere la decisione più difficile della mia vita: c’era un farmaco che poteva sbloccare la situazione, ma in Italia era ancora in via sperimentale e avrebbe potuto essere letale. Più il tempo passava e più aumentava il rischio. Il medico mi lasciò dieci minuti per decidere e io rischiai”.

giorgio faletti, cinematographe.it

A gennaio dello stesso anno, poi, Giorgio Faletti ha scoperto di avere un tumore: “doveva fare una risonanza magnetica perché aveva un’ernia da controllare”. Dopo averlo scoperto, sono andati in America per lavorare con “le eccellenze di tutto il mondo”, ma soprattutto per “avere un po’ di privacy”. Le cose però sono precipitate nell’ultimo mese, quando “ha inizato a non sentirsi più bene, faticava a camminare, a parlare, hanno fatto esami prima di capire che aveva metastasi al cervello. Lui aveva già deciso di tornare per fare la radioterpia in Italia, ma sono sicura che avesse capito che non c’era più nulla da fare. Desiderava tantissimo tornare in Italia. Tanto è che ha tenuto duro fino a che siamo arrivati qui. Poi ha mollato”.

giorgio faletti, cinematographe.it

Il cantautore è morto il 4 luglio 2014. Nel 2019 – dopo cinque anni dalla sua morte – la Fondazione Italia USA gli ha attribuito il premio alla memoria, ritirato da sua moglie, datogli alla Camera dei Deputati.

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