Mighty Flash: recensione del film di Ainhoa Rodriguez

Uno dei primi film in concorso allo ShorTS International Film Festival è Mighty Flash, esempio iberico di potenza estetica e visuale.

ShorTS International Film Festival introduce per la prima volta l’interesse nei confronti delle produzioni internazionali: Mighty Flash (Destello Bravo) di Ainhoa Rodriguez è uno dei film in anteprima italiana che verrà proiettato il 2 luglio presso il Festival di Trieste, in concorso per la selezione Nuove Impronte.

La narrazione di Mighty Flash si concentra su un piccolo paese iberico, caratterizzato da immobilismo sociale e abbastanza arretrato dal punto di vista culturale e civile. La macchina da presa concentra il suo sguardo su personaggi differenti, ognuno afflitto da problematiche mentali, adattive o legate alla demenza senile.

Fotografia come potenza estetica in Mighty Flash

Mighty Flash Cinematographe.it

Questo film fin da subito si mostra come un’opera caratterizzata da una fotografia molto studiata e meditata: le primissime inquadrature presentano campi lunghi e lunghissimi, con un notevole contrasto di colori che accentuano la pregnanza dell’immagine filmica. L’inquadratura fissa permane per molti istanti, sembra quasi di trovarsi di fronte a un dipinto, un diorama, se non fosse per i movimenti quasi impercettibili dei soggetti, piccole figure in contrasto con la delicatezza del paesaggio e che si contorcono convulsamente in movimenti scomposti.

Il valore estetico di Mighty Flash risiede nella calibrazione della composizione della singola inquadratura: l’impostazione è magistrale, la costruzione formale ricorda il modo di rappresentazione classico per la sua cura nel decoupage linguistico. Si fa largo utilizzo di profondità di campo, effetto bokeh e altri effetti ottici che contribuiscono a definire la composizione filmica come delle fotografie accurate e nitide nella forma e nel colore. Il film sembra, appunto, composto da singole inquadrature in grado di rendere una scomposizione narrativa e visuale atta a delineare un quadro basato quasi esclusivamente sulla valenza dell’immagine. L’impostazione fotografica è predominante: le inquadrature che si susseguono sembrano scardinarsi dal film essere delle immagini a sé stanti. Le immagini nitidissime contraddistinguono la capacità della regista di scegliere obiettivi e angolazioni di macchina volutamente pittorici e fotografici.

 I momenti lunghi di stasi, che vanno a caratterizzare la costruzione cinematografica, sono scanditi solamente da voci e da un suono ricorrente che preannuncia il cambio di scenario. Il passare del tempo è reso attraverso l’accavallarsi di suoni dietetici ed extradiegetici, che si presentano come il filo conduttore della narrazione, altrimenti lenta e per nulla frenetica.

Mighty Flash – Una narrazione introspettiva

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La narrazione è frammentata e caratterizzata da variazioni stilistiche, presentandosi pieno di rimandi al cinema primitivo e al cinema classico, senza tralasciare alcune tecniche linguistiche proprie del cinema moderno. Molto utilizzato è ad esempio la profondità di campo e lo sconfinamento delle porte come delle cronici che inglobano la figura umana.

La semplicità della composizione fotografica rappresenta la cruda quotidianità, rendendo l’inquadratura un quadro frontale immobile. La natura ingloba l’uomo, lo fagocita e confonde i corpi, rendendo il film corale e intrecciando dunque le loro storie in un turbinio di montaggio alternato che quasi confonde lo spettatore. I personaggi hanno problematiche psico fisiche o personali riconducibili al passato: la loro valenza introspettiva e la loro indagine psicologica che viene mostrata agli spettatori li etichetta metaforicamente come anti eroi, individui che hanno perso a priori la loro battaglia contro la vita e che non sembrano avere nessuna speranza di potersi redimere dal loro destino infausto.

La potenza delle immagini si condensa in pochi e semplici gesti ripetitivi e convulsi, non riuscendo a dimostrare nulla se non l’ineluttabilità della propria condizione patologica.

Un forte simbolismo sessuale pervade l’intera composizione filmica, esplicitando la potenza dell’immagine attraverso il ricorrere a espedienti visivi metaforici in grado di accrescere il valore interiore dell’anima dei personaggi.

Il finale di Mighty Flash, che si ricongiunge metaforicamente con l’inquadratura iniziale, rappresenta un espediente narrativo in grado di far concludere in modo dignitoso un film molto convincente e dall’intento innovativo.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 4
Recitazione - 4.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.9