Gunpowder Milkshake: recensione del film con Karen Gillan
Tra richiami alle atmosfere di Tarantino e una forte propensione verso l’esaltazione delle figure femminili, Amazon Prime Video ha messo a disposizione Gunpowder milkshake, diretto dal regista israeliano Navot Papushado. Nel bel mezzo di uno scontro tra loschi imprenditori, Scarlet abbandona sua figlia Sam al Diner, luogo di ritrovo di bande di sicari e di organizzazioni di malaffare. Sam finisce così per seguire le orme della madre e inizia a lavorare per l’Impresa: un gruppo di ricchi uomini senza scrupoli, pronti a tutti pur di difendere i propri profitti. Quando i suoi datori di lavoro le ordinano di recuperare una grossa somma che è stata loro rubata, Sam capisce che è necessario ristabilire l’ordine e la giustizia, rifiutandosi di obbedire a dei comandi che superano ogni limite. Dovendosi nascondere dall’Impresa e dagli altri sicari, Sam torna a rivolgersi alla mamma e alla sua fidata squadra di Bibliotecarie, insieme alla sua nuova e giovanissima apprendista.
Il film con Karen Gillan tra divertimento e action
Gunpowder milkshake gioca, diverte e si diverte con variazioni su alcuni elementi iconici: prima di tutto il Diner, un luogo che molto frequentemente accentra su di sé tutta l’azione di un film, che qui diventa il luogo dell’ultimo giudizio l’unico posto in cui a farla da padrone sono le cameriere e non i potenti criminali. Anche l’idea centrale della squadra di eroine (sui generis) tutta al femminile si incastra in questo panorama urbano, in cui un gruppo di donne, forti e determinate ma anche saldamente attaccate ai valori di amicizia e cultura, si erge a giudice superiore, decidendo di ristabilire l’ordine in una società che ha ormai perso ogni riferimento etico e razionale. Le donne sono inoltre pronte a farsi carico delle nuove generazioni, istruendole alla lotta e al perdono, proprio come si accingono a fare con la piccola orfana Emily, che ha evidentemente trovato nelle Bibliotecarie una nuova famiglia. Qui si innestano le ottime interpretazioni di Angela Bassett e Michelle Yeah che, pur non essendo le protagoniste assolute, sanno dare corpo e caratterizzazione ai relativi personaggi e all’intero film.
Gunpowder milkshake: è già in lavorazione il secondo capitolo
Gunpowder milkshake è troppo affascinato dalla superficie per scendere in profondità. Ogni approfondimento tematico e sociale è rimandato a un altro luogo, persino per quanto riguarda lo scontro tra uomini e donne che pure viene messo inequivocabilmente al centro dell’attenzione. Si sfocia anche nel didascalico puntuale in alcuni frangenti, senza però che il ritmo venga infranto o che venga compromesso un risultato complessivo divertente e vivace. Da vedere con un occhio indulgente da un punto di vista tecnico e stilistico, l’opera di Navot Papushado tiene bene lo schermo, soprattutto a livello estetico, combinando elementi di sicuro successo come armi, antiche biblioteche, diner e vecchi telefoni giocattolo come dotazione dei protagonisti. La leggerezza con cui viene trattato il tema centrale diventa anche funzionale all’azione rappresentata che quindi, pur non fornendo reali elementi di riflessione o di approfondimento, mantiene alta la cura ai dettagli per tutta la durata del film, garantendo un alto grado di intrattenimento. Il finale di Gunpowder milkshake lascia intendere, come è già stato confermato dalle produzioni, che un secondo capitolo si farà e che, a dire il vero, parrebbe essere già in fase di realizzazione. Quello che ci aspetta è evidente, Emily e Sam dovrebbero tornare come paladine di un galateo criminale in grado di assicurare giustizia e tolleranza reciproca, anche se solo al termine dell’attesa potremo vedere il risultato effettivo.