Una seconda possibilità: Rivali! – recensione del film Netflix
Un film dedicato ad aspiranti sportive e a chi non resiste al fascino dei film teen, Una seconda possibilità: Rivali!, si concentra più su un messaggio sportivo e umano, senza curare troppo alcuni aspetti che avrebbero senz'altro valorizzato il film.
Impegno, costanza, determinazione, chiunque segua o pratichi uno sport nella vita sa che l’emozione più grande è proprio scoprire come il rigore e il sacrificio che richiede la disciplina sportiva sia racchiusa in quella magia che ci fa emozionare nel guardare un’atleta mettere a segno un obiettivo tanto agognato. Una seconda possibilità: Rivali!, è un film dedicato alla ginnastica artistica, alla bellezza di questo sport, che mostra quanto con una forte motivazione si possa giungere ad eseguire movimenti spettacolari del corpo che già solo immaginandoli, ci appaiono impossibili.
Eppure sono possibili: ginnaste che si allenano e si dedicano a questo sport sin da piccole, sognano e si impegnano giorno dopo giorno per raggiungere una padronanza del corpo che agli spettatori apparirà così immediata e naturale, ma che dietro nasconde invece sudore e fatica. Amore per questo sport e desiderio di intrattenere senza troppe aspettative un pubblico giovane, sono i due ingredienti principali di Una seconda possibilità: Rivali.
Una seconda possibilità: Rivali!, la trama del film
Maddy Cornell (Emily Morris) ha deciso di prendersi una pausa dopo un colpo durissimo: non poter partecipare alle Olimpiadi e doversi momentaneamente allontanare dalla ginnastica artistica. L’infortunio, avuto in seguito ad un esercizio forse troppo rischioso rispetto alle sue possibilità, è tuttavia un momento che fatica a superare, nonostante non si tratti di una frattura che metta fine alla sua carriera sportiva.
Decide così di trascorrere un po’ di tempo da Bev, che allena la squadra delle giovani ginnaste delle North Flinders e pensa di offrirle la possibilità di preparare le sue allieve per le Olimpiadi alle porte. Inizialmente Maddy non si sente all’altezza del compito, ma quando con le ragazze inizia a instaurarsi una sintonia speciale, comprende che forse la vita le sta dando l’occasione di vivere lo sport che ama e pratica da sempre in una prospettiva differente. Un’esperienza che sarà un punto di svolta per lei e per le sue giovani atlete.
Sana competizione e disciplina: una lezione di sport e di vita a cui manca un po’ di colore
Una seconda possibilità: Rivali! è un film che nasce per intrattenere ma lasciando ai giovani spettatori, che sono senz’altro il target privilegiato, messaggi di crescita e formazione, con una solidità e una concretezza che spesso in film dello stesso genere viene oscurata dal presentare gli obiettivi più come sogni che come traguardi da raggiungere con fatica, perdendosi nei meandri di canzoni, dialoghi brillanti e storie d’amore.
Esattamente come la protagonista, focalizzata unicamente sull’obiettivo di portare le sue ragazze all’emozione e al sacrificio della vittoria, motivata anche da una sana competizione, Una seconda possibilità non si stacca mai dallo sport come lezione di vita. E se questo è un pregio, è anche vero che si può tenere chiaro un obiettivo, dando un po’ di colore durante il viaggio: la trama troppo essenziale infatti non approfondisce alcuni spunti lanciati che rischiano di non avere ragion d’essere.
Uno di questo di questi è il rapporto di Maddy con il padre, che appare come un rapporto sano, sincero, senza incrinature, e che poteva essere valorizzato anche scardinando un po’ il vecchio scontro padri-figli a cui ci hanno da sempre abituato i film teen. Ma in questo caso qualche cenno ci viene dato, abbandonato a se stess invece, con la sensazione che sia stato inserito solo per addolcire il finale, è il personaggio di Jason, il corteggiatore di Maddy. Di lui non sappiamo null’altro se non che è innamorato di Maddy e fa il giudice di gara, ruolo che tuttavia non si rivela neppure fondamentale per lo scioglimento finale del film.
Tuttavia al film va riconosciuta la capacità di riuscire, pur se con i difetti del caso, nel suo intento: raccontare come ogni sport, in questo caso quello della ginnastica artistica, sia una palestra di vita, che mette a nudo e alla prova le persone anche nella loro capacità di sapersi rapportare agli altri. E come sia importante, per chi lo pratica sin da piccolo come le protagoniste, avere una guida solida che gli insegni il vero significato della competizione: imparare dagli altri per migliorare se stessi.