Isola nera dov’è stato girato? Le location del film Netflix
Tra infinite catene di sabbia bianca e percorsi naturalistici a piedi, Amrum è l’inedita location scelta dal regista Miguel Alexandre per girare Isola Nera, il suo primo thriller psicologico disponibile su Netflix.
La distesa di sabbia bianca e finissima che si estende a perdita d’occhio sull’isola di Amrum si chiama Kniepsand. Una lingua nel mare separata dalla terraferma – in alcuni punti larga fino a un chilometro – che delinea la più piccola delle Isole Frisone Settentrionali per dodici chilometri, occupando circa metà di essa. Attribuita alla parte settentrionale dell’arcipelago condiviso fra Germania e Danimarca, (mentre nella sua frazione occidentale confluisce al regno d’Olanda e a Oriente è concessa nella sua totalità a quella tedesca), il lembo sabbioso protetto lungo la costa del Mare del Nord è il teatro naturalistico in cui si svolge Isola Nera (qui la nostra recensione), il thriller psicologico disponibile su Netflix e già nella top ten dei titoli più visti in piattaforma.
Amrum: la location in cui è stato girato il film Isola Nera
Nel film di Alexandre, ad Amrum viene dispensata una particolare attenzione estetica: panoramiche e visioni dall’alto bilanciate cromaticamente in post produzione ne esaltano la bellezza e le potenzialità, rimanendo invece sommessamente alleviate in scrittura e nella mancata relazione premonitrice e funesta con i suoi abitanti. Il successo della pellicola diretta da Miguel Alexandre deve infatti molto all’ambientazione: un palcoscenico frastagliato di verde brughiera e dune perlate, di zone paludose e fitti boschi a comporre un mosaico diversificato e mozzafiato delineato su un’Area Naturalistica Protetta, emersa dal Mare del Nord sulla costa occidentale dello Schleswig-Holstein, lo stato federale più a Nord fra i sedici della Germania.
Isole Frisone nel Mare del Nord: un arcipelago in tre gruppi (Occidentali, Orientali e Settentrionali)
Residui di una costa alluvionale oceanografica, l’origine delle Isole Frisone è da attribuirsi alle tempeste e alle maree che secoli fa spezzarono la catena di dune e le disgiunsero dalla terra ferma – quando appunto il Mare del Nord smise di essere un mare relativamente ‘tranquillo’. Ecco perché Amrum, come le altre d’altronde, è ciclicamente ingoiata dalla bassa marea, la quale, ritirando il mare e separando le isole, scopre il cosiddetto Watt, un fondo limoso e sabbioso denudato nel suo ritirarsi indietro.
Oltre ad Amrum, solcata da lunghi sentieri e passeggiate percorribili a piedi o con le due ruote – come preferiscono fare i giovani protagonisti di Isola Nera –, a Texel, Vlieland, Terschelling, Ameland, ovvero quelle olandesi, scarseggiano gli alberi. Falciati dai venti marini, la cui quantità di sale forma sulle foglie una crosta che ne impedisce le funzioni vitali, nelle Frisone è solo grazie a prefabbricati protettiti che gli alberi posso ergersi, soprattutto cespugli o piante alofile.
Cucina locale: acquacoltura e alcuni spunti su cosa mangiare nelle Isole Frisone
Nonostante la scarsità di vegetazione, nelle isole Settentrionali ampie aree arginate e prosciugate dette Marschen lasciano modestamente agli abitanti la possibilità di allevare bestiame e portare avanti alcune colture. Tuttavia nella cucina tipica locale è il pesce a impreziosire le tavole dei piccoli ma curati alberghi che ogni anno accolgono turisti e camperisti di tutto il mondo. Oltre agli allevamenti di mitili, cucinati poi con burro nella ricetta delle Cozze alla Wangeroog, sono invece i gamberetti marroni del Mare del Nord a rappresentare la vera specialità gastronomica autoctona, un decapode particolarmente ipocalorico pescato al largo delle coste della Germania e chiamato “Nordseekrabben” oppure “Nordseegarnelen”.
Raccolti da barche o pescherecci da traino, i quali utilizzano grosse reti da trascinamento per accedere al fondo fangoso, i gamberetti marroni vengono venduti in purezza oppure già sbucciati e congelati, poi cucinati a seconda della preparazione. Da bere invece le Frisone offrono l’opportunità di sorseggiare un liquore all’olivello spinoso, vaniglia e caramello; invece per chiudere con il dessert la cosiddetta Torta di Capodanno Spiekeroog, una sorta di crespella al cardamomo cucinata a fine dicembre e la Ostfriesentorte Norderney, una classica torta a strati ripiena di panna e uvetta al rum.
Isola Nera dunque, ci ha fatto scoprire un habitat affascinante e ancora poco noto: un’isola declinata naturalmente alle potenzialità cinematografiche che di certo diverrà palcoscenico di altrettante produzioni audiovisive, ma ora già ampiamente aperta al turismo sostenibile, consapevole della fragilità ambientale e quotidianamente cadenzato dalla saggia lentezza del Mare del Nord.