Prey dove è stato girato? Le location del film Netflix

Alla scoperta delle location di Prey, nel cuore del parco che ha ispirato i più grandi artisti tedeschi.

Un addio al celibato può facilmente finire in tragedia se si sceglie di uscire un po’ fuori dai cliché. È questo il caso di Prey, il thriller tedesco targato Netflix diretto da Thomas Sieben che ci porta nell’apparente tranquillità boschiva per poi sorprenderci con un’abbondante dose di colpi di fucile.

Il film con David Kross, Hanno Koffler, Robert Finster, Yung No, Klaus Steinbacher, Livia Matthes, Maria Ehrich e Nellie Thalbach inizia come una normale escursione tra amici e colleghi in cui la bellezza naturalistica domina la scena: il bosco, meraviglioso e impervio al contempo, resta l’unico a non sfiorire con lo scorrere del minutaggio. Scorgiamo l’acuirsi dei rapporti, l’emergere degli screzi tra i membri del gruppo; assistiamo inermi alle pallottole che trapassano i corpi, ma la bellezza delle location di Prey resta impassibile. Anzi, si potrebbe quasi asserire che si amplifica all’aumentare della nota orrorifica.

Dove è stato girato Prey, il film Netflix?

Ciò premesso, è naturale chiedersi dove sia stato girato il film. La risposta si trova in Germania ed esattamente in uno dei suoi stati federati, la Sassonia. Nonostante una serie di flashback ci conducano in riva al mare o all’interno di dimore cittadine, infatti, la maggior parte delle riprese si sono svolte all’interno del Parco Nazionale della Svizzera Sassone, a circa una trentina di chilometri da Dresda. Fondato nel 1990, è stato preso d’assalto da artisti del calibro di Caspar David Friedrich e William Turner, che qui si rifugiavano in cerca di pace e ispirazione. Oggi, questo locus amoenus accoglie chiunque voglia godersi una giornata a contatto con la natura, facendo trekking, arrampicandosi ed esplorando i monumenti ivi conservati, guidato dai vari percorsi disponibili e coccolato dai servizi messi a disposizione.

Cosa fare e cosa vedere al Parco Nazionale della Svizzera Sassone?

 

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Posto a confine con la Repubblica Ceca, lungo la valle del fiume Elba, il Parco Nazionale della Svizzera Sassone si srotola per oltre 700 chilometri quadrati, disegnando il paesaggio con alte cime di roccia arenaria e fitti alberi. Uno sfondo perfetto e che non pone limiti per le riprese di un film come Prey, che effettivamente non dà modo a chi conosce poco il parco di orientarsi con precisione. Tuttavia, ci viene concesso di ammirare l’imponente bellezza di madre natura: una bocca verde che ingoia i viandanti, innescando talvolta tranelli che potrebbero essere letali. La macchina da presa ci lascia intrufolare tar le insenature, ci fa attraversare ruscelli, cadere da precipizi altissimi e scorgere rifugi attrezzatissimi o dismessi.

Solo quando uno dei personaggi dice dove si trovano prendiamo coscienza del fatto che sia un parco e che nella realtà sia effettivamente molto meno pericoloso, molto più movimentato e soprattutto pieno zeppo di cose da fare e vedere.
Il Parco Nazionale della Svizzera Sassone mette infatti a disposizione una serie di percorsi, come ad esempio il sentiero dei pittori romantici, il Malerweg, che si estende per ben 112 chilometri o ancora quello che conduce presso la roccia di Bastei, il punto panoramico più celebre del parco, che domina sul fiume Elba. Un avvilupparsi di roccia su roccia collegata in alcuni punti per mezzo di un ponte di pietra risalente al 1851 (prima di allora, ne era stato costruito uno in legno nel 1824); attraversandolo si raggiunge il castello roccioso di Neurathen, il più grande della Svizzera sassone, caratterizzato da camere scavate direttamente nella roccia e oggi in parte coperte dalla vegetazione che ha preso il sopravvento sulle costruzioni umane. Percorrendo questo tragitto si può altresì ammirare ciò che resta dell’insediamento slavico, oltre al alcuni reperti e al teatro all’aperto di Rathen.

 

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Esplorando il Parco Nazionale della Svizzera Sassone ci si può trovare anche al cospetto di alcune lapidi commemorative, come quelle dedicate ai pionieri del turismo nella Svizzera sassone (Wilhelm Lebrecht Götzinger e Carl Heinrich Nicolai) o quella dedicata al fotografo di corte Hermann Krone, considerato il primo a realizzare una fotografia paesaggistica in Germania nel 1853. Pare che questa zona sia servita da ristori in stile, nei quali è possibile fare un bel tuffo indietro nel tempo.
Altra opzione per visitare il parco è salire a bordo del Kirnitzschtalbahn, un tram a energia solare attivo dal 1898 che consente ai visitatori di compiere un interessante viaggio nella natura fino a raggiungere le cascate Lichtenhainer.

Oltre le location di Prey. Quali città vedere e cosa mangiare a Dresda e dintorni

Inutile dire che chi arriva fin qui non può andare via senza fare un salto nella vicina città barocca di Dresda, una bomboniera posta sul fiume Elba in cui si concentrano monumenti spettacolari come la Frauenkirche, la Chiesa russa ortodossa di San Simeone, la Cattedrale della Santissima Trinità, oltre a una delle pinacoteche più importanti del mondo (Gemäldegalerie), in cui si trovano le opere, tra gli altri, di Antonello da Messina, Raffaello, Tiziano, Giorgione, Diego Velázquez.

A una manciata di chilometri dal parco si trovano poi le cittadine di Pirna e Sebnitz, famosa per l’artigianato dei fiori di seta, oltre alla località termale di Bad Schandau.
Per concludere, non ci resta che darvi anche qualche dritta su cosa assaggiare e chiaramente non possiamo non partire dalla birra, che da queste parti si consuma davvero a volontà (tra l’altro proprio nei pressi di Dresda si trova lo stabilimento della Radeberger). Anche gli amanti del vino non possono lamentarsi, dal momento che nella valle dell’Elba viene prodotto anche il famoso Muller-Thurgau. Parlando di cose più consistenti, tra i piatti tipici si annoverano pietanze a base di carne come il Sachsischer Sauerbraten (manzo all’agro servito con verdure varie) e il Sachsische Kartoffelsuppe (una zuppa a base di patate e speck), dolci di pan zenzero e quello che potremmo definire il “panettone sassone” (il Dresdner Christstollen).

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