Cinema: perché non aumentare la capienza delle sale? L’appello dell’Anica al governo

A rivolgersi al governo è Luigi Lonigro, il presidente di Anica

ANICA torna a rivolgersi al governo per chiedere che vengano allentate le norme relative al contingentamento degli ingressi nelle sale

Con un comunicato redatto dal presidente Luigi Lonigro, l’Anica (associazione che si occupa di rappresentare le industrie italiane del campo cinematografico) è tornata a chiedere al governo che vengano allentate le norme relative al contingentamento degli ingressi nelle sale cinematografiche e teatrali. In questa sua nota, Lonigro fa presente che, nella situazione attuale, i numeri che il mercato italiano è capace di generare non sono sufficienti per garantire la sostenibilità aziendale degli esercenti e dei distributori. Il presidente ci tiene poi a ricordare che le norme attualmente vigenti in Italia non sono decisamente più severe di quelle adottate dal resto dei paesi europei.

A riprova di questa eccessiva severità, la nota porta a esempio i dati di incasso di DUNE, il colossal di Denis Villeneuve uscito la scorsa settimana in contemporanea in tutti i paesi dell’Unione Europea. Secondo quanto dichiarato da Lonigro, l’Italia avrebbe infatti fatto segnare il peggior risultato d’Europa.

Purtroppo la diversa applicazione dei protocolli, distanziamento e occupancy nei vari paesi europei come Spagna e Francia continuano a danneggiare il nostro mercato. Il rischio è perdere parti importanti della nostra industria, della nostra filiera distributiva e di esercizio.

Quello che Anica chiede al governo, e in particolare al ministro della cultura Dario Franceschini, è un intervento rapido e chiaro. Questo, sempre secondo quanto dichiarato dal presidente Lonigro, sarebbe pienamente giustificato dai dati relativi al contagio, che mostrano come i cinema e i teatri siano da sempre uno dei luoghi in cui il pubblico è maggiormente al sicuro. Il comunicato si chiude con la richiesta di smettere di paragonare la situazione delle sale con quella dei treni, degli aerei e degli stadi, che sono ambienti completamente diversi dal cinema sia nella struttura che nella fruizione.

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