Roma FF16 – Olga: recensione del film di Elie Grappe
Olga, film del giovanissimo Elie Grappe, ha rappresentato la Svizzera agli Oscar ed è stato presentato in concorso ad Alice nella Città 2021. Arriva al cinema dall'8 giugno 2023 grazie a Wanted Cinema.
Olga, film del giovane Elie Grappe non è proprio quello che sembra: una storia drammatica, di dolore e sacrificio, di violenze politiche e sociali, mascherato come film a metà tra biopic e documentario sulla vita di una giovane ginnasta.
Il film, in concorso per Alice nella Città 2021, sezione della Festa del Cinema di Roma, è stato premiato a Cannes nella sezione Semaine de la Critique e ha rappresentato la Svizzera agli Oscar. Il film è al cinema dall’8 giugno 2023 grazie a Wanted Cinema.
Co prodotto da Cinema Defacto e per il momento non distribuito in Italia, Olga sembra essere un caso atipico per la produzione franco-ucraina; avvalendosi di giovani talenti attoriali e ginnici come Anastasia Budiashkina e Caterina Barloggio (ginnasta italo-svizzera che ha partecipato ai campionati europei e alle Olimpiadi), il film si indirizza verso un forte realismo narrativo e strutturale.
Olga è una giovanissima e promettente ginnasta ucraina che, a seguito delle intimidazioni ricevute dalla madre, giornalista antigovernativa, si trasferisce dai parenti svizzeri dalla parte del padre. Qui entra a far parte della nazionale di ginnastica artistica, dove ben presto si distingue per la sua bravura e caparbietà. Ma il passato sembra contaminare il presente, in un clima di disequilibrio sociale che inevitabilmente sconvolge non solo l’equilibrio politico dell’Ucraina, ma anche la vita di Olga.
Olga di Elie Grappe: quando la politica si confonde con il cinema
La storia di Olga si mescola e confonde alle agitazioni politiche che hanno scosso l’Ucraina nel 2014. Impostando la narrazione su un piano mediano tra il realismo e la realtà fattuale, immagini delle proteste e delle violenze perpetrate a Kiev sono riproposte come inquadramento temporale del film, ma anche come mezzo e causa di alcuni sconvolgimenti della narrazione stessa.
Gli infortuni di Olga e il conseguente sentimento di sconfitta sono il sintomo e il riflesso del suo Paese, dilaniato e martoriato dalla violenza dilagante che imperversa nelle piazze e nelle strade occupate dai manifestanti che si oppongono alle riforme del presidente Yanukovich a favore di una posizione filogovernativa a favore della Russia.
Anche lo sconvolgimento di inizio film che sembra poi convergere tutta l’azione verso un effetto a cascata di eventi sconvolgenti è la rappresentazione dell’inevitabilità della dimensione politica e ideologica sulla vita del singolo.
La ginnastica come metafora di vita
Quasi tutto il film si concentra sul percorso di Olga per raggiungere la vetta degli Europei di ginnastica artistica e le selezioni per le Olimpiadi. Il sacrificio e la sofferenza fisica e sociale della protagonista sono il motore che sembra far muovere l’intera azione filmica, non lasciando minimamente spazio per la speranza di cambiamento e di redenzione sia della protagonista che della effettiva liberazione dell’Ucraina (viste poi le conseguenze a livello politico e sociale che si riscontrano ancora oggi).
Il focus del regista, però, vuole essere sempre rivolto verso la dimensione ginnica, mostrando l’impegno negli allenamenti di Olga. La macchina è mobile, vibrante, instabile, seguendo la ginnasta nelle sue performance, che però rimangono confinate nella dimensione della palestra e solo per poco approdano nel grande palazzetto sportivo europeo dove si tengono le selezioni per le Olimpiadi.
Il montaggio non è esaltante, mostrando la vita di Olga scadendo le giornate in modo ritmico e serrato, senza però ricorrere a virtuosismi o ad espedienti narrativi o stilistici che possano sconvolgere e coinvolgere eccessivamente lo spettatore. Anche la recitazione delle protagonista non è eccezionale, riuscendo a veicolare maggiore tensione ed emozione quasi esclusivamente grazie alle sue performance ginniche che per le sue doti attoriali.