Chi era Bettino Craxi? la storia del celebre Presidente del Consiglio al centro del film Hammamet
Hammamet racconta gli ultimi sei mesi di vita di Bettino Craxi. Ma andiamo a conoscere quale contributo ha apportato nella politica italiana
Bettino Craxi è stata una delle figure politiche più carismatiche della propria generazione. Esponente del Psi, ha incarnato a lungo i valori della sinistra italiana, finché lo scandalo di Mani Pulite non lo mise in cattiva luce. Hammamet racconta il suo “esilio” in Tunisia
Il film Hammamet, girato da Gianni Amelio, si basa sul periodo appena precedente alla morte di Bettino Craxi, portato in scena dal bravissimo Pierfrancesco Favino. Nella pellicola nessun personaggio è chiamato con il suo vero nome. Le riprese all’interno della villa, ad Hammamet, sono state girate proprio in quella che fu la vera dimora di Craxi nella città tunisina. Ma qual è la vera storia del politico? Andiamola a scoprire.
Benedetto Craxi, per tutti Bettino, nasce nel 1934, figlio di Vittorio e Maria Ferrari. Cresce nei duri anni della Seconda Guerra Mondiale e per tale ragione i genitori scelgono di affidarlo alle suore, in un istituto religioso.
Una volta conseguita la laurea in Giurisprudenze e Scienze Politiche, intraprende la carriera in politica. Le esperienze formative avvengono nella sua Milano, al Partito Socialista Italiano. Diventato consigliere comunale, riceve, poi, la nomina ad assessore provinciale, seguito dal passaggio tra gli organi dirigenziali e, nel 1968, dal seggio in parlamento.
Nell’estate del 1976, in sostituzione del dimissionario Di Martino, Bettino Craxi viene proclamato Segretario nazionale del Psi, dando vita a ciò che passerà ai posteri quale Nuovo Corso. Avvia una revisione, pure da un punto di vista ideologico, del partito, che andrà, perciò, ad affrontare lo zoccolo duro. Nei giorni caldi del rapimento di Aldo Moro delle Brigate Rosse, Craxi si spende in prima persona per una risoluzione umanitaria e politica della questione, mentre i veterani della sinistra sventolano il vessillo ideologico della fermezza.
Il quadro politico evolve nel 1978 con l’elezione di Sandro Pertini in qualità di Presidente della Repubblica: non era mai successo che una figura di estrazione socialista conseguisse tale risultato. Soffia un vento nuovo, di cambiamento. Sulla scia ideologica destinata a formarsi Craxi assumerà la guida del governo sostenuto dal Pentapartito (DC, PLI, PRI, PSDI, PSI), costituito successivamente alla débâcle di Democrazia Cristiana alle elezioni del 1983.
Fin lì intoccabile, le certezze di Bettino Craxi cominciano a vacillare nel 1992, quando Mario Chiesa finisce agli arresti, primo tassello che avrebbe poi condotto allo scandalo politico e giudiziario meglio noto come Mani Pulite.
Al centro dell’inchiesta finirà pure lo stesso Craxi, il quale avrebbe focalizzato la propria tesi difensiva puntando il dito contro gli altri partiti, rei, analogamente a lui, di essersi intascati tangenti per finanziare le rispettive attività. Ecco perché non sarebbe stato da considerarsi più colpevole, bensì parte integrante di un sistema. Caduta l’immunità parlamentare con l’inizio della nuova legislatura, Craxi sfugge all’arresto recandosi ad Hammamet, in Tunisia.
Il 19 gennaio del 2000 nella città africana si spegne per via di un arresto cardiaco, forse imputabile a una complicazione della malattia legata al diabete. L’immagine del leader socialista, lungamente simbolo e icona dei valori di sinistra, verrà rivatutata nel tempo.
Fino all’ultimo giorno gli è rimasta fedele la moglie Anna Maria. I due, convolati a nozze nel 1959, hanno avuto due figli, Stefania Gabriella Anastasia e Vittorio Michele Craxi, rispettivamente classe 1960 e 1964. Entrambi hanno seguito le orme paterne, intraprendendo la strada della politica.