Papa Francesco – Un uomo di parola: recensione del documentario
La recensione di Papa Francesco - Un uomo di parola, il documentario Netflix diretto da Wim Wenders sulla figura di Papa Bergoglio.
Un viaggio spirituale nella saggezza capace di ammutolire e vincere ogni scetticismo. Papa Francesco – Un uomo di parola, il documentario del 2018 diretto dal regista tedesco Wim Wenders, fa sbocciare la testimonianza di un pontefice che si rivolge agli spettatori e risponde alle domande provenienti da ogni parte del pianeta. Attraverso i suoi occhi vibranti, Jorge Mario Bergoglio parla direttamente a chi guarda, con la franchezza e il carisma di una grande personalità ecclesiale. Economia e ambiente, ma anche pedofilia, ingiustizia sociale, cultura dello scarto e bellezza sono i temi affrontati nell’opera del regista di Il cielo sopra Berlino, che hanno come sfondo le musiche composte da Laurent Petitgand che contribuiscono a creare la densa atmosfera che permette al grande argentino di raccontare la sua fede, gli ideali e il modo in cui li pratica. Papa Francesco- Un uomo di parola è disponibile per la visione su Netflix dal 16 novembre 2021.
Papa Francesco – Un uomo di parola: l’eredità spirituale di San Francesco vive ancora
Il film inizia con la voce narrante di Wim Wenders che evoca la proposta cristiana di San Francesco d’Assisi che si sintetizza nell’esperienza della fraternità: punto focale intorno al quale ruotano una nuova visione dell’uomo e una nuova antropologia cristiana che richiedono la povertà del sacrificio degli ultimi, l’amore e il rispetto per la natura. La camera segue poi il pontefice nei suoi viaggi. Dai discorsi nelle piazze di Buenos Aires e di San Pietro agli appuntamenti con i capi di Stato, ma anche nei suoi incontri con i bambini, i malati, i carcerati, nei campi nomadi e nei luoghi più poveri del mondo. La parola di Papa Francesco si traduce in azione: è il caposaldo del documentario.
Bergoglio è il primo Papa proveniente dal continente americano. Il primo anche a scegliere il nome di Francesco: il Santo che ha lottato contro le guerre di religione e la povertà. Questa è la mission che anche Papa Francesco ha fatto sua. Come le parole del Santo di Assisi (che ha pregato alla ricerca di un fine migliore per la sua vita), anche quelle di Papa Francesco appaiono rivoluzionarie nel mondo attuale. San Francesco è stato un rivoluzionario del Cristianesimo e per tutta l’umanità. Papa Bergoglio tenta di riportare la Chiesa al Vangelo, chiede agli organismi che costituiscono il governo centrale della Chiesa di fare autocritica e denuncia la cecità della Chiesa e la presenza di una Madre Terra sempre meno rispettata. Esprime la sua tolleranza zero sui fatti di pedofilia che coinvolgono i vescovi, parla di povertà da combattere, di consumismo, di corruzione, di mancanza di lavoro e di un’economia di esclusione dove il denaro regna e crea disuguaglianze.
La visione umanistica incarnata dal pontefice in un mondo di divisioni
Wim Wenders realizza un’opera nell’opera. Nel documentario si può infatti vedere anche un’altro film (in bianco e nero e dedicato alla vita di San Francesco) interpretato da Alessandro Lo Monaco e girato dal regista stesso. Sembra una vecchia pellicola, un ritrovamento. Le preoccupazioni fondamentali di San Francesco sono, per lo più, quelle di oggi. A tal proposito, brilla una scena suggestiva in cui la macchina da presa inquadra la facciata della Basilica di San Pietro in Vaticano. Su questa vengono proiettate tutte le immagini, fotogramma dopo fotogramma, che rappresentano le preoccupazioni del pontefice sul futuro del pianeta (fra le altre barconi, gigantesche nubi di fumo e prodotti tecnologici inseriti per giustapposizione). Si deve riconoscere al regista il merito di aver lasciato giustamente a Papa Francesco stile spazio e libertà. Wenders ha certamente compreso la portata storica dell’occasione che gli è stata offerta, ed ha contribuito a creare, in ogni caso, un’opera audiovisiva preziosa in cui torna ad echeggiare l’idea di fratellanza universale proposta otto secoli fa da Francesco D’Assisi. Il mondo in cui viviamo, sempre più divisivo, si ingemma della visione umanistica incarnata dal pontefice. Ora più che mai abbiamo bisogno di visioni, che sono anche – in realtà – ragioni per vivere.