Diario di una schiappa: recensione del film d’animazione di Disney+
Questa nuova versione animata di Diario di una schiappa si affida ai disegni originali di Jeff Kinney, in una storia fedele al primo libro della serie.
Era il lontano 2008 quando nelle librerie uscì Diario di una schiappa, un libro che di lì a poco divenne una delle serie più lette dai bambini. Lo scrittore e fumettista Jeff Kinney creò un mix perfetto tra disegno e romanzo, arrivando ad una serie composta da quindici libri (di cui l’ultimo uscito quest’anno). Le storie sul giovane Greg Heffley hanno avuto una grossa cassa di risonanza, a tal punto che nel 2010 è stato realizzato il primo film live action, prodotto dalla 20th Century Fox e diretto da Thor Freudenthal. Ora la Disney opta per un altro formato, quello dell’animazione e del mercato on demand. Questa nuova versione rimane molto fedele al primo romanzo, dalla storia al design dei personaggi, ripercorrendo le origini del protagonista e del suo arrivo alla scuola media in compagnia dell’amico Rowley.
Disponibile dal 2 dicembre 2021 su Disney+, il film segue una storia lineare e divertente, in cui a farla da padrone sono i colori accessi e l’animazione. Diretto da Swinton Scott (Futurama), la versione Disney di Diario di una schiappa è sceneggiata dallo stesso Kinney, che figura anche come produttore. Senza troppe modifiche, o rimaneggiamenti per rendere il racconto più contemporaneo, il film si appoggia a piene mani al primo libro della serie per ragazzi. Se da una parte si loda la volontà di mantenere salda l’identità del prodotto, dall’altra ci saremmo aspettati qualcosa di più in termini di storia. Perché, al di là di una storia piacevole e scorrevole, Diario di una schiappa non sembra possedere un sottotesto così complesso. Certo è che la storia si rivolge ad un pubblico in fase preadolescenziale, se non più piccolo, ma quella stessa fetta di pubblico sembra esser ora abituata ad una certa complessità narrativa. Se pensiamo ad un altro film d’animazione di recente uscita come I Mitchell contro le macchine, la differenza è abissale.
Diario di una schiappa, e la battaglia delle scuole medie
Diario di una Schiappa racconta la storia dell’ambizioso e gracile Greg Heffley (Brady Noon), un ragazzino che sta per affrontare una delle sfide più grandi per uno della sua età: entrare al primo anno delle medie. Greg ha una fervida immaginazione, che lo porta a fantasticare sul suo futuro di successo. Ma prima di tutto deve affrontare l’adolescenza e i problemi della scuola. Insieme a lui troviamo l’innocente e un po’ infantile Rowley (Ethan William Childress), il suo migliore amico. Greg cercherà in tutti i modi di seguire quelle regole di comportamento non scritte da seguire per sopravvivere a scuola. Il problema, però, sarà per loro il confronto con la realtà e i disastrosi piani di Greg, che ogni volta andranno per il verso storto, emarginandolo sempre di più. Tra rocambolesche fughe in mezzo al parco e una fetta di formaggio maledetta, il nostro protagonista imparerà il vero senso dell’amicizia.
Ritroviamo quindi tutte le ambientazioni del primo libro, dalla notte di Halloween al confronto con i bulli e la scuola. Un omaggio, in tal senso, ha ciò che ha reso celebre la serie a fumetti. Diario di una Schiappa riprende in tutto e per tutto l’estetica originale, adattandola all’animazione moderna. Molti momenti acquistano così un’aura del tutto nuova, come il passaggio nella tenebrosa Whirley Street, e l’inseguimento in macchina con i bulli. Il livello d’animazione alza qui l’asticella, giusto il tempo di regalarci uno dei momenti meglio costruiti. Perché, come dicevamo, la storia è di per sé molto semplice, senza molti collegamenti alla cultura pop dei ragazzi di oggi. Questa è una delle tante strade che si intraprende quando si realizza un adattamento: la fedeltà o l’ispirazione. Non esiste una strada giusta o sbaglia, solo il messaggio che si vuole mandare. Infatti, se da una parte il film sceglie un formato genuino, dall’altra rischia di non confrontarsi con un pubblico più vasto. Detto ciò, è forse nella sua genuinità che Diario di una schiappa lancia il messaggio più forte.
L’amicizia e l’accettazione di sè stessi
Viviamo in mondo costantemente bombardato da immagini, idoli e una falsa rappresentazione di ciò che dovremmo essere, invece di ciò che vorremmo essere. I social network hanno avuto un grosso impatto nella società moderna, soprattutto per i giovani. Di certo non si incolpa il mezzo, ma l’utilizzo che se ne fa. Il problema però, e che le nuove generazioni (ma non solo) si confrontano ogni giorno con il senso di apparenza e identità. Questo porta molto spesso a casi di depressione e incapacità di adattamento, in un periodo in cui la propria immagine pubblica sovrasta quella emotiva. Ed è in questo discorso che la storia originale di Diario di una schiappa trova la sua valenza, essendo ancora attuale. L’immagine del ragazzo “fico”, quello famoso e ben voluto da tutti a priori porta a diverse scelte.
Sono le stesse che deve compiere il giovane Greg, che alla fine sceglierà ciò che è giusto a discapito della sua immagine all’interno della scuola. Preferisce essere considerato l’appestato che ha toccato il formaggio maledetto che la persona che lascia in una situazione difficile un amico. È un messaggio profondo e molto attuale. L’amicizia viene messa al primo posto, perché è solo in quel confronto con l’altro che si può crescere. Greg decide di rimanere fedele all’amico, e quindi a sé stesso. Per tutto il film cerca di cambiare il povero Rowley, e in senso più ambio di modificare la propria personalità in una ricerca aleatoria di riconoscibilità. Nel finale accetta sé stesso/Rowley per quello che è, fregandosene ci ciò che gli altri possono pensare di lui, perché finché si è in due tutto può esser superato. In questo senso Diario di una schiappa centra il suo bersaglio, per quanto nella sua totalità il film non abbracci una formula più attuale.