Gérard Philipe: una vita breve ma intensa, stroncata da una terribile malattia a soli 36 anni
Con il ruolo di François Jaubert ne Il diavolo in corpo divenne il simbolo di una gioventù psicologicamente fragile e inquieta, più crudele verso sé stessa che verso gli altri.
Bello, empatico, vulnerabile e con due occhi languidi. Si potrebbe descrivere così Gérard Philipe, lo sfortunato attore francese morto a Parigi all’età di 36 anni il 25 novembre 1959 a causa di una terribile malattia. Nato a Cannes il 4 dicembre 1922, raggiunse la notorietà grazie al ruolo di François Jaubert ne Il diavolo in corpo (1947), film tratto dall’omonimo romanzo di Raymond Radiguet che racconta una struggente storia d’amore che all’epoca fece scandalo. Per i giovani di quel tempo, però, il film divenne una sorta di manifesto in cui ritrovarono le loro inquietudini e il loro desiderio d’amore. Vestendo i panni di protagonista, Gérard Philipe divenne il simbolo di una gioventù psicologicamente fragile e inquieta, più crudele verso sé stessa che verso gli altri.
La carriera di Gérard Philipe
Sul grande schermo, Gérard Philipe ha offerto interpretazioni sempre diverse: pessimista senza speranza ne La via del rimorso, scettico arido in Le amanti di Monsieur Ripois, tormentato e alcolizzato ne Gli orgogliosi e spensierato in Fanfan la Tulipe e in Le diavolerie di Till. Tra gli altri suoi film si ricordano La certosa di Parma, La bellezza del diavolo, Il piacere e l’amore, Le belle della notte, Il giocatore e L’isola che scotta.
Gérard Philipe è stato anche un grande interprete di teatro. Già durante l’occupazione nazista della Francia aveva iniziato a calcare le scene dei teatri parigini e nel 1945 arrivò il grande successo grazie al Caligola scritto da Albert Camus. Negli anni cinquanta divenne una delle stelle più luminose del Festival d’Avignone, dove alternò testi classici a testi contemporanei.
L’impegno sociale
Gérard Philipe è stato tra le prime celebrità a firmare nel 1950 l’appello di Stoccolma che, in piena guerra fredda, si opponeva alla corsa agli armamenti soprattutto nucleari. Venne eletto presidente del sindacato francese degli artisti e degli interpreti (S.F.A.) e si impegnò a favore di tutti i mestieranti di cinema e teatro. Nonostante fosse dichiaratamente legato al Partito Comunista Francese, in quello stesso periodo ebbe modo di frequentare con una certa regolarità Paul Marion, ex comunista, ex socialista e poi ministro dell’informazione sotto il regime collaborazionista di Vichy, che stava scontando la pena nel carcere di Clarivaux.
La morte
All’apice del successo, Gérard Philipe morì di tumore al fegato all’età di 36 anni. Come da sua volontà, venne sepolto con il costume di scena di Don Rodrigo, protagonista della pièce teatrale Le Cid. Breve come un sospiro, il libro su di lui scritto nel 1964 dalla moglie Nicole, fu un best seller, a dimostrazione della popolarità dell’attore in tutto il mondo.