Encanto: la colonna sonora del film Disney è dinamite pura!
Il ritmo latinoamericano conquista anche la Disney. La colonna sonora di Encanto è dinamite pura!
Cosa non deve mai mancare a un classico d’animazione Disney, per dirsi veramente un classico d’animazione Disney (scusate la ripetizione)? E in aggiunta a questo: cosa c’entra Encanto, nelle sale italiane dal 24 novembre 2021, poi su Disney+, in tutta questa storia? C’è molto da dire in proposito. Prima di tutto, un film Disney che si rispetti dovrebbe attenersi a tutta una serie di regole non scritte che funzionano un po’ da bussola creativa e monito spirituale. Il fantasma del vecchio Walt porta rancore, e se le infrangi lo fai a tuo rischio e pericolo. Innanzitutto il film dovrebbe essere piuttosto colorato. Bene, il film è decisamente colorato. Dovrebbe avere un ritmo indiavolato, e tutto sommato sembrare anche parecchio divertente, perché qui si tratta di formare i ricordi di una generazione di giovani spettatori e non c’è tempo per la verità nuda e cruda. Check anche qui. Sfondo esotico/ sguardo inclusivo? Colombia, gente, e se il profumo latinoamericano non basta, è il momento di alzare le mani e lasciare l’edificio.
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Ora, Encanto risponde presente a ognuno di questi appelli immaginari, ma resta ancora qualcosa da dire. Perché un film Disney è anche e soprattutto tale se la cornice fantastica e il messaggio edificante e l’estetica arcobaleno sono tradotti in emozione seguendo le regole e le scorciatoie dell’unico linguaggio che davvero può dirsi comune a tutti. Encanto è anche la sua musica. La musica del film è, lo avrete intuito, decisamente latineggiante. Ha molto a che fare con chi l’ha composta. Un nome, in particolare.
Se Encanto è la storia della famiglia Madrigal, la musica è la chiave per decifrare lo spirito di ogni suo membro
Encanto, regia di Jared Bush e Byron Howard, co-regia di Charise Castro Smith, è la storia della famiglia Madrigal. Il clan fracassone vive nascosto tra le montagne della Colombia. Per effetto di uno strano arzigogolo magico, ogni membro della famiglia ha ricevuto in dono un po’ di magia, quel tanto che basta per migliorare la vita propria e quella di chi gli sta intorno. Queste cose ce le racconta Mirabel, l’unica Madrigal senza poteri. Non il massimo, in realtà per forza di un paradosso neanche troppo sconcertante toccherà proprio a Mirabel prendersi i Madrigal sulle spalle e difenderli dalla minaccia più grande, la fine della magia. Un film pieno di facce, caratteri spigolosi e tante, tante storie da raccontare. Intrecciate al caos esplosivo della vita in famiglia. La musica è importante perché, spiega Byron Howard:
La musica, qui, è divertente e orecchiabile. E serve a cogliere le sfumature di ogni membro della famiglia.
E ancora, a proposito dell’autore delle canzoni del film, Lin-Manuel Miranda:
Ha composto delle bellissime canzoni, ognuna completamente diversa dalle altre e questo per adattarle meglio a ciascun personaggio del film.
Molto più di un espediente di sceneggiatura, la musica di Encanto è la luce puntata sull’interiorità di ogni membro della famiglia Madrigal. Più di una battuta, di un silenzio o di un’azione spettacolare, una combinazione di note scelta per bene suggerisce intonazioni, sentimenti e sfumature. Tutte cose maledettamente necessarie allo spettatore per risolvere l’intricato puzzle emotivo del film. Il risultato finale nasce dalla sinergia tra le due menti sonore di Encanto, Lin-Manuel Miranda, già citato, autore delle canzoni, e Germaine Franco, colonna sonora.
La musica di Encanto unisce Germaine Franco, Lin-Manuel Miranda e Alvaro Soler
La compositrice Germaine Franco (Dora e la città perduta, La piccola boss, Prendimi!), ha co-scritto canzoni tra cui Un Poco Loco e Proud Corazón (“In ogni parte del mio corazón”) per il film Disney e Pixar Coco, e ha composto la colonna sonora di Encanto. Comporre musica per un film del genere significa prima di tutto congegnare una mappa di suoni e di riferimenti culturali ben precisi, un incedere latineggiante e senza cedimenti che faccia da ponte tra gli snodi della storia e le canzoni di Lin-Manuel Miranda. Resta poco da dire sull’eclettismo all’ennesima potenza del geniale autore, paroliere, attore, compositore, cantante, rapper americano, fa sul serio tutte queste cose, il volto e l’autore di musical di mega successo come In The Heights e Hamilton.
L’intervento di Miranda sul film consiste nel guarnire la torta di Encanto con otto numeri originali che esplorino la famiglia Madrigal e i suoi componenti da ogni angolazione possibile, per la massima soddisfazione del pubblico. Due pezzi su tutti. Il primo si chiama Non si nomina Bruno (Renata Fusco, Fabrizio Vidale, Ilaria De Rosa, Alvaro Soler, Diana Del Bufalo) e il suo scopo è di portarci dentro la vita misteriosa e il potere da menagramo del Madrigal più bistrattato e controverso, Bruno, il guastafeste che prevede il futuro. Il secondo, primo cronologicamente, si chiama La famiglia Madrigal (Margherita De Risi, Franca D’Amato), e in gran sintesi riassume tutto quello che c’è da sapere sulla famiglia Madrigal così come la vede Mirabel. Non si dimentica facilmente, anche perché riassumere la storia di generazioni su generazioni in quattro minuti di parole e musica è un’impresa non da poco, come ci ricorda ancora una volta Byron Howard:
La prima canzone, quella dedicata alla famiglia nella sua interezza, è uno dei pezzi più veloci nella storia dei musical. Una quantità impressionante di informazioni raccontate a una velocità forsennata
Nella versione italiana del film toccherà invece ad Alvaro Soler, il più italiano tra i cantanti spagnoli contemporanei, intrattenere il pubblico italiano con Oruguitas Innamorate, traduzione dell’originale Dos Oruguitas, interpretata nella versione originale in spagnolo da Sebastián Yatra.