Blanca: recensione finale della fiction di Rai Uno con Maria Chiara Giannetta
Blanca, la nuova fiction di Rai Uno prodotta da Lux Vide diretta da Jan Maria Michelini e Giacomo Martelli è stata la scommessa più bella di Rai Uno, vinta egregiamente ma non a mani bassi. C'è un lavoro attento e minuzioso che si fa apprezzare puntata dopo puntata.
Essenziale, diretta, decisa, esattamente come la sua protagonista, Blanca è la fiction prodotta da Lux Vide e Rai Fiction per la regia di Jan Maria Michelini e Giacomo Martelli, che chiude felicemente la prima parte della stagione di Rai Uno: di fiction nuove ce ne sono state, ma nessuna per audacia e sperimentazione, tenendo presente i codici narrativi e stilistici ben noti e distintivi delle fiction di Rai Uno, ha osato e ha rischiato di restare nel cuore e nella mente quanto Blanca. Ed i meriti non si devono solo ad alcuni elementi, ma a diverse componenti, dalla sceneggiatura alla regia passando per il montaggio e la fotografia, dalla recitazione alle musiche, in Blanca tutto si unisce perfettamente suonando una melodia che non stona mai, toccando sempre le corde giuste.
Blanca: la trama dell’ultima puntata della fiction in onda su Rai Uno
Non è un periodo semplice per Blanca (Maria Chiara Giannetta): l’ispettore Liguori (Giuseppe Zeno) sembra allontanarsi sempre di più, limitandosi a conversazioni di circostanza e qualche battutina, ancora avvelenato dalla decisione di Blanca di non esporsi in sua difesa dopo la lite aggressiva che c’è stata tra lui e Piccardo, ed in generale le sue condizioni di salute non solo al top. Blanca infatti è ignara che l’uomo di cui è innamorata Nanni (Pierpaolo Spollon), in realtà nasconde molte cose che lei non può vedere, come le gocce che giornalmente le mette in qualsiasi bevanda le offra.
A sconvolgerla ancora di più l’omicidio di Carmine Russo, evento inaspettato e accaduto poco dopo che l’uomo aveva cercato di rintracciare Blanca: per la ragazza si riapre la possibilità di poter fare luce ulteriormente sull’omicidio della sorella Bea, e scoprire se davvero sia stato Sebastiano Russo oppure se dietro l’accaduto c’è ancora un uomo che in tutti gli anni trascorsi ha saputo celarsi molto bene.
Su Rai Uno una fiction giovane, fresca e sperimentale dove tutto suona magnificamente
Le impressioni positive raccolte già durante la prima puntata, trovano piena conferma.Sulla tv generalista, Blanca è senza dubbio la più grande scommessa vinta da Lux Vide: la casa di produzione nota per produrre per lo più family che conquistano il pubblico per anni – si pensi a Che Dio ci aiuti, Un passo dal cielo, Don Matteo -, questa volta si è coraggiosamente affidata all’esperienza internazionale di Jan Maria Michelini portando su Rai Uno una fiction giovane e fresca: una freschezza che si esprime pienamente nell’intera poetica di Blanca, nella sua Genova che riserva una malinconia piovosa stemperata dagli spettacoli mozzafiato del cielo attraverso una fotografia super satura che ci permette di vedere il mondo come lo vede Blanca. Un mondo multicolor, che per una parte della sua vita ha visto e poi ha iniziato solo a sentire immaginandolo.
Ogni scelta stilistica e narrativa in Blanca è uno prolungamento che permette allo spettatore di apprezzare pienamente questa donna che con il suo cappottino da stringere in vita, il cane Linneo e la sua sagacia, è tratteggiata iconicamente come un personaggio uscito dai fumetti. Maria Chiara Giannetta senz’altro supera la sua prova d’attrice più bella, facendo pienamente suo l’intero mondo di Blanca. Regge bene, diluito in sei puntate, l’intreccio che cerca di dare corpo a tutte le storie e a tutte le vittime e carnefici che si alternano lungo la strada di Blanca, spesso non uscendo mai del tutto di scena, come nel caso della deliziosa Lucia interpretata dalla giovanissima e promettente Sara Ciocca.
Se proprio dovessimo trovare una pecca a Blanca, nelle ultime due puntate sarebbe stato bello insinuare più dubbi allo spettatore sulla vera identità di Nanni, ma il colpo di scena finale ben celato, intuibile solo da chi ha imparato – magari con l’ascolto immersivo in olofonia che caratterizza la serie – ad analizzare la realtà circostante non solo osservandola ma anche ascoltandola , come invita a fare Blanca fino al suo atto finale. Ad orchestrare il tutto la musica dei Calibro 35, cifra stilistica musicale superba della serie: davvero difficile levarsi dalla testa brani e temi, senza cadere nella tentazione di riascoltare l’intera colonna sonora.