Enrica Guidi su I delitti del BarLume: “ero terrorizzata”
La nostra intervista a Enrica Guidi, dal 17 gennaio 2022 su Sky e NOW con I delitti del BarLume.
Abbiamo incontrato Enrica Guidi che, nel ruolo di Tizzi, è una delle protagoniste della fortunata e brillante serie I delitti del BarLume, su Sky e NOW dal 17 gennaio 2022. La serie, tra l’altro, ha rappresentato il suo esordio nel mondo dello spettacolo, anche se all’epoca, da giovane laureanda, non pensava affatto di intraprendere questa strada professionale. Enrica ci ha infatti raccontato, facendo un excursus del suo percorso di studi: “Ho studiato lingue e poi scienze motorie. Ho sempre amato la danza e tutti gli sport in generale. E mi ero specializzata in posturale e in realtà questi studi si sono poi rivelati utili perché l’attore lavora principalmente con il corpo. Mentre stavo finendo gli studi e stavo preparando la tesi, ho capito che non era quello che desideravo nella vita. Ho deciso così di laurearmi comunque perché intendevo finire il mio percorso di studi che reputo importantissimo ma, proprio mentre preparavo la tesi, mi rendevo conto che avevo questo irrefrenabile entusiasmo nel cercare una scuola di recitazione. Dopo la laurea infatti mi sono immediatamente trasferita a Roma per studiare nelle scuole di recitazione. Cercavo, come tutti i giovani attori emergenti, occasioni di lavoro e provini e ho trovato su un sito un annuncio in cui si cercava una ragazza atletica e toscana e ho preso al volo l’occasione: mi hanno risposto subito. Ho fatto quattro provini, prima con Filippo Timi e poi con altri attori del cast e alla fine sono stata scelta da Eugenio Cappuccio che è stato il primo regista della serie I delitti del Barlume, prima di Roan Johnson. La cosa buffa è che avevo impiegato due anni di studi di dizione per correggere l’accento toscano e poi invece per questa serie si richiedeva specificatamente questo accento”.
La nostra intervista a Enrica Guidi, la Tizzy de I delitti del BarLume
È stata sicuramente un’occasione fortunata. Secondo te nella vita è più importante il destino o la forza di volontà?
“Secondo me sono importanti tutte e due a pari merito. Come dice Woody Allen all’inizio del film Match Point, quando c’è l’immagine splendida della pallina da tennis che rimane in bilico sulla rete e non sappiamo cosa deciderà la sorte: ‘preferisco avere fortuna che talento’. Mi piace pensarla alla Machiavelli per il quale virtù e fortuna sono profondamente legate tra loro e non necessariamente deve prevalere l’una o l’altra, ci devono essere entrambe, perché ci sono casi della vita in cui se hai fortuna devi poi sapertela gestire e altri casi in cui invece la volontà, la preparazione, serve moltissimo. La volontà è comunque fondamentale insieme alla determinazione. E ovviamente, senza cadere nella banalizzazione semplicistica e retorica della legge di attrazione, è molto importante la forza attrattiva dell’ottimismo.”
Essendo all’epoca un’attrice esordiente e trovandoti a tu per tu con attori di comprovata esperienza, come ti sei trovata? Quale atteggiamento psicologico hai assunto?
“All’inizio ero terrorizzata perché ero appena uscita da una situazione scolastico-accademica in cui ti insegnano tante cose ma mi mancava l’esperienza diretta e quindi ero ossessionata dal fare bene soprattutto nella prima stagione. Prevaleva l’ansia di fare bene più che di divertirsi. Ma sono stata aiutata molto dai colleghi più esperti come Filippo Timi e Carlo Monni che mi hanno insegnato moltissimo e poi dopo Fresi e Guzzanti e altri che semplicemente osservandoli mi hanno fatto capire molte cose. Inoltre alcuni di loro, come Benvenuti per esempio, sono anche autori e registi e ho avuto ancora più facilità nell’apprendere.”
In effetti è palese un grande affiatamento nel gruppo del cast della serie.
“C’è un grande affiatamento nel gruppo e un clima molto sereno e questo si deve molto a Roan Johnson, il regista, che come un direttore orchestra riesce a mantenere questo clima. Un clima al sole e non solo perché siamo all’Isola d’Elba ma perché cerca sempre il buon umore per stemperare le situazioni difficoltose come per esempio durante la pandemia. Relativamente a ciò io ho vissuto la pandemia abbastanza bene perché stavo per lo più lavorando ma devo dire che sono abbastanza intristita dal vedere come in questa situazione in Italia sarebbe necessaria maggiore empatia e gentilezza, invece vedo tante persone che hanno reagito con una rabbia incomprensibile.”
A proposito di rabbia, il personaggio della Tizzi è sempre molto “arrabbiato”, almeno nelle prime stagioni. Qual’ è l’evoluzione di questo personaggio?
“C’è stata un’importante evoluzione perché agli inizi Tizzi è una ragazza giovane che porta freschezza e brio nel bar Barlume ma poi cresce o meglio è costretta a crescere e ad affrontare le varie prove della vita. Diventa infatti proprietaria del bar con il 51% delle quote, poi diventa madre anzi ragazza madre perché Viviani fugge in Argentina e insomma deve affrontare un sacco di problemi inusitati per una ragazza inesperta. Quindi è molto ferita e per questo è sempre arrabbiata. Negli ultimi due episodi però cambia: sente il bisogno di una famiglia ma non vuole più Massimo Viviani e quindi deve cercare un nuovo equilibrio. Ha molta paura di non farcela da sola ma poi il fatto di essere madre le dà una grande forza di reazione. Ora rispetto alle prime stagioni è molto più matura e saggia e conseguentemente meno incazzosa rispetto agli inizi.”