Riverdance – L’avventura animata: recensione del film Netflix
La recensione di Riverdance - L'avventura animata, il film per famiglie disponibile su Netflix dal 14 gennaio 2022.
Si celebra la vita attraverso una danza a passi irlandese nel nuovo film d’animazione per famiglie Riverdance – L’avventura animata ispirato allo spettacolo teatrale Riverdance, che consiste in una danza tradizionale famosa per i rapidi movimenti delle gambe. Realizzato da Cinesite per River Productions e Aniventure, e co-diretto da Dave Rosenbaum e Tyler Werrin – entrambi veterani nel mondo dell’animazione al computer – il nuovo film Netflix è disponibile per la visione in streaming dal 14 gennaio.
Riverdance – L’avventura animata: nella trama fantastici cervi giganti danzano la riverdance per celebrare la vita
La storia di Riverdance – L’avventura animata prende avvio in una cittadina di mare irlandese. Il piccolo Keegan (doppiato da Sam Hardy) ama la musica e si diverte a fare il dj. Vive con i suoi dinamici nonni che seguono amorevolmente la sua crescita. Il nonno Patrick (con la voce di Pierce Brosnan) fa un mestiere romantico: oltre ad essere un ballerino molto apprezzato, è il guardiano del faro. Keegan si mostra protettivo verso i nonni che lo amano immensamente. Improvvisamente, in un pomeriggio, Patrick muore davanti agli occhi del piccolo protagonista.
Questo traumatico evento porterà però al risveglio di Keegan, che inizialmente perde interesse per le cose che gli piacciono: gli incontri con gli amici e la festa di San Patrizio dove si diverte nel ruolo di dj del villaggio; poi si prende il tempo per metabolizzare il dolore del lutto. La sua migliore amica Moya (Hannah Herman Cortes) è il personaggio che lo aiuta a superare il difficile momento. Moya è una ragazza estroversa che balla il flamenco. Insieme a lei Keegan si ritroverà in un regno magico governato da fantastiche creature: megaloceri giganti simili a cervi chiamati a proteggere i fiumi e i torrenti della Terra attraverso il potere della danza, perché la loro danza permette ai fiumi di scorrere. E senza i fiumi non c’è vita. La mission di Keegan è difendere la cittadina con i suoi abitanti dal vero cattivo della storia: il cacciatore (doppiato da Brendan Gleeson), il quale cercherà di tagliare le corna giganti delle creature magiche per usare il loro potere a fini malefici. Riuscirà Keegan a continuare la tradizione di famiglia – a diventare cioè il nuovo farista – e a impedire al villain di arrivare ai cervi?
La filigrana metaforica legata alla luce che eleva la qualità dell’opera
L’inserimento di una filigrana metaforica legata alla luce eleva la qualità dell’opera. Attraverso la piccola porzione di vita rappresentata dal mondo magico, il protagonista capisce come dare significato al suo vissuto attuale; e che ci sono leggende amplificate dalla tradizione ma che vale la pena di conoscere, perché esse provano a fornire una risposta universale alle domande umane. Nella scena più significativa di Riverdance – L’avventura animata, che si svolge sul ponte fra la luce e l’oscurità, il cacciatore invita Keegan a seguirlo nell’oscurità per ritrovare la sua vecchia vita. Ma il mondo “sotterraneo” che gli prospetta è, ahimè, assai lontano da quello che accoglie la Ofelia de Il labirinto del fauno. Keegan lo capisce, declina l’invito e affronta le tenebre. Il piccolo eroe diventa così un custode di luce. Riaccende il faro, perché la luce è vita.
L’opera riesce a farsi vento significante attraverso le metafore nello script e i particolari del light design
Non si può restare impassibili davanti a un’animazione ben fatta che lascia agire personaggi che hanno appeal e ci fanno apprezzare ciò che si vede, insieme all’interessante light design del film d’animazione. Non a caso, i due migliori amici, Keegan e Moya, insieme a cervi giganti, palle di pecore e a girini di rospo danzano a mezzogiorno: con la luce del momento in cui il Sole raggiunge l’apice del suo percorso nel cielo. Riverdance – L’avventura animata riesce a farsi vento significante attraverso le metafore nella sceneggiatura e i particolari del light design, che i più piccoli faranno fatica a capire senza la spiegazione di un adulto. In conclusione, anche se affronta alcuni dei temi più adulti e complessi del cinema, e lo fa senza mostrarsi un capolavoro – e con qualche lungaggine e caduta di ritmo – se ne consiglia la visione a chi avesse voglia di guardare un film intelligente con i più piccini.