L’amica geniale 3 – Storia di chi fugge e di chi resta: recensione della serie evento Rai
L’universo di Elena Ferrante e delle sue “amiche geniali” Lila ed Elena torna sul piccolo schermo con la serie evento L’amica geniale 3 diretta da Daniele Luchetti, tratta dal terzo volume della quadrilogia Storia di chi fugge e di chi resta e sceneggiata dalla stessa Ferrante, Francesco Piccolo, Laura Paolucci e Saverio Costanzo, in onda su Rai 1 dal 6 febbraio per 4 serate. Nel ruolo delle due protagoniste ritroviamo le talentuose Gaia Girace e Margherita Mazzucco.
L’amica geniale 3 – Storia di chi fugge e di chi resta – Lila ed Elena, due destini opposti
Lila ed Elena sono cresciute e la vita le mette di fronte a nuovi problemi insormontabili, al peso e alla “disgrazia” di essere nate donne in una società che anche se si avvia a grandi cambiamenti non si risparmia di assoggettare ancora le donne al volere degli uomini, alle loro voglie, alle loro pretese. Una società, quella degli anni ’70, in subbuglio tra lotte di classe, scioperi, tensioni in fabbrica, tra operai senza diritti né futuro se non quello di spegnersi piano piano dalla fatica, schiavi di padroni senza scrupoli. È quello che succede a Lila che proprio alla fine della seconda stagione avevamo visto bruciare il brillante racconto La fata blu scritto alle elementari, per cancellare il passato, rabbiosa verso il suo destino beffardo, verso una vita diventata insopportabile. La ritroviamo stremata dalla fatica nello squallido salumificio di Bruno Soccavo (Francesco Russo) vittima di soprusi e molestie, smunta, sciatta, che resiste solo per amore del figlio Gennaro che ormai cresce insieme all’amico Enzo Scanno (Giovanni Buselli) dopo aver lasciato il marito violento Stefano Carracci (Giovanni Amura). I problemi di Elena sono altri: dopo l’uscita del suo romanzo La divagazione si sente inadeguata, sente di avere poco da raccontare, sopraffatta dai commenti sessisti e moralisti sulla sua opera e da veri e propri assalti sessuali da parte di uomini che scambiano il suo anticonformismo con disponibilità e lassismo. L’incontro con il suo amore impossibile Nino Sarratore (Francesco Serpico) dopo tanti anni la travolge, sollevando in lei dei dubbi sul suo imminente matrimonio con Pietro Airota (Matteo Cecchi) e su quello che desidera davvero.
Un percorso di emancipazione doloroso e straziante quello raccontato in L’amica geniale 3 – Storia di chi fugge e di chi resta: nei nuovi episodi il microcosmo del rione che Elena sembrava aver abbandonato per sempre la risucchia, le scava dentro anche quando è lontana da Napoli, a Milano tra giovani contestatori, studenti ribelli contro l’ordine costituito, e intellettuali, a chilometri di distanza da quell’atmosfera soffocante e stantia. Lila invece ne viene inghiottita ed è facile immedesimarsi nel dolore che la pervade, sentire la sua stanchezza, il dolore alle ossa, all’anima. Lila vede in Elena quello che poteva essere grazie al suo genio ostacolato dall’ignoranza di una famiglia che l’ha voluta moglie di un marito violento invece che farla studiare; Elena riflette con terrore che sarebbe potuta essere al posto di Lila.
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Lenù e Lila, chi fugge, chi resta in L’amica geniale 3
Daniele Luchetti, come nelle stagioni precedenti Saverio Costanzo e Alice Rohrwacher, riesce a rappresentare in tutta la sua complessità l’universo misterioso e suggestivo di Elena Ferrante, fatto di emozioni mutevoli e ossessive, di dolorosi rapporti e consapevolezze, rendendo per immagini quell’atmosfera continuamente inquieta, quel suo peculiare e unico scavare nei meandri più profondi dell’animo umano, in quello di Lila e Lenù. Due donne piegate dal dolore, schernite per la loro libertà e intelligenza, per il loro anticonformismo, soffocate dalle imposizioni sociali. Immagini espresse con grande impatto emotivo nelle scene nelle quali Lenù ha l’inquietante visione di uomini e donne del rione che la inseguono per linciarla, scandalizzati dalle parole oscene e libere del suo racconto o quando si sente braccata, come se le stesse mani dei suoi cari la soffocassero e la costringessero a mettere l’anello di fidanzamento quando Pietro la chiede in sposa; o quando Lila tormentata dai “demoni” del passato che tornano, impersonati da Michele Solara (Alessio Gallo), ha una crisi isterica tentando di scacciarli con le braccia tra urla e lacrime.
E gli uomini che abitano questo universo, se si escludono il buon Enzo che si prende cura di Lila e di Gennaro come fosse suo figlio senza pretendere nulla in cambio, e Pasquale Peluso (Eduardo Scarpetta) attivista comunista che si batte per i diritti degli operai e sprona Lila a ribellarsi allo sfruttamento di Bruno Soccavo, sono gli esempi più beceri del patriarcato dell’epoca con i quali strascichi abbiamo purtroppo ancora a che fare: Michele Solara, Soccavo, insospettabili professori, e artisti falsamente emancipati che tacciano con disprezzo di moralismo le donne non disponibili al loro “amore libero”. Anche per questo motivo L’amica geniale si rivela un’opera importante, fondamentale per far comprendere alla nuove generazioni quanta strada è stata fatta per l’emancipazione e per creare una società civile, e c’è da fare ancora molto.
Margherita Mazzucco e Gaia Girace, cresciute insieme ai loro personaggi, nonostante la loro giovanissima età, confermano di poter interpretare con naturalezza e profondità i sentimenti sempre più complessi di due ormai donne come lo sono nella terza stagione Elena e Lila, tormentate da grandi incertezze, travolte da emozioni incontrollabili, da mali incurabili, in continua lotta. L’unica certezza è quel loro rapporto indefinibile, conflittuale, a tratti insano, fatto di piccole invidie e di colpi bassi ma autentico e ineluttabile anche quando una fugge e l’altra resta: “Guardami sempre, anche quando te ne vai da Napoli”, dice Lila provata fisicamente e nell’anima a Elena, “Così so che mi vedi e sto tranquilla”.
Un’opera all’altezza delle pagine grondanti di vita e dolore della Ferrante, un esempio eccelso di serialità autoriale appassionante.
L’amica geniale 3 – Storia di chi fugge e di chi resta è una produzione Fandango, The Apartment, Fremantle e Wildside in collaborazione con Rai Fiction e HBO Entertainment.