DGA 2022: Spielberg da record. Nomination anche per Campion, Branagh e Villenueve
I DGA Awards, forti indicatori in ottica Oscar, anticipano alcuni dei nomi che forse rivedremo in lizza per la statuetta.
I DGA Awards, da sempre forti indicatori in ottica Oscar, anticipano alcuni dei nomi che (forse) rivedremo in lizza per la statuetta più pregiata
Dopo la diramazione delle candidature ai premi assegnati da diversi sindacati, inclusi quello dei produttori (Producers Guild of America Awards), degli sceneggiatori (Writers Guild of America Awards), e dei montatori (ACE Eddies), la Directors Guild of America (in breve, DGA) ha annunciato le proprie nomination. Una cinquina che, quasi certamente, rivedremo alla cerimonia dei Premi Oscar, a meno di clamorose, ma graditissime “sorprese”, provenienti dal cinema europeo, date le meritatissime candidature all’Oscar al Miglior Regista, negli ultimi anni, per il danese Thomas Vinterberg, regista di Un altro giro, il polacco Paweł Pawlikowski (Cold War), il greco Yorgos Lanthimos (La favorita), e l’austriaco Michael Haneke (Amour), o da quello asiatico – il sito GoldDerby fa anche il nome del giapponese Ryusuke Hamaguchi, lanciatissimo verso l’Oscar al Miglior Film Internazionale con Drive My Car, tratto dal racconto omonimo di Haruki Murakami (contenuto nella raccolta Uomini senza donne) e già vincitore del Golden Globe.
I nominati al DGA sono Paul Thomas Anderson per la commedia sentimentale Licorice Pizza, Kenneth Branagh per il racconto semi-autobiografico Belfast, Jane Campion per Il potere del cane (tratto dal romanzo di Thomas Savage, e disponibile su Netflix), Steven Spielberg per West Side Story (alla dodicesima candidatura al DGA Award, mai nessuno come lui!) e Denis Villenueve per Dune (secondo adattamento del romanzo di Frank Herbert, dopo la prima versione, firmata David Lynch).
Vale la pena spendere due parole sulla nomination di Jane Campion, la seconda dopo Lezioni di piano – in tale occasione, perse contro Spielberg, in gara con il monumentale Schindler’s List. È la dodicesima volta, e l’augurio è che il numero cresca sempre più nei prossimi anni, in cui una donna riceve una nomination al DGA Award. Le altre a riuscire nell’impresa furono la nostra Lina Wertmüller (Pasqualino Settebellezze), Randa Haines (Figli di un dio minore), Barbra Streisand (Il principe delle maree), Sofia Coppola (Lost In Translation), Valerie Faris (Little Miss Sunshine, co-diretto insieme a Jonathan Dayton), Kathryn Bigelow (per The Hurt Locker, successivamente trionfatrice agli Oscar, nel 2010, e Zero Dark Thirty, nel 2013), Greta Gerwig (Lady Bird), e, giusto lo scorso anno, Chloe Zhao (Nomadland) ed Emerald Fennell (Promising Young Woman).
Nella categoria, introdotta da pochi anni, Miglior Regista Esordiente, i candidati sono le attrici Maggie Gyllenhall per The Lost Daughter, riduzione del romanzo di Elena Ferrante La figlia oscura, e Rebecca Hall per Passing, il compositore Premio Pulitzer Lin-Manuel Miranda per il musical basato sulla vita di Jonathan Larson Tick, Tick… BOOM! (tutti e tre disponibili su Netflix), Tatiana Huezo per il film messicano, nella short-list dei 15 migliori film internazionali in corsa per l’Oscar, Prayers for the Stolen, Michael Sarnoski per Pig, e Emma Seligman per la commedia nera Shiva Baby (disponibile su MUBI).
I vincitori verranno annunciati il 12 marzo, nella cerimonia in presenza al Beverly Hilton.