Antonio Veneziano: intervista all’attore de Il Legionario, “voglio morire sul palcoscenico”

Antonio Veneziano racconta il suo mondo fatto di cinema, TV e teatro.

Una passione che parte da quando era solo un ragazzo, quella di Antonio Veneziano, al cinema dal 24 febbraio 2022 con Il Legionario, opera prima del regista Hleb Papou premiata al Festival di Locarno e alla Festa del cinema di Roma, in cui interpreta il ruolo del celerino napoletano Starace. Parlando del suo personaggio Veneziano ha spiegato che Starace “fa parte di questa squadra di poliziotti molto unita, quasi ma famiglia di diverse estrazioni culturali: c’è un siciliano, ci sono io che sono napoletano e poi c’è il protagonista che è di colore […]”. L’attore racconta che il suo personaggio viene accolto nel gruppo con grande affetto, gli altri gli vogliono bene come un fratello, ma Stariace non è lì per scelta “perché la celere è una è una polizia estremamente speciale, il mio personaggio è mosso solo dai soldi, visti i problemi che ha a casa. Per tale ragione il mio personaggio è molto debole: ha attacchi d’ansia, prende gli psicofarmaci”. 

Oltre a recitare per il grande schermo, l’attore ha preso parte alla fiction I Bastardi di Pizzofalcone, a tal proposito gli abbiamo chiesto se preferisce più il cinema o la TV. Parlando del suo ruolo nella fiction l’attore si è detto fortunato per aver lavorato insieme “all’immenso Alessandro Gassman. Ricordo che quel giorno è venuto nel mio camerino…  abbiamo parlato un po’ ci siamo conosciuti e abbiamo subito provato la scena, perché lui voleva provarla con me per trovare una dinamica di verità e di naturalezza” – ha raccontato Antonio Veneziano e poi, ritornando alla differenza tra i due mezzi, dice: “Se dovessi pensare alla differenza tra cinema e televisione sono due mondi estremamente diversi… chiaro che il cinema, soprattutto quello italiano, in questo momento storico ha uno spessore e un’importanza maggiore rispetto alle produzioni televisive, ma non posso dire di preferire una cosa all’altra perché sono due lavori diversi come anche il teatro. Amo il mio lavoro e spero di continuare a farlo fino a che ne avrò le forze e l’energia e spero fino alla fine dei miei giorni. Il mio desiderio è quello di morire sul palcoscenico a 90 anni durante uno spettacolo chissà”. 

Antonio Veneziano: intervista all’attore

Facendo un passo indietro, Veneziano ci ha raccontato la sua passione per la recitazione, il percorso che ha fatto affinché diventasse il suo lavoro: “Da ragazzo ho sempre avuto la passione per il teatro e la recitazione, ho cominciato a lavorare in piccole compagnie amatoriali dove ho potuto sperimentare che cosa volesse dire calcare un palcoscenico e come si procedesse alla realizzazione di uno spettacolo seppur in modo amatoriale è una cosa che mi ha sempre fatto star bene è sempre stato una passione chi andava in palestra e c’è chi come me preferiva andare a fare gli spettacoli nel teatrino della mia piccola cittadina dove vivevo all’epoca. Un altro episodio importante della mia vita che mi hai fatto capire che questa passione dovesse continuare è stato durante il liceo, quando la nostra professoressa di filosofia ci aveva chiesto di scrivere una commedia brillante sulla storia dei filosofi greci e da li abbiamo messo in scena lo spettacolo dove tutti i filosofi greci fossero a confronto; subito dopo abbiamo partecipato a un concorso nazionale di licei siamo andati in Sicilia a Palermo dove mi hanno dato un riconoscimento come miglior attore non protagonista. Sono approdato a Trieste un po’ per curiosità un po’ per amore, avevo conosciuto una ragazza triestina e precisamente di Udine che poi mi ha portato a Trieste dove mi sono iscritto all’Università di lettere indirizzo DAMS. Quasi per gioco sono andato a fare un provino e sono entrato in una scuola che è durata quasi tre anni. Da quel momento mi hanno spiegato che il teatro è una professione. Mi sono perfezionato facendo corsi, master e tutte le accademie nazionali prima ai Filodrammatici di Milano, poi allo Stabile dell’Umbria, poi alla Silvio D’Amico a Roma, poi al stabile dell’Accademia Veneta. Quindi, ho girato l’Italia continuando a studiare e continuando a lavorare.”

Parlando di altri progetti presenti e futuri l’attore ricorda l’appuntamento a teatro insieme a Pino Quartullo in L’isola degli idealisti, un romanzo di Giorgio Scerbanenco ritrovato dopo diversi anni dalla sua morte. L’opera era scomparsa durante la seconda Guerra mondiale per poi essere ritrovata dalla figlia, che l’ha pubblicato intorno al 2018″. Antonio Veneziano non ha fatto a meno di elogiare i suoi colleghi: “Gianmaria Martini Giusto Cucchiarini, la giovanissima Anna Godina, la bravissima Marzia Postogna e il fantastico Pino Quartullo, che in questo periodo mi sta aiutando molto. È una persona straordinaria e un attore di grande talento dal quale sto imparando molto. Inoltre tra noi è nata anche una bella amicizia e ci troviamo bene a lavorare insieme”.

In merito ad altri progetti futuri, invece, l’attore dice: “ce ne sono tanti e adesso bisogna un attimino capire quali si concretizzeranno, perché bisogna valutare la ripresa dello spettacolo in uno spettacolo che farò subito dopo L’isola degli idealisti. Ci saranno delle riprese in Friuli Venezia Giulia, dove si sta tentando di organizzare uno spettacolo su Pasolini per questa estate in occasione del centenario”.