No Exit: recensione del thriller con Havanna Rose Liu su Disney+

No Exit è un piccolo thriller, acerbo nella scrittura ma interessante dal punto di vista registico.

Una tempesta di neve, una casa rifugio e un rapimento. Questo è il tridente narrativo di No Exit, il film di Damien Power prodotto dalla 20th Century e distribuito da noi su Disney+. Siamo difronte ad un thriller dalle tinte horror, spoglio e claustrofobico, in cui a spiccare è il talento dell’esordiente Havanna Rose Liu. L’attrice, seppur agli inizi della sua carriera, dimostra di sapersi calare nella parte, sobbarcandosi il peso dell’intero pellicola. Perché, al di là di una regia interessante, sono le azioni e i gesti della Darby di Liu a muovere la storia. Una scenografia quasi asettica e un ristretto cast consentono al regista di concentrarsi su pochi personaggi, scavando in profondità laddove si è lavorato per sottrazione. È un film piacevolmente semplice, anche se in alcuni casi fin troppo. La sceneggiatura è solcata da buchi anticlimatici. Tuttavia, No Exit è un film godibile con alcuni momenti davvero interessanti.

No Exit e quel rifugio non troppo sicuro oltre la tempesta

No Exit - Cinematographe.it

No Exit è tratto dall’omonimo romanzo di Taylor Adams e vede protagonista la giovane Darby Thorne. Troviamo la ragazza in un centro di riabilitazione, intenta nel suo percorso di disintossicazione. La strada è per Darby ancora accidentata, e il rischio di ricaduta ancora alto. Sarà la notizia del ricovero della madre in ospedale per un aneurisma celebrale a farla fuggire dal centro. Una tempesta di neve si abbatte però sul paesaggio, costringendo Darby a cercare rifugio in una casa di salvataggio sotto consiglio di un poliziotto. Qui troverà altre quattro persone: i due coniugi Ed a Sandi (rispettivamente Dennis Haysbert e Dale Dickey); l’avvenente e misterioso Ash (Danny Ramirez); Lars (David Rysdahl) un ragazzo dal pessimo carattere.

Mentre la tormenta incalza sul rifugio, Darby farà una scoperta sconcertante: all’interno di uno dei furgoni parcheggiati fuori è trova una bambina legata mani e piedi. Una o più persone devono averla rapita, ma chi e perché? Il dubbio si insinua nella mente della ragazza, che dovrà confrontarsi da quel momento in poi con una situazione difficile. No Exit parte da un semplice presupposto, quasi banale se messo a confronto con le produzioni che lo hanno preceduto. Eppure, Damien Power riesce a dare forma al proprio racconto. La sua regia riesce ad ovviare i problemi di sceneggiatura, e in alcuni casi di recitazione. È un film piccolo, creato appositamente per il mercato televisivo, ma riesce comunque a dire la sua.

La vera scoperta del film è l’esordiente Havanna Rose Liu

No Exit - Cinematographe.it

La sceneggiatura guarda a film come The Hateful Eight di Quentin Tarantino, di cui rivediamo la premessa narrativa di alcuni estranei bloccati in un “non-luogo”. Alcune scene ci ricordano Saw – L’enigmista, quando il momento richiede uno stampo quasi horror. Di certo non parliamo di omaggi, ma di momenti gentilmente presi in prestito; alla fine il cinema è tutto un ripetersi, “rubare”, cambiare e adattare. Il film trova la propria forza in poche scene ben riuscite, andando a colmare momenti statici e a tratti reiterati. I personaggi si muovono in cerchio attorno alla casa, passando dall’interno all’esterno e viceversa, quasi in loop senza fine. Visto in quest’ottica, il titolo No Exit ha carattere ambiguo. Da una parte i personaggi non fanno altro che entrare e uscire dal rifugio, dall’altra ripetono i propri gesti senza via di fuga. La tormenta li congela nel tempo e nello spazio, senza punti di riferimento e possibilità di comunicare con il mondo esterno.

Tutto ciò viene incarnato da Darby, le cui varie fughe l’hanno sempre riportata al punto di partenza. Ma ciò che avverrà all’interno del rifugio le darà modo di svelarsi e confrontarsi con i demoni del passato. È tra sangue e sparatorie che inizierà il vero percorso della protagonista, costretta suo malgrado a lottare per quella vita che fino a poco tempo prima nulla le dava se non dolore. Havanna Rose Liu riesce a calarsi perfettamente nella parte della ragazza agguerrita e sanguinante, per quanto il tema della droga e dall’astinenza vengano del tutto eclissati. Tralasciando questo aspetto, No Exit è capace di redimersi in sequenze ben costruite, dimostrando una certa intelligenza nel condensare la storia in poco più di un’ora e mezza; non è da tutti riuscirci.

No Exit viaggia da momenti ben congegnati ad altri monotoni

No Exit - Cinematographe.it

Parlavamo di una certa carenza attoriale in No Exit, e in effetti non tutti i personaggi sembrano stare sullo stesso piano. Tale aspetto sbilancia il film in più punti, andando a spezzare una certa tensione. Allora dov’è che il film riesce nel suo intento? In quelle scene che potremmo definire horror, e ci riferiamo soprattutto ad un momento nel particolare. Durante la sfida con uno degli aguzzini, Darby viene inchiodata al muro. Qui Havanna Rose Liu dimostra tutto il suo talento, riuscendo a farci sentire il suo dolore e la sua disperazione. La camera si dilunga molto sulla scena, creando una certa tensione adrenalinica, ansiogena. Il chiodo, il sangue e lo sguardo di Darby riescono a dare risalto alla follia che sta avvenendo in quel luogo.

Damien Power attinge dalla filmografia di genere, volgendo il proprio sguardo al già citato Saw o a Quella casa nel bosco. Tutto ciò che avverrà dopo seguirà proprio i topoi dell’horror, accantonando per breve tempo il thriller. Quest’ultimo interviene in una scena alla Agatha Christie e vede i personaggi riuniti a tavola intenti a giocare a carte. Ognuno svela da dove viene e sprazzi del proprio passato. È un momento ben congegnato, perché consente in pochi minuti di avere una panoramica sui vari membri del rifugio. No Exit gioca una partita a tennis e la palla passa di campo in campo, da scene ben costruite ad altre discutibili. Insomma, non è ben bilanciato come il pugnale che Thanos dona a Gamora in Avengers: Infinity War, ma è comunque un esperimento interessante.

No Exit è disponibile su Disney+ dal 25 febbraio 2022.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 2.5

2.7