Hunter Killer – Caccia negli abissi: una storia vera dietro al film con Gerard Butler?
Il film di Donovan Marsh è stato vietato in Russia e Ucraina.
Interpretato dall’attore scozzese Gerard Butler, il film Hunter Killer – Caccia negli abissi di Donovan Marsh è uscito nelle sale cinematografiche il 9 novembre 2019, con Eagle Pictures. Al centro delle vicende rappresentate su schermo la storia di una squadra di US Navy Seals che tenta di mettere in salvo un presidente russo preso in ostaggio dal suo falso ministero della difesa, evitando così un conflitto internazionale.
Costruito con personaggi visti in innumerevoli occasioni negli action movie, Hunter Killer – Caccia negli abissi presenta qualche originalità a livello di sceneggiatura (la presidente degli USA è una donna), anche se forse le mette troppo poco in evidenza. Il racconto si basa su un romanzo, Firing Point di George Wallace, il quale ha veramente ricoperto la carica di comandante di un sommergibile nucleare. Insomma, sebbene il racconto sia frutto della fantasia dell’autore, diversi dettagli sono realistici e ora ve li andremo a illustrare.
Gli eventi dietro alle vicende rappresentate in Hunter Killer – Caccia negli abissi
La pellicola vede il sommergibile nucleare americano di ultimissima generazione Arkansas, appartenente alla categoria di cacciatori denominata in gergo “hunter killer”, presidiare le vicinanze di una base navale russa al Circolo polare artico, proprio mentre il ministro della Difesa e ammiraglio Durov sequestra il presidente del suo Stato, Zakarin, in visita ufficiale.
Una decisione, quella assunta dall’ammiraglio, dettata dal comportamento di Zakarin verso gli Stati Uniti, ritenuto servile. Non solo, in concomitanza lo stesso Durov affonda un sottomarino statunitense. L’obiettivo? Scatenare una guerra nucleare, un modo per chiudere definitivamente i conti con Washington.
L’incolumità dell’intero pianeta è a repentaglio in Hunter Killer. Perciò, l’inossidabile, duro ma umano capitano Joe Glass (Butler) irrompe in causa. Contro la volontà del pluridecorato e guerrafondaio ammiraglio Donnegan (Gary Oldman), pensa di salvare il presidente russo. Nella missione potrà fare affidamento su uno sparuto manipolo di Navy Seals e del collega russo Sergi Andropoyov che, a seguito di un naufragio, imbarca sul suo sommergibile.
Il lungometraggio è dedicato all’interprete di Andropoyov, il giornalista Michael Nyqvist di Uomini che odiano le donne. L’attore si è spento poco dopo la conclusione delle riprese. Posta al bando tanto in Russia quanto in Ucraina, la pellicola ha globalmente incassato 31,7 milioni di dollari.
Ora andiamo a vedere i punti in comune tra la finzione e la realtà. Innanzitutto, gli hunter killer esistono davvero. Trattasi di mezzi specificamente concepiti allo scopo di attaccare e affondare altri sottomarini, combattenti di superficie e navi mercantili. Nella marina sovietica e russa erano e sono chiamati “sottomarini multiuso”. Secondo il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, la loro velocità massima è di oltre 25 nodi (46 km/h). Eppure, alcune stime parlano addirittura si spingono a un valore tra i 30 e i 33 nodi (da 56 a 61 km/h).
I Marines assicurano, inoltre, che possa andare in profondità fino a circa 250 metri. Una volta raggiunte determinate soglie, le condizioni in superficie smettono di farsi sentire. Comunque, uno tsunami abbastanza grande è potenzialmente in grado di riportare un hunter killer a galla.
Con circa 345 mila membri attivi, 100 mila di riserva pronti all’evenienza e 280 mila operatori civili, la US Navy è la marina più forte al mondo. Possiede 480 navi, 50.000 veicoli non da combattimento, 290 navi da combattimento schierabili e oltre 3.900 aerei con equipaggio. Ciononostante, il sottomarino più potente era il K-222, l’unico del Progetto 661 Anchar dell’esercito sovietico.