Era mio figlio: la storia vera dietro al film di Todd Robinson
Distinguiamo tra realtà e finzione negli eventi narrati in Era mio figlio.
Girato da Todd Robinson, il film Era mio figlio si basa sull’inchiesta dell’avvocato del Pentagono, Scott Huffman, per il conferimento della Medal of Honor postuma a William Hart Pitsenbarger dell’Air Force, dopo il suo eroico sacrificio durante la guerra del Vietnam, quando trasse in salvo moltissimi uomini e, in un primo frangente, ricevette l’Air Force Cross. Il lungometraggio contiene sia fatti realmente accaduti sia elementi di finzione; perciò, proveremo a mettere un po’ di chiarezza, secondo le ricostruzioni effettuate dagli storici.
Da quanto emerge, Pitsenbarger, protagonista di Era mio figlio, non aveva sempre voluto fare il paracadutista-soccorritore, bensì intendeva arruolarsi nell’esercito degli Stati Uniti per diventare un berretto verde; tuttavia, i genitori non gli diedero il permesso. Dovendo attendere fino al conseguimento della laurea, scelse di arruolarsi nell’Air Force. Nel 1962 fu spedito a San Antonio, dove aveva luogo l’addestramento di base, e fu allora che decise di contribuire all’unità parasoccorso.
Gli elicotteri ritratti nel lungometraggio sono Huey (Bell UH-1 Iroquois), mentre il velivolo col quale Pitsenbarger si unì alla battaglia era un Kaman HH-43F Huskie (soprannominato Pedro per il suo nome identificativo di battaglia). Todd Robinson ha ammesso che è una delle principali “licenze” prese per la propria opera. Hanno preferito gli Huey a causa della scarsità dei Pedro e del costo di trasporto in Thailandia, location delle riprese.
Era mio figlio: il confine tra realtà e finzione
Comunque, le azioni di Pitsenbarger furono davvero tanto eroiche. In cinque o in sei occasioni, corse oltre il perimetro per salvare un soldato. Fu ferito almeno due volte ma continuò ad andare avanti. Nel momento in cui non gli era più possibile combattere, continuava a gridare istruzioni ai suoi commilitoni. Le forze impari tra i vietcong e gli americani sono correttamente rappresentate: il rapporto era di circa 500 a 134. Così come non è frutto della fantasia la scena in cui Pitsenbarger mette due cadaveri su un soldato ferito, Fred Navarro, in modo da garantirne la sopravvivenza. Navarro osservò Pitsenbarger venire colpito dal primo proiettile.
Dopo aver scelto di rimanere a terra e combattere con i soldati in battaglia, Pitsenbarger venne ferito in almeno due circostanze e, quindi, ucciso dai cecchini vietcong più tardi quella stessa notte. La teoria del complotto secondo cui le autorità abbiano voluto mettere a tacere il fatto che fosse stata causata dal fuoco amico sembra improbabile. Non vennero mai alla luce delle prove concrete e, pertanto, il film ha eccessivamente drammatizzato la controversia.
Sappiamo che l’ufficiale in comando lo raccomandò immediatamente per la Medal of Honor, ma fu successivamente declassato all’Air Force Cross in quanto all’epoca non c’era abbastanza documentazione per avere un quadro dettagliato delle gesta di Pitsenbarger.
La teoria regge, sicché i soldati presenti non sono rimasti in contatto, essendosi poi dispersi in tutto il mondo. Le tesi cospirazioniste appaiono poco credibili anche perché un altro soldato morto in battaglia, il sergente James W. Robinson Jr., ricevette la Medal of Honor nel 1967, ossia l’anno successivo della scomparsa.
Il burocrate di medio livello del Pentagono Scott Huffman, che guida la lotta per il riconoscimento della Medal of Honor a Pitsenbarger, non è in realtà mai esistito ed è stato solo vagamente ispirato allo storico Parker Hayes. I veterani di Era mio figlio non hanno uno specifico corrispettivo con quelli veri della battaglia di Xa Cam My. È invece assodato che il padre di Pits, Frank Fitsenbarger, era molto malato nel momento di ritirare la medaglia d’onore nel dicembre 2000: morì circa 14 mesi dopo.