Animali Fantastici: I segreti di Silente – recensione
Il terzo capitolo della saga diretta da David Yates è una piacevole avventura fantasy, che chiarisce alcuni punti rimasti in sospeso dai film precedenti. Tuttavia, alcune scelte narrative sollevano ancora una volta dubbi e perplessità.
In uscita nelle sale cinematografiche dal 13 aprile 2022 l’attesissimo Animali Fantastici: I segreti di Silente, terzo capitolo della saga iniziata nel 2016. Al timone del film c’è ancora il regista David Yates, mentre la sceneggiatura è stata scritta a quattro mani da J.K. Rowling e Steve Kloves.
Le pellicola ha avuto non poche difficoltà a vedere la luce, a causa di una produzione piuttosto travagliata, tra continui rinvii e importanti cambi di casting.
Oltre ai problemi tecnici, questo capitolo aveva l’arduo compito di restituire magia e chiarezza alla saga, dopo che il suo predecessore, I crimini di Grindelwald, aveva destato non poche perplessità a pubblico e critica. Ci sarà riuscito? Analizziamolo insieme.
Animali Fantastici: I segreti di Silente. Dove eravamo rimasti?
La storia riprende poco tempo dopo gli eventi narrati nel secondo film. Siamo negli anni Trenta. Il mago oscuro Gellert Grindelwald (Mads Mikkelsen) ha ormai sempre più seguaci e spie, tra cui Credence (Ezra Miller), ancora in cerca di risposte sul suo passato, e Queenie (Alison Sudol), potente alleata grazie alla sua abilità di leggere la mente. Tuttavia, il suo esercito non basta, Grindelwald deve ottenere legittimità da tutto il popolo magico se vuole mettere in atto la sua guerra conto i babbani.
La concreta possibilità di acquistare credibilità si presenta in occasione delle elezioni per il nuovo leader della Confederazione Internazionale dei Maghi. Gellert ha ovviamente un asso nella manica: la cattura di una rara creatura magica gli consentirà facilmente la vittoria.
L’unico mago in grado di ostacolare il potere del tiranno è il suo vecchio amore, Albus Silente, che tuttavia non può affrontarlo direttamente a causa di un patto di non aggressione stipulato con il sangue. Il futuro preside di Hogwarts affida dunque l’importante missione ad un’improbabile squadra di intervento, composta dal Magizoologo Newt Scamander (Eddie Redmayne), suo fratello Theseus (Callum Turner), la professoressa Eulalie Hicks (Jessica Williams), Yusuf Kama (William Nadylam), Bunty (Victoria Yeates) e il babbano Jacob (Dan Fogler), ancora sotto shock per la perdita della sua Queenie ma deciso a mettere il suo coraggio e la sua lealtà al servizio dei suoi amici maghi.
Il nuovo Grindelwald di Mikkelsen
Cominciamo con l’aspetto più interessante e controverso di questo film: la sostituzione dell’antagonista. Come sappiamo, il celebre attore danese Mads Mikkelsen è stato scelto per vestire i panni del potente mago oscuro Gellert Grindelwald dopo che Johnny Depp ha dovuto abbandonare il progetto. Mikkelsen, in diverse interviste, ha ribadito la sua volontà di volersi allontanare dal Grindelwald di Depp e fornire una sua interpretazione del personaggio. Ed è riuscito nel suo intento. Incontriamo infatti un Grindelwald molto diverso da quello dei capitoli precedenti, meno eccentrico nel look così come nell’atteggiamento, ma ancora più inquietante, affascinante e spietato.
Ma non è tutto. Finalmente abbiamo modo di esplorare più da vicino il complesso rapporto di amore e rivalità tra il mago oscuro e Albus Silente. Anche se le battute che si scambiano questi due personaggi sono perlopiù brevi e fugaci, la chimica tra l’attore danese e Jude Law è palpabile e rende questa relazione intrigante – a tratti commovente – e mai forzata.
I segreti di Silente: più politica e animali fantastici
Visto il periodo storico in cui il film è ambientato, è stata una scelta interessante lasciare una bella fetta di storia alle elezioni politiche per eleggere il capo della Confederazione Internazionale dei Maghi. Vediamo dunque i candidati – tra cui Grindelwald – mettersi alla prova con delle vere e proprie campagne mediatiche, trasmesse su un maxi schermo.
Questa corsa politica rende il mondo magico agli occhi dello spettatore più reale e complesso. D’altra parte, questa intuizione narrativa così intrigante, non è stata sviluppata al cento per centro. Difatti, i candidati in gara contro il mago oscuro appaiono molto piatti. La ministra brasiliana Vicência Santos (Maria Fernanda Cândido) e il ministro cinese Liu Tao (Dave Wong), nonostante abbiano uno ruolo centrale nella trama generale, quasi non proferiscono parola.
Se i fatti politici offrono più realismo a tutta la vicenda, la magia di certo non manca. I nostalgici saranno felici di tornare ad Hogwarts e sbirciare l’aspetto degli insegnanti durante gli anni della loro gioventù. Questa scelta, seppur emozionante, potrebbe far storcere il naso a qualcuno. Gli eventi narrati in Harry Potter e la Pietra Filosofale accadono, infatti, verso la fine del XX secolo. Possiamo dunque ipotizzare che alcuni membri del corpo docenti – come Minerva McGranitt, ad esempio – dovrebbero avere all’incirca 100 anni nel primo film. Ma dato che la magia preserva la giovinezza possiamo perdonare questa scelta narrativa fatta in favore del fan service.
Inoltre, è stato ancora più commovente vedere i protagonisti interagire con i giovani studenti della scuola di magia, mentre mettono in atto i comportamenti tipici delle loro casate.
Infine – e finalmente – gli animali fantastici tornano ad essere – in parte – protagonisti della saga. Incontriamo, infatti, nuove creature magiche, alcune amiche altre nemiche, la cui esistenza è il motore dell’intera vicenda.
Un film che fa chiarezza ma lascia qualche perplessità
Animali fantastici: I segreti di Silente fa un passo in avanti rispetto al suo predecessore, restituendo chiarezza alla storia. Se l’intreccio sembra dunque funzionare, a destare qualche perplessità è il trattamento riservato ad alcuni personaggi.
Queenie è una delle protagoniste più affascinanti della saga. Abile e coraggiosa legilimens, in seguito ad una discussione con il suo amato Jacob, alla fine del secondo film sceglie di seguire Grindelwald, dopo che il mago oscuro era riuscito a persuaderla che, se l’avesse aiutato, avrebbe potuto amare chiunque ella desiderasse. Ritroviamo dunque una Queenie molto cambiata, la sua chioma calda viene sostituita da un biondo freddo, glaciale. Nonostante il cambio look, non è malvagia, nel suo sguardo c’è tristezza e non cattiveria. La protagonista è infatti rimasta vittima di una scelta impulsiva che l’ha intrappolata in una prigione dalla quale non può uscire. Tuttavia, rendere la sua decisione di seguire il lato oscuro un’azione dettata dalla “stupidità” – come lei stessa ammette durante è film – toglie spessore alla donna, il cui sviluppo psicologico avrebbe meritato più cura.
Ad aver un trattamento, se possibile, peggiore, è Credence, colui che sin dal primo film viene identificato come l’enigma di tutta la saga. Un giovane Obscuriale che non ha mai conosciuto l’amore di una famiglia e – per questo motivo – è costantemente combattuto tra le forze del bene e del male, mentre è deciso a scoprire il mistero delle sue origini. Purtroppo, il personaggio interpretato da Ezra Miller non trova il suo spazio, finendo per essere relegato in un ruolo molto marginale.
A spaesare definitivamente il pubblico è la mancanza del protagonista. Che fine ha fatto Newt? Nonostante la bravura di Redmayne sia come sempre notevole, è la scrittura a non dargli valore. Scamander in questo film non emerge, viene messo da parte, isolato in un ruolo di supporto in favore delle vere star, Silente e Grindelwald.
Fortunatamente alcuni protagonisti – per così dire, secondari – conquistano più spazio. Theseus, in particolare, assume decisamente più rilevanza. Il suo coraggio e la sua intelligenza emergono finalmente ma senza per questo spodestare i suoi tratti tipici caratteriali, quelli che lo rendono estremamente diverso dal fratello, sfrontatezza e impulsività.
Jacob ha lo sviluppo psicologico più interessante. Nonostante sia ancora profondamente ferito per la perdita del suo grande amore, Queenie, non si tira indietro dalla battaglia, resta coraggioso e leale, nonostante sia appunto un babbano in un mondo di maghi.
Vedere o non vedere Animali Fantastici: I segreti di Silente?
Per concludere, il terzo capitolo di Animali Fantastici è un film dal ritmo incalzante, che non annoia. Un’avventura fantasy apprezzabile – in particolar modo per degli effetti visivi sbalorditivi – e certamente migliore rispetto al suo predecessore. Tuttavia, la scelta di voler incentrare l’intero film su Albus Silente e su quale sia il percorso che lo porterà a diventare il leader rassicurante che tutti conosciamo, toglie spazio alla trama e agli altri protagonisti della vicenda.
Infine, volendo soffermaci proprio sul titolo, non si potrebbe dire che dei segreti vengono svelati, semmai nuovi contenuti narrativi vengono aggiunti ad un intreccio già molto ingarbugliato.
Per scoprire che piega prenderanno gli eventi dovremo attendere l’uscita degli ultimi due film che andranno a chiudere la saga.