Schindler’s List: morta a 107 anni la donna che stilò la lista di ebrei da salvare
Mimi Reinhardt è morta. È stata l'autrice della lista di ebrei da salvare dall'Olocausto, utilizzata da Spielberg nell'indimenticabile Schindler's List.
Mimi Reinhardt è morta. La donna è passata alla storia anche grazie all’indimenticabile e pluripremiata pellicola di Steven Spielberg del 1993, Schindler’s List – La lista di Schindler. Reinhardt – scomparsa a 107 anni – è stata la segretaria dell’imprenditore tedesco Oskar Schindler. Venne incaricata di stilare la celebre lista di ebrei da salvare dall’Olocausto. I fortunati presenti su quella lista – “La lista di Schindler”, per l’appunto – avrebbero scampato i campi di concentramento in cambio di un lavoro nella fabbrica del suo capo. La coraggiosa donna ha così impedito che più di 1000 persone venissero deportate e uccide nei campi di sterminio.
Grazie alla sua lista si stima che circa 13000 vennero salvate da morte certa. L’intera vicenda ispirò la stesura di un romanzo, dello scrittore austriaco Thomas Keneally, su cui poi Steven Spielberg si ispirò per produrre uno dei film più celebri mai esistiti, Schindler’s List, vincitore di 7 Premi Oscar, tra cui quello per il miglior film. “Mia nonna, così cara e così unica, è morta all’età di 107 anni. Riposa in pace”, ha scritto la nipote di Reinhardt, Nina, in un messaggio ai parenti.
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Anche Mimi Reinhardt era ebrea. Nata in Austria, venne reclutata dallo stesso Oskar Schindler, per il quale lavorò fino al 1945 e, alla fine della Seconda guerra mondiale, andò a vivere a New York. Nel 2007 si trasferì a Tel Aviv, in Israele, dove ha serenamente trascorso i suoi ultimi anni. “Mi sento a casa”, disse ai giornalisti una volta atterrata. La donna ha svelato di aver incontrato Spielberg, una sola volta, ma di non essere riuscita a guardare il suo film, un’esperienza ancora troppo dolorosa da poter affrontare di nuovo. Il suo datore di lavoro Oskar Schindler – nonché proprietario della fabbrica dove vennero impiegati gli ebrei della lista – morì quasi dimenticato nel 1974, ma ottenne un importante riconoscimento postumo dal memoriale dell’Olocausto Yad Vashem a Gerusalemme. L’uomo è stato incluso nella lista delle persone non ebree che si sono impegnate per salvare la vita degli ebrei durante l’Olocausto.