Bang Bang Baby: il cast sulla serie Amazon, “Abbiamo mischiato Sposerò Simon Le Bon al mondo criminale anni ’80” [VIDEO]
Su Prime Video in due fasi, il 28 aprile e il 19 maggio 2022, Bang Bang Baby. Coming of age e racconto criminale, Milano tardi anni '80, ce ne parlano cast, regista e produttori in conferenza e nelle nostre interviste video.
Bang Bang Baby è una serie in 10 episodi in uscita su Prime Video in due blocchi di 5 episodi ciascuno, rispettivamente il 28 aprile e il 19 maggio 2022, prodotta da The Apartment e Wildside (Freemantle), in co-produzione con Enormous Films. Racconto di formazione a tinte crime sul fondo della Milano tardi anni ’80, siamo nel 1986, la storia è quella di Alice (Arianna Becheroni). Alice è una teenager come tante che un giorno scopre che il padre Santo, con alle spalle (ma non solo) un torbido vissuto criminale, creduto a lungo morto (Adriano Giannini), in realtà è vivo, vivissimo. Questo la mamma Gabriella (Lucia Mascino) glielo aveva tenuto nascosto. Da qui in poi, per la giovane protagonista, esplorazione del sottobosco criminale e ricostruzione di un legame spezzato diventano una cosa sola. Con tutti i rischi che seguono.
Una cosa interessante sulla genesi del progetto la racconta il produttore Lorenzo Mieli. “Ci è capitato di imbatterci nella storia di Marisa Merico, molto tempo fa. Una storia vera. Una madre single cresce in Inghilterra la figlia, Marisa Merico. La ragazza crede che il padre sia morto mentre in realtà non è così. Quando scopre la verità, cioè che il padre è vivo e pure membro della ‘ndrangheta, decide di riallacciare i rapporti con lui e il resto della famiglia. Nel farlo, diventa anche lei una criminale”. Queste le premesse, il passo successivo era “trovare uno stile, un tono, una modalità di racconto, la chiave giusta per mettere in scena questo coming of age (racconto di formazione) disfunzionale. Dovevamo entrare nella testa di una ragazzina degli anni ’80, assicurandoci che lo stile non fosse fine a se stesso ma diventasse un elemento del racconto. Abbiamo mischiato Sposerò Simon Le Bon al mondo della criminalità degli anni ’80. Davvero non c’è niente di simile a questo. All’inizio non avevamo un’idea precisa di come sarebbe andata”.
Bang Bang Baby: attori conosciuti, attori solidi, attori emergenti
Per la giovanissima (e brava) Arianna Becheroni (Mio fratello rincorre i dinosauri) un peso importante sulle spalle. Cast corale quanto volete ma è lei, sempre e comunque, il perno narrativo ed emotivo della storia. Della sua protagonista, dice, “è una ragazza timida e insicura, Alice, ma questi aspetti sa metterli da parte per una spinta d’amore verso suo padre. Una situazione del genere serve a mostrare che una persona può cambiare se è spinta da qualcosa di forte. Sul piano professionale, Bang Bang Baby è stata una gran fortuna. Ho sentito il peso e la responsabilità di quello che stavo facendo, mi sono detta che non potevo assolutamente giocarmela male. Devo dire che il percorso, fino alla fine, è stato più facile di quanto immaginassi. Tutti mi hanno aiutata. Con (il regista, ndr) Michele Alhaique abbiamo cominciato a lavorare al personaggio tre mesi prima di cominciare a girare. Leggendo tutti i copioni più e più volte, analizzando una scena dopo l’altra”.
Il cuore giovane del racconto è espressione, tra le altre cose, di una precisa linea editoriale. Come spiega Nicole Morganti, Head of Italian Originals presso gli Amazon Studios. “Dare visibilità a talenti affermati ma anche emergenti è perfettamente in linea con i nostro valori. Abbiamo deciso di accostare attori conosciuti, attori solidi e attori emergenti. Scegliere come protagonista una giovane donna emergente era uno dei nostri obiettivi”. Nella casellina degli affermati rientra senza ombra di dubbio Lucia Mascino, che qui è Gabriella, la madre di Alice. “Quello che mi piace di lei è che non è il tipo di madre dolente, sofferente, che si vede di solito. Seduttiva, distratta, un po’ così. All’apparenza non sembra eccessivamente materna, eppure viene fuori anche una parte di grande solidità affettiva. Avevo cercato di recitarla in un certo modo, ma c’è comunque una parte di lei che viene fuori da sola”.
Tocca ad Adriano Giannini la parte del padre canaglia, seduttore e sempre in guerra con la legge. “Il contrasto sta nel sangue criminale di quest’uomo che, all’improvviso, si trova costretto a riorganizzare la sua vita per amore della figlia”. Anche se, per la verità, non tutto è come sembra, nemmeno in famiglia. “Si tratta sempre e comunque di un cattivo plagiatore e persuasivo. Quello che lui cerca di fare, essenzialmente, è salvarsi. L’amore per la figlia è comunque un elemento contrastante rispetto alla sua matrice criminale. In sceneggiatura era anche più negativo come personaggio, gli abbiamo aggiunto poi alcune note di simpatia”.
Bang Bang Baby: Alice senza Il Paese delle Meraviglie
Bang Bang Baby è scritta da Andrea Di Stefano, Valentina Gaddi e Sebastiano Melloni. Regia di Margherita Ferri, Giuseppe Bonito. Supervisione artistica e regia di Michele Alhaique, che racconta il suo approccio senza nascondere gli spazi di incertezza che hanno accompagnato alcune fasi del lavoro. “I copioni erano ricchi di toni e generi differenti, la sfida più complessa consisteva dunque nel cercare di capire come metterli in scena. Per fortuna il lockdown mi ha dato la possibilità di studiare e lavorarci sopra! Ho capito che dovevo passare da un tono all’altro in manera armonica, studiarli tutti e farli suonare assieme. Questa è la storia di Alice, senza il Paese della Meraviglie. Dovevo stare con la macchina molto vicino ad Arianna, sentire il suo respiro. Avrete notato che nella serie non ci sono scene di passaggio, niente racconti didiascalici, soltanto il racconto emotivo. La macchina da presa si muove sempre, secondo ritmi diversi ma in modo emotivo”.
Volendo tracciare una genealogia delle fonti, “mi sento di citare i fratelli Coen. Tre Manifesti a Ebbing, Missouri, un capolavoro. Nicolas Winding Refn con la sua serie bellisssima e incompresa, Too Old To Die Young. Ogni episodio contiene un preciso riferimento agli anni ’80. La musica in parte era prevista in sceneggiatura, poi in sede di montaggio ci siamo limitati ad accentuare il tono della storia anche servendoci della colonna sonora”. La musica gioca un ruolo importante nel definire il vissuto del personaggio interpretato da Antonio Gerardi, che in lui vede “un bambino nel corpo di un uomo. Ha seri problemi, ne crea anche. Il suo rapporto con George Michael? Piuttosto strano, certe volte mi sentivo ridicolo. Il mio personaggio è un sognatore”.
Non c’è niente di ridicolo nel personaggio interpretato da Dora Romano, il volto matriarcale e durissimo della famiglia criminale di Alice. Nonna Lina, per interpretarla la brava attrice campana ha studiato a fondo architettura e ideologia del mondo malavitoso. “Per i componenti della ‘ndrangheta prima viene la famiglia intesa come organizzazione criminale, poi la famiglia vera. Lina deve gestire contemporaneamente l’organizzazione e una famiglia che non è all’altezza. Il ruolo mi ha divertita, dal punto di vista attoriale ho dovuto lavorare sull’assenza di scrupoli, anche se poi Lina accoglie la nipote in famiglia. Con tutto il senso di accoglienza che può avere una donna impegnata in loschi traffici criminali”. Non è una novellina in fatto di operazioni dall’appeal internazionale come Bang Bang Baby. “Sono stata in Cina per L’ Amica Geniale e lì mi hanno detto che la serie era stata vista da 100 milioni di persone. Bisogna abituarsi, dal virus alle serie tv oggi tutto è globale”. Forse, o forse no. Chiusura ad Antonio Gerardi, che ha idee tutte sue sulla globalizzazione e sul successo della serie. “Per me, l’unica cosa davvero importante è che arrivi in Basilicata!