Le fate ignoranti (2022): le migliori frasi e le citazioni più belle della serie Disney+
Da Hikmet e Flaubert, rileggiamo le migliori frasi e le citazioni più belle de Le fate ignoranti, la nuova serie di Disney+.
A partire dalla metà di aprile, nel catalogo Disney+ è stata aggiunta Le fate ignoranti, la serie TV tramite cui Ferzan Özpetek trasferisce sul piccolo schermo la storia al centro di uno dei suoi film più amati, uscito invece sul grande schermo 20 anni fa. Nel corso degli otto episodi, a conquistare il pubblico non sono soltanto le interpretazioni del cast, composto da attori di alto livello, ma anche le canzoni che compongono la colonna sonora e le frasi profonde che vengono pronunciate dai protagonisti, scena dopo scena.
Le fate ignoranti, anche Hikmet tra le citazioni e le frasi più belle della serie
All’inizio di ogni episodio de Le fate ignoranti è Massimo a condividere riflessioni sulla morte, sulla vita, sull’amore e sui rapporto interpersonali. Nel primo episodio, il personaggio interpretato da Luca Argentero dice: “La morte, come ogni fine, contiene anche un inizio. Per una storia che finisce, un’altra sta per cominciare, ed è la storia di un incontro tra due persone che pensano di non avere niente in comune, ma poi scopriranno di assomigliarsi moltissimo“. Il secondo episodio, invece, viene aperto dalla seguente considerazione sul distacco che si crea tra chi lascia questo mondo e chi rimane a fare i conti con il dolore della perdita: “Voi pensate che io non ci sia più, che la mia assenza sia totale. Ma non è così. Io sarò sempre accanto a voi. Vivrò con voi più giorni di quanti ne abbia vissuti da vivo. Perché voi siete l’unica traccia che resta di me. è tutto quello che mi rimane: chi ho amato e chi mi ha amato. La mia presenza sarà il mio dono d’amore per voi“. Cambiano solo appena, rispetto al film uscito al cinema nel 2001, le parole lette da Antonia (Cristiana Capotondi nella serie, Margherita Buy nel film) dietro il quadro di Michele indirizzato a Massimo: “A Massimo, per il nostro primo anno insieme. Per quella parte di te che mi manca e che non potrò mai avere. Per tutte le volte in cui mi hai detto ‘non posso’ ma anche per quelle in cui mi hai detto ‘ritornerò’. Sempre in attesa. Posso chiamare la mia pazienza… Amore? – La tua fata ignorante – “.
All’inizio del terzo episodio, Massimo parla invece dei segreti che tutti tengono nascosti dentro di sé: “Tutti abbiamo un segreto, una parte di noi che dedichiamo solo a noi stessi. A volte per egoismo, a volte per vigliaccheria. A volte perché non riusciamo a condividere tutto con chi amiamo. Però avere un segreto vuol dire anche custodire dentro di noi qualcosa di prezioso e sacro. Ma se gli diamo un nome scompare. Tutto diventa polvere e si perde nel vento delle chiacchiere e del giudizio degli altri“. Sempre nel corso del terzo episodio, l’attenzione di Massimo si sposta invece sul tema degli amori che finiscono ma che, in qualche modo, rimangono dentro di noi: “Quando qualcosa finisce, dove va? Si rifugia in un dolore o diventa soltanto un ricordo? E se a finire è l’amore, che cosa lascia di sé? Basta trasformarlo affinché ne rimanga una traccia? Forse basta capire che non ha una forma sola. Forse se è vero e profondo può cambiare nome e colore. Basta saperlo riconoscere, allora, per accorgersi che è sempre qui, che non se ne va“.
Il quarto episodio de Le fate ignoranti si apre con Massimo che parla del tradimento e dice: “Si tradisce per vanità o per insicurezza. O forse soltanto per rompere le regole. E ogni volta si cerca di chiamarlo con la parola Amore. Ma tutto quello che resta, spesso, è soltanto il dolore. Come unica testimonianza di aver amato e di essere stati amati“. Non possono mancare, poi, le parole d’amore di Nazim Hikmet, poeta turco naturalizzato polacco, recitate da Antonia durante un dialogo con Michele (Eduardo Scarpetta): “Dalla tua testa, dalla tua carne, dal tuo cuore… mi sono giunte le tue parole. Le tue parole cariche di te. Le tue parole, madre. Le tue parole, amore. Le tue parole, amica. Erano tristi, amare. Erano allegre, piene di speranza, erano coraggiose, eroiche. Le tue parole erano uomini“. Molto delicata, verso la fine dell’episodio, è anche la sequenza in cui assistiamo alla scelta di Roberta rispetto al suo rapporto con Annamaria: sceglierà di rimanere con lei o di interrompere la loro storia d’amore? Prima di scoprirlo, il personaggio interpretato da Ambra Angiolini pronuncia le seguenti parole: “Nella vita bisogna celebrare tutto, le cose belle e le cose brutte. è come nelle carte: ci sono gli arcani positivi e quelli negativi. Quelli negativi magari sono solo degli ostacoli che ci spingono a migliorare, a crescere. E state tranquilli, che io sono tranquilla. Per me domani inizia tutta un’altra vita“. L’episodio si chiude con Massimo che questa volta parla del cambiamento: “Siamo solo noi occidentali che abbiamo paura del cambiamento. Il cambiamento in oriente è sempre positivo. Anche quando lo porta l’arcano numero 13, la morte. La morte indica la fine, ma anche la rinascita. L’inizio di un nuovo rapporto. Un nuovo rapporto non deve essere per forza con un’altra persona. Può essere un nuovo rapporto con noi stessi. Del resto l’amor proprio è l’amore più importante“.
Antonia (Cristiana Capotondi) cita Flaubert a Villa Adriana
Il quinto episodio de Le fate ignoranti si apre con le parole di Massimo sul tema della famiglia: “Non c’è una sola famiglia: c’è quella che ci è data e quella che ci creiamo. Quella da cui fuggiamo e quella a cui dobbiamo tornare per ritrovare noi stessi. Io ho avuto la fortuna di avere più famiglie, nessuna delle quali avrei mai abbandonato. Nei sentimenti avevano le stesse regole ma io mi sentivo completo solo vivendole tutte e due”. Nella scena in cui Michele parla dell’ultima volta in cui ha visto e sentito Massimo, poco prima del fatidico incidente, viene recitata la seguente poesia: “Sei come un filo d’erba in un campo arido. Come il primo raggio di luce dopo la tempesta. Mi ghiacci e poi mi sciogli al sole. Sei le mie lacrime e i miei sorrisi. Mi fai ammalare ma solo per guarirmi ancora“. All’inizio del sesto episodio possiamo invece ascoltare le parole di Massimo riguardo l’accoglienza che dovremmo tutti riservare a ciò che (ancora) non conosciamo: “All’inizio il mondo fuori di me mi faceva molta paura. L’incognita dell’altro, di chi non conosci, non mi faceva più distinguere il bene dal male. Ma è solo accettando l’inatteso che impariamo a crescere. Solo accettando la sfida di farci sorprendere, impariamo a non farci travolgere. Senza paura“. In preda ad un attacco di gelosia, Michele inizia a parlare male di Antonia di fronte ai suoi amici. Lei però è nei paraggi e, dopo averlo sentito, sfoga la sua rabbia dicendogli: “Tu non hai rispetto. Voi non avete rispetto. Voi siete buoni, comprensivi, pronti a perdonare tutto. Che cosa pensate di essere, degli angeli? Ma voi siete degli ignoranti, degli invadenti, dei superficiali. Voi entrate nella vita delle persone, le travolgete senza chiedere il permesso. Voi, voi, sempre voi. Voi non ascoltate, voi parlate. Vi riempite la bocca della parola Amore, ma non sapete che cos’è l’Amore. Tu pensi di aver amato Massimo, e lo sai perché Perché era sposato con me. Perché stava con me e non potevi averlo. Guarda che fai con Sandro: ce l’hai in tasca, ce l’hai in pugno, ma non te ne frega niente. Perché puoi averlo, perché potresti amarlo. Tu non sai amare, Michele”.
Il penultimo episodio de Le fate ignoranti inizia con il solito discorso di Massimo che, in questo caso, affronta il tema del viaggio, citando anche Hikmet: “Ho letto da qualche parte che, anticamente, il verbo ‘partire’ significava ‘dividere’. Noi partiamo per allontanarci da qualcuno o addirittura da noi stessi. Come dice Hikmet, poeta che ho conosciuto troppo tardi, ‘Il più bello dei mari è quello che non navigammo’. È il viaggio dentro noi stessi quello più bello. Ma è anche il più difficile“. Qualche scena più tardi, Antonia cita Flaubert mentre passeggia con Asaf nella splendida cornice di Villa Adriana, a Tivoli: “Cantami della sera odorosa in cui udisti levarsi dalla barca dorata di Adriano il riso di Antinoo e per placare la tua sete lambisti le acque e con desiderio guardasti il corpo perfetto del giovane dalle labbra di melograno“. Nell’ultimo episodio della serie, Massimo cita le indimenticabili parole pronunciate da Stefano Accorsi nel film di 20 anni fa (aggiungendo un inedito finale, rivolto ad Antonia): “Che stupidi che siamo. Quanti inviti respinti, quante parole non dette. Quanti sguardi non ricambiati. Quante volte la vita ci passa accanto e non ce ne accorgiamo nemmeno. Hai fatto bene ad accettare questo invito. Sarà un viaggio bellissimo“. Le fate ignoranti si chiude infine con la lettera letta da Serra: “Mia adorata Serra, mia cara amata. Mentre ci portavano via, sapevo che sarebbe stato per un lungo periodo. Il ginocchio mi bruciava e quasi non riuscivo a muoverlo per un colpo che mi avevano dato con il calcio del fucile quando ho provato a scappare. Eppure in quel momento io non pensavo che a te che mi stavi aspettando. Ti immaginavo febbrile nell’attesa, e incredula per il dubbio che io mi fossi negato all’improvviso, di proposito. Come se potessi di mia volontà rinunciare a noi e alla vita che stavamo provando a costruire. Per questo ti scrivo. Come se fosse l’unico modo per restare insieme, sentendo che neanche i ricordi mi basteranno più. Nelle mie parole risento la tua voce e rivedo quegli sguardi obliqui e furbi che mi lanciavi ogni volta che volevi dirmi “ti amo” e non potevi. Eri la mia forza in ogni momento di debolezza. Con due parole buttavi giù ogni mio dubbio. Non sai quante volte mi sono nutrito del tuo coraggio che a tutti sembrava solo il mio“.