Con chi viaggi: recensione del film con Fabio Rovazzi e Lillo
Con chi viaggi, il nuovo film con Lillo Petrolo, Alessandra Mastronardi, Fabio Rovazzi e Michela De Rossi, si lascia guardare senza troppi intoppi o momenti di noia, lasciando sensazioni positive e ottimistiche.
Una distribuzione limitata nelle sale, per poi cercare ulteriore fortuna attraverso un percorso nell’universo streaming: questo il futuro di Con chi viaggi, film che vede alla regia il progetto Younuts!, duo di Registi e DOP romani, composto da Antonio Usbergo & Niccolò Celaia, entrambi classe 86. Hanno portato una ventata di freschezza nel mondo della musica italiana, dirigendo i videoclip delle star del pop nostrano, ed ora tentano di fare lo stesso in ambito cinematografico. Ci sono già riusciti con questo film? Per farvi una vostra personale idea, l’appuntamento è per il 23, 24 e 25 maggio nelle sale.
Con chi viaggi, Lillo e Fabio Rovazzi guidano il cast del road movie italiano
Con chi viaggi si sviluppa quasi totalmente in una monolocation (l’automobile) e riunisce appena quattro attori nel cast, ovvero Michela De Rossi, Alessandra Mastronardi, Lillo e Fabio Rovazzi. Un gruppetto variegato, di età ed esperienze diverse. Lillo è il più adulto e il più esperto: non stupisce, dunque, che il film si regga in piedi soprattutto grazie a lui, che sin dall’inizio riesce a dar vita ad un buon equilibrio tra i toni della commedia e quelli più “oscuri” che richiede una black comedy del genere. Inutile dire che per il pubblico basta un suo sguardo per lasciarsi andare ad una sincera risata, e quest’opera punta proprio a spiazzare chi si aspetta sempre e solo battute dal suo personaggio: succede quando ha improvvisi sbalzi d’umore, quando pronuncia frasi con un tono da psicopatico, senza fare mai capire fino in fondo se sia in effetti un personaggio da temere o meno. Gli altri tre attori arricchiscono, a modo loro, il viaggio del cast, soprattutto Alessandra Mastronardi che interpreta la passeggera che prima di tutti sente “puzza di bruciato” e regala sorrisi con le sue sfuriate.
Gli Younuts! fanno luce sulla diffidenza della gente
Guardando Con chi viaggi viene in mente quanto, oggi più che mai, si abbia paura del prossimo e quanto le apparenze contino. Ci si fida sempre di meno, ci si aspetta sempre il peggio, spesso arrivando a rinunciare anche ad esperienze che possono arricchirti umanamente, come ad esempio un viaggio in macchina tra persone che non si conoscono ma le cui strade si incrociano per un frangente verso la stessa direzione. Allora il film ti porta a chiederti cosa penseresti tu al posto dei passeggeri, fino a che punto riusciresti a fidarti e, di conseguenza, come avresti agito di fronte a determinati “indizi” che sembrano portare verso un’unica verità. Le teorie ed i complotti vengono però smentiti e controsmentiti più volte, arrivando ad un finale che sceglie proprio di non dare certezze fino all’ultimo. La tensione c’è, si percepisce il suo crescendo, ma viene sempre smorzata da qualche gag o una battuta, non permettendole di terminare il suo “viaggio” verso un apice che gli spettatori, in fondo, aspettano. Insomma, Con chi viaggi non è un thriller, ma non è neanche una vera e propria commedia. Un ibrido che porta il nome di black comedy e che può piacere ma anche lasciare un senso di incompiutezza a chi guarda. Puntare tutto sulla commedia sarebbe stato forse troppo banale per i due giovani registi, mentre farlo su un thriller puro sarebbe stato troppo azzardato, essendo questi i primi passi nel mondo del cinema. Di certo il risultato è apprezzabile e il film si lascia guardare senza troppi intoppi o momenti di noia, lasciando sensazioni positive e ottimistiche rispetto a ciò che potranno fare gli Younuts! in futuro, magari mettendo da parte i timori e aprendo le porte a qualche azzardo in più.