L’abbinamento perfetto: recensione della commedia romantica Netflix
La nuova romantic comedy con Victoria Justice, seppur decisamente prevedibile, è una piacevole coccola. Da vedere se siete alla ricerca di un po’ di relax.
Se c’è una cosa che non passerà mai di moda è la produzione in serie di un certo tipo di commedie romantiche, generalmente, prevedibili ma con numerosi clienti affezionatissimi. Stiamo parlando di comfort movies con protagoniste donne determinate che, mentre cercano di coronare le loro aspirazioni di vita, trovano inaspettatamente l’amore. È proprio sull’elemento “coccola” e “lieto fine” che punta la nuova rom-com di Stuart McDonald L’abbinamento perfetto, disponibile dal 19 maggio 2022 su Netflix.
L’abbinamento perfetto: la trama del film con Victoria Justice
Lola Alvarez (Victoria Justice) è una giovane sales manager di una società di export di vini. La donna, seppur ami il suo lavoro, disprezza invece il suo capo, Calder, uomo freddo e calcolare, orientato solo ed esclusivamente al profitto.
L’occasione per Lola di dare una svolta alla sua vita e alla sua carriera arriva in seguito al tradimento, per una promozione, della sua collega Audra. La protagonista, infatti, giunta ad un situazione lavorativa insostenibile, decide di licenziarsi e mettersi in proprio ma, per decollare, ha bisogno di entrare in affari con una grande etichetta. Decide così di volare nelle campagne australiane del Queesland per cercare di conquistare Hazel Vaughn, proprietaria della celebre Vaughn Family Wines, e battere sul tempo Calder, anch’egli interessato al marchio.
Il piano non va come previsto, Hazel non se la sente di entrare in affari con qualcuno alle prime armi, pertanto propone a Lola di lavorare come jackeroo per due settimane, occupandosi dunque della cura delle pecore. Se riuscirà a “sopravvivere” prenderà in considerazione la sua offerta. La protagonista dovrà rimboccarsi le maniche e dimostrare il suo lavoro non solo a Hazel ma anche alle sue compagne di squadra e – soprattutto – all’affascinante Max (Adam Demos), confidente di fiducia di Hazel che, dietro la sua aria da ragazzo serio e solitario, nasconde un importante segreto.
Un viaggio dell’eroina poco entusiasmante
L’abbinamento perfetto non differisce molto dalle commedie Disney indirizzate ad un pubblico young adult. Contiene infatti al suo interno ingredienti narrativi che ricordano film per famiglie come Cadet Kelly (2002) o Grinta sui pattini (2005). In entrambi i casi le protagoniste escono dalla loro comfort zone per entrare in un mondo in cui risultano dei pesci fuor d’acqua; l’unico modo per avere successo è guadagnarsi la stima e l’affetto delle colleghe/compagne di squadra. Nonostante la nuova comedy targata Netflix abbia una componente amorosa più evidente rispetto agli esempi sopracitati, la solidarietà femminile ha un ruolo importante all’interno della vicenda. Anche Lola non riuscirà subito a farsi accettare dalle sue colleghe, dapprima riluttanti nei suoi confronti per via del suo stile “poco campagnolo”, ma grazie alla sua allegria e determinazione riuscirà ad ottenere l’affetto e la stima che merita.
D’altra parte, questo rapporto di amicizia si muove un po’ in un’unica direzione. Mentre le sue colleghe cambiano opinione su di lei, la protagonista, invece, non subisce grandi trasformazioni. Lola comincia la sua nuova esperienza lavorativa senza alcun preconcetto e si fa amare semplicemente per come è. Tuttavia, questa bontà assoluta toglie tridimensionalità al suo personaggio, dipinto come un angelo che – come sottolinea l’amica/nemica Audra – “vede il meglio nelle persone”.
Seppur la protagonista non perda mai di vista il suo obiettivo professionale per tutta la durata del film, non sperimenta in realtà alcuna crescita, il suo sviluppo narrativo non è né significativo né entusiasmante. Anche nella storia d’amore tra lei e Max è quest’ultimo a compiere un viaggio interiore e a migliorare aspetti del suo carattere, ovviamente incoraggiato dal supporto motivazionale dell’amata.
Per quanto riguarda gli aspetti tecnici, la fotografia de L’abbinamento perfetto è ovviamente pulitissima e quasi accecante, come per ogni commedia romantica di questo genere che si rispetti. Seppur l’assenza di disordine, o di un capello fuori posto, aiuti a trasmettere quel senso di serenità senza il minimo sforzo – amplificato da una colonna sonora composta da celebri hit sentite e risentite – il paesaggio delle campagne rurali australiane è già incantevole di per sé, pertanto l’uso eccessivo di filtri va a snaturare quell’ambiente bucolico con colori troppo artificiosi.
Vedere o non vedere L’abbinamento perfetto?
Se siete alla ricerca di un film senza pretese per una serata total relax, L’abbinamento perfetto è ciò che fa per voi. La pellicola, seppur non sia esente da problemi, è comunque godibile e più originale di molti prodotti simili. Victoria Justice regala quel tocco delicatamente umoristico che serve a tenere viva l’attenzione, mentre gli altri personaggi – sufficientemente stravaganti e dolci – contribuiscono nella costruzione di una comedy confortevole, ideale per staccare la spina dopo una giornata frenetica.