Don Matteo 13: recensione finale della fiction con Raoul Bova
Don Matteo 13 chiude con un finale di stagione che approfondisce ulteriormente il personaggio di Don Massimo e con un happy ending che fa felice il pubblico riservando qualche sorpresa.
Se all’inizio l’idea di non vedere più Terence Hill interpretare il parroco più amato della televisione italiana ed uno dei più personaggi più amati della fiction di Rai Uno, campione di ascolti da sempre, ha fatto storcere il naso a qualcuno, c’è da dire che gli sceneggiatori – Umberto Gnoli, Francesca Melandri e Mario Ruggeri – si sono impegnati al massimo per concedere a Don Massimo/ Raoul Bova una possibilità di provare a conquistare il pubblico. E ci sono senza dubbio riusciti, confermando Don Matteo come uno dei più grandi successi prodotti da Lux Vide insieme a Rai Fiction, affidato in questa tredicesima stagione alla regia di Francesco Vicario, Luca Brignone e Riccardo Donna. E i presupposti per pensare ad proseguo ci sono tutti anche senza necessità di cambiare alcun titolo – la domanda che si ponevano tutti – e a svelare il perché questa variazione non ci sarà mai è proprio l’ultima puntata. Tutte le puntate di Don Matteo 13 sono attualmente disponibili su Rai Play.
Don Matteo 13, ultima puntata: la trama svela il passato di Don Massimo
Nel cuore della notte Don Massimo (Raoul Bova) viaggia verso Perugia, dopo aver chiesto a Natalina (Nathalie Guetta) di prestargli l’auto. Il mattino seguente proprio Natalina è convocata in caserma accusata di omissione di soccorso, ma la donna spiega di non essere in alcun modo coinvolta perché è Don Massimo ad aver preso la sua auto: il prete spiega di essere andato a trovare un’amica (Gioia Spaziani), a cui in realtà ha prestato l’auto e che sta coprendo. La donna in questione genera chiacchiericcio e sospetto a Spoleto e sulla figura di Don Massimo, il cui passato è avvolto da tanti nodi da cui lui stesso cerca di districarsi e che possono mettere in pericolo la sua stessa vita.
Nel frattempo il maresciallo Cecchini (Nino Frassica) si ritrova ad organizzare le sue nozze per sbaglio, mentre Valentina decide di chiudere la sua storia con Marco (Maurizio Lastrico), evidentemente ancora innamorato di Anna, il capitano Olivieri (Maria Chiara Giannetta), che intanto vede ritornare Sergio (Dario Aita) nella sua vita: vive così ancora più profondamente l’indecisione sull’adozione di Ines o se andare in Siria. Ma soprattutto ha bisogno di fare chiarezza sui suoi reali sentimenti per Marco.
Anche senza Terence Hill, questo Don Massimo s’ha da fare
Contro ogni possibile previsione c’è da constatare che Don Massimo ha donato una ventata di freschezza a Don Matteo, fiction generalista e pensata per le famiglie che pur registrando sempre un grandissimo successo si era ormai assuefatta ad un certo tipo di svolgimento, tra personaggi secondari non sempre intriganti – il Sergio di Dario Aita è stato l’unico a creare un po’ di scompiglio nella stagione precedente, tanto da essere integrato nel cast principale -, casi poco accattivanti e spesso prevedibili, salvati sempre e comunque in corner dagli occhi azzurri e dal nutrito affetto del pubblico per il personaggio ma anche per l’attore. Ecco perché al momento del passaggio di testimone, tuttavia preannunciato, le modalità dell’uscita di scena di Don Matteo ha incuriosito tutti, persino chi ne ha solo sentito parlare.
In questo Don Matteo 13 però non c’è stato solo uno scambio di protagonista ma anche l’impegno e l’intento a voler raccontare qualcosa di più fresco, oltre a rinnovare drammaturgicamente la serie nel complesso, dai dialoghi alla comicità passando per la colonna sonora. La differenza d’età tra Don Matteo e Don Massimo è stata senz’altro la chiave di sceneggiatura che ha permesso alla fiction di avere qualcosa ancora da raccontare: il rapporto padre/figlio affrontato in una chiave più attuale, così come il diverso approccio alla vita e alle persone di Don Massimo rispetto a Don Matteo, non solo per età ma anche per il suo tragico vissuto. Sono elementi che un pubblico ormai sempre più onnivoro di una serialità più ricercata ha senz’altro notato e ha accolto con successo. Gli stessi casi di contorno, le sotto trame di ogni puntata, hanno cercato di presentare personaggi meno funzionali ma più approfonditi, regalando più suspense e meno prevedibilità.
Don Matteo quindi è cambiato in meglio ma restando fedele al suo format: un prodotto pensato per le famiglie che non aspira a regalare se non una serata di spensieratezza con tocchi di comicità – in questa stagione apprezzabilissimi – di Nino Frassica, più consapevolezze e meno sermoni.